“Il padre d’Italia”, un film sull’amore impossibile e il desiderio di paternità che va ben oltre le scelte sessuali

Articolo di Gordiano Lupi

Fabio Mollo è un regista calabrese nato nel 1980 che ha studiato a Londra e ha girato una manciata di pellicole caratterizzate da un discreto impegno sociale (soprattutto su tematiche LGBT) e selezionate per festival importanti. Il padre d’Italia è il suo secondo lungometraggio, dopo l’esordio con Il sud è niente (2013), forse il suo lavoro di maggior successo, anche per la bravura degli interpreti Luca Marinelli e Isabella Ragonese. Molti riconoscimenti, sia in Italia che in Francia, diffuso negli Stati Uniti e in Russia, premiato come miglior film dell’anno a tematica LGBT. Soggetto del regista, che collabora con Josella Porto per la sceneggiatura (vincono un premio), basato sulla storia di Poalo, un giovane omosessuale che aiuta Mia – una ragazza sbandata – a raggiungere la famiglia in Calabria, inoltre cerca di vivere con lei e di proteggere il bambino che deve nascere. Un road movie intenso e solare che parte da Torino, si ferma a Roma, procede per Napoli,  arriva a Reggio Calabria, tocca Gioia Tauro, per chiudersi in Sicilia (Messina). Paolo ha alle spalle una storia d’amore con un ragazzo che sembra finita, vive uno strano rapporto con Mia, infine accetta la paternità naturale di un nascituro che sarà accolto da una nuova famiglia omosessuale, due persone che gli vorranno bene e che l’accetteranno. Paolo fa i conti con il passato, rivive gli anni in orfanatrofio dove è stato cresciuto, frequenta i luoghi che hanno segnato la sua infanzia e rinasce a nuova vita dopo un’esperienza insolita. Romanzo di crescita, film di formazione, storia sceneggiata molto bene, credibile nei caratteri dei personaggi, realistica nei dialoghi e nelle situazioni più improbabili. Il regista conferisce veridicità alle sequenze con un sapiente uso della macchina a mano e della soggettiva, la fotografia di Daria D’Antonio è brillante, il montaggio di Filippo Montemurro è compassato, ma 93’ sono essenziali per la narrazione. Colonna sonora mai invasiva per una lavoro che predilige la storia, il messaggio di un amore impossibile e il desiderio di paternità che va ben oltre le scelte sessuali. Da vedere.

Regia: Fabio Mollo. Soggetto e Sceneggiatura: Fabio Mollo, Josella Porto. Fotografia. Daria D’Antonio. Montaggio: Filippo Montemurro. Musiche: Giorgio Giampà. Scenografia: Luca Servino. Produttore: Donatella Botti.Case di Produzione: Bianca Film, Rai Cinema. Distribuzione (Italia): Good Films. Lingua Originale: Italiano. Paese di Produzione: Italia, 2017. Durata: 93’. Genere: Drammatico. Interpreti: Luca Marinelli (Paolo), Isabella Ragonese (Mia), Mario Sgueglia (Mario), Anna Ferruzzo (Nunzia), Federica De Cola (assistente sociale), Miriam Karlkvist (Lucia), Esther Elisha (Assunta), Sara Putignano (mamma di Paolo), Filippo Gattuso (Valerio), Franca Maresa (suora).

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