Uno di quei film che non ti aspetti dal cinema italiano contemporaneo. Prima di tutto lontano anni luce dal politicamente corretto, violento, tarantiniano, pieno zeppo di citazioni del nostro miglior passato, girato con grande bravura tecnica, accortezza alle scene d’azione e senso dello spettacolo. Siamo nel 1860, dopo lo sbarco delle truppe garibaldine, in quel Regno delle due Sicilie in mano ai Borboni che sembra una terra di nessuno e in parte ricorda il Far West. La Parola (di lui ricordiamo E se domani … del 2005, con Luca e Poalo) scrive una storia che è terrorismo dei generi allo stato puro, un po’ romanzo storico, un po’ horror, parti di puro splatter e gore, inserti western e bellici, spezzoni di commedia grottesca. Tutto comincia con una ragazza salvata da un sarto tra le macerie di un incendio, che si unisce per puro caso a un gruppo di brigantesse, le Drude, solo alla fine scopriamo che anche lei sta cercando vendetta. Personaggi negativi e positivi, molto fumettistici, ma in senso positivo, sia il feroce soldato borbonico che si vende ai piemontesi e dà la caccia ai briganti sotto il nomignolo de Il macellaio, che il prepotente ufficiale dei Savoia che non rispetta nessuno. Il film è ambientato in Sicilia, ma è solo finzione perché il regista (pur siciliano) lo gira in Puglia, tra Monte Sant’Angelo (location cara a Lucio Fulci per Non si sevizia un paperino), San Giovanni Rotondo, Gravina, Ginosa, Altamura, Spinazzola e Fasano. Il film è troppo cruento – oserei dire eccesivo – per poter godere (in questi tempi tristi) di una buona distribuzione, ma la sua confezione è strabiliante, alcune scene citano il miglior Joe D’Amato, il finale con il pasto cannibale del cuore umano ricorda Antropophagus. Il mio corpo vi seppellirà manderà in estasi gli amanti dell’horror viscerale e del western più violento, i fan di Tarantino, i nostalgici del cinema splatter a base di frattaglie umane e schizzi di sangue. Tra tutte le scene girate con grande maestria cito l’incipit, un piano sequenza straordinario, la macchina da presa comincia con una panoramica marina per finire sul corpo martoriato della ragazza mentre viene salvata dal sarto. Indimenticabile un inseguimento degno del miglior Lenzi ma anche della scuola western di Corbucci e Sollima con una carrozza nobiliare salvata dal precipizio con una manovra spericolata. Tutto molto credibile. E – come direbbe Pizzul parlando di calcio – tutto molto bello. Passato su Rai 5 senza interruzioni pubblicitarie, lo trovate su Rai Play. Un vero gioiello del cinema (non solo) di genere, che parte da un problema storico (il brigantaggio) per costruire una narrazione fantastica e avventurosa. Imperdibile.
Regia: Giovanni la Parola. Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni la Parola, Alessia Lepore. Montaggio: Giovanni La Parola. Scenografia: Luciano Cammerieri, Marcello Di Carlo. Trucco: Alessio Pompei, Michele Salgaro Vaccaro, Claudia Tozzi, Alessandra Vita. Produttori: Olivia Musini, Rocco Messere, Luigi Musini, Andrea Paris, Matteo Rovere, Laurent Soregaroli. Case di Produzione: Cinemaundici, Ascent Film, Rai Cinema, Apulia Film Commission. Distribuzione (Italia): 01 Distribution. Lingua Originale: Italiano. Paese di Produzione: Italia, 2021. Durata: 105’. Genere: Avventura, Azione, Storico, Drammatico, Commedia … Interpreti: Miriam Dalmazio (Errè), Antonia Truppo (Maria), Margareth Madè (Lucia), Rita Abela (Ciccilla), Giovanni calcagno (Murat), Guido Caprino (colonnello Romano), Filippo Pucillo (Peppino), Giuseppe Schillaci (rosario), Simona Di Bella (Filomena), Giuseppe Nardone (popolano), Alberto Albertino (sergente).