“Il mio vicino Adolf”, una commedia drammatica

Articolo di Paolo Quaglia

Sopravvissuto alla Shoah vive in Sudamerica negli anni sessanta. L’uomo, di origine polacca, ha perso la sua famiglia ed è combattuto tra il continuare o farla finita. L’arrivo di un anziano c vicino cambierà la sua visione delle cose. Il vecchio della casa accanto parla tedesco e ha una strana somiglianza con Hitler, almeno così la pensa Polsky. Dopo una fase di studio i due dirimpettai s’incontreranno scontrandosi e sorridendo dietro un sospetto che potrebbe cambiare le loro esistenze. Il mio vicino Adolf è una commedia drammatica del 2022 del regista Leon Prudovsky.

Il film gioca su alcune gag per descrivere le personalità dei protagonisti e per provare a superare un dramma impossibile da rimuovere. Missione ardua per il regista che prova a costruire le diatribe giornaliere di due ottantenni comuni e inserirle nella storia. Leon ha una personalità poco comprensibile, visto il suo passato, e la sua ossessione per il vicino diventa lo stimolo vitale per non arrendersi. I suoi tentativi di rendere luce su quel personaggio così misterioso saranno un utile buco nell’acqua carico di situazioni tra l’imbarazzo e la consapevolezza. Una buona sceneggiatura riesce a far sorridere senza parteggiare ne menzionare direttamente avvenimenti reali. Hitler è evocato con caratteristiche note come la pittura e l’indole fumatina ma il dubbio non si trasforma in realtà.

Nel mezzo le giornate passano tra parole e bevute per i due protagonisti , dando corpo a un film d’impianto quasi teatrale dove le emozioni non mancano. Prudovsky costruisce una storia grottesca che ha il pregio di esorcizzare e imbarazzare pagine orribili della storia senza mai cadere nell’accademia. Cinema interessante e di buono spessore quello de Il mio vicino che funziona essendo comprensibile. Il punto di forza è certamente la sua doppia natura fatta di battute sul vicinato, correlate di luoghi comuni, e di lutto. Polsky è un uomo solo che non dimentica, ma la presenza di quella figura lo riporta a una dimensione normale. Una quotidianità che Il vicino rende in maniera simpatica utilizzando l’ombra del passato come motivo di una riflessione sempre necessaria.

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