Leonid Prudovsky è un regista nativo di Leningrado, sconosciuto in Italia, che lavora da tempo in Israele. Il mio vicino Adolf, è la sua ultima opera, ambientata in Colombia, nel maggio del 1960, con un breve antefatto datato 1939; racconta la storia del signor Polsky (David Hayman), un sopravvissuto all’Olocausto dal carattere scontroso, che vive in solitudine in una casa sperduta in mezzo alla campagna colombiana. Un giorno arriva uno strano vicino (il signor Herzog) che prende possesso della casa cadente accanto alla sua, facendosi notare per la scontrosità e per la poca confidenza che dà agli estranei. Il misterioso vicino ha uno sguardo glaciale, gli occhi azzurri e un cane lupo, inoltre è con lui una donna che ricorda molto una funzionaria della Gestapo. Il signor Polsky si convince, giorno dopo giorno, che il suo vicino è Adolf Hitler che si è fatto crescere la barba e si nasconde in Colombia sotto falso nome, quindi comincia a spiarlo e lo denuncia all’ambasciata israeliana. Mi fermo con la trama, perché la seconda parte del film è tutta giocata sulla suspense e sulla tensione narrativa, per convincere lo spettatore di qualcosa che poi si rivela l’esatto contrario, soprattutto entra in gioco nella soluzione dei fili narrativi un fattore imprevisto. Il mio vicino Adolf comincia con buna fotografia pastello, piani sequenza a non finire, una foto di famiglia anni Trenta, l’immagine di un gruppo di persone che finirà nel niente, distrutto dalla follia nazista. Subito dopo si passa al 1960, in Colombia, dove conosciamo l’unico sopravvissuto della famiglia ebrea, intento a coltivare rose nere in un malandato giardino. La storia oscilla tra commedia e dramma, ma le lacrime sui familiari perduti vengono fuori soltanto verso la fine, dopo aver trattato il tema dell’olocausto con grande leggerezza. La fotografia colombiana assume toni grigi e plumbei, come la storia, il montaggio si fa sincopato, nonostante molte sequenze teatrali, interpretate in modo magistrale, la colonna sonora incontra motivi classici e sudamericani. Cinema d’autore allo stato puro, visto in una sala del circuito Fice (Metropolitan di Piombino), una scoperta felice di una produzione polacco – israeliana (con partecipazione colombiana), cinematografie piccole che si uniscono per realizzare un prodotto originale. Film in concorso al Locarno Film Festival 2022, sezione piazza Grande.
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Leonid Prudovsky. Fotografia: Radek Ladeczuk. Montaggio: Hervé Schneid. Scenografia: Camila Agudelo. Costumi: Analia Manouelian. Paesi di Produzione: Israele, Polonia, Colombia. Genere: Commedia, Drammatico. Durata: 96’. Distribuzione: Wonder Pictures. Interpreti: David Hayman, Udo Kier, Kineret Peled, Danharry Colorado, Jaime Correa, Olivia Silhavy, Jan Szugajew. Titolo Originale: My Neighbor Adolf.