E come ogni anno puntuale rintocca il Natale e come ogni anno puntuale, la riflessione si fa più prepotente, più pressante, un macigno che strangola la ragione.
Quale memoria custodiscono i cristiani, quale memoria né fanno ogni anno, cosa deposita loro questa festività oramai bistrattata dal sapore amaro ? Lo si sente risuonare ancora ovunque, per le strade , nei negozi ,da ogni parte, quello sterile “auguri” oramai stucchevole e nell ‘ascoltarlo è profondamente tangibile il vuoto che ne riempiono le seguenti, l’inutilità , la festa più importante per i cristiani, che ne hanno fatto un’ edulcorazione per stomaci poco inclini allo zucchero filato e proseguendo, sulla bassissima onda di tale registrazione è doveroso chiedersi imporsi, se il Natale, l’ acme della religione cristiana ha ancora un senso ?
Perché questo sperpero di denaro, perché questa folle corsa ai regali , regalare qualcosa, un oggetto talvolta anche preziosissimo ma paradossalmente inutile e improprio, perché donare qualcosa? Sarebbe più aderente abbracciarsi stringersi le mani, quell ‘atto così solo apparentemente semplice, ma che risuona di vita, quella del bambino oramai perso nella coltre della tradizione capitalista ;anche solo un sorriso ne darebbe testimonianza, Madre Teresa di Calcutta diceva che il sorriso è contagioso, sorridiamoci.
Allora mi trastulla un dubbio: l’ azione comune del voler riempire con un dono un vuoto volutamente scavato per cancellare ogni traccia sacra, gettando ponti nuovi, edificando alla scoperta dell’ ateismo, la propaganda, l’autogoal della “presunta” fede.
Sopra “Diana”. Opera di Cosimo Abbatepaolo