Sessanta milioni di euro di budget per un film di animazione girato in un modesto quanto inutile 3D, prodotto da Francia e Italia, realizzato in CGI e stop-motion, presentato fuori concorso al Festival di Cannes. Un successo meritato, di critica e di pubblico, per una storia che coinvolge e commuove, soprattutto che va ben oltre Il piccolo principe di Saint-Exupéry. Lo statunitense Mark Osborne (1970) – due volte nominato agli Oscar, autore di Kung Fu Panda – ci mette del suo, insieme al valido Bob Persichetti, per attualizzare un testo che ha cresciuto intere generazioni. Un film metaforico per insegnare che i bambini devono poter condurre una vita da bambini e quando crescono non devono dimenticare quel che sono stati per scegliere un’esistenza finalizzata al solo successo economico. Il piccolo principe viene usato per criticare il consumismo, la sete di profitto a dispetto dei valori e di una vita naturale, fondendo le antiche massime della fiaba con la moderna storia di una bambina solitaria che si lascia organizzare il futuro dalla madre in funzione del successo. Il solo amico della bambina durante una lunga estate trascorsa in un quartiere residenziale è un vecchio aviatore che racconta la storia del piccolo principe, di un pianeta dove crescono i baobab, di un incontro nel deserto, della ricerca di una capra e dell’amore per una rosa lasciata ad aspettare. Quando il vecchio dopo un malore finisce in ospedale, la bambina parte con il vecchio aereo, insieme alla volpe, alla ricerca del piccolo principe, ormai cresciuto e assuefatto a un lavoro spersonalizzante in un mondo dove contano soltanto produzione e profitto. Va da sé che il viaggio – forse soltanto onirico, ma non è così importante – cambierà il futuro del piccolo principe e della bambina, ma anche il rapporto madre – figlia diventerà più umano. Sequenze molto commoventi rappresentano l’ineluttabilità della morte, il bisogno di vedere le cose non solo con gli occhi ma soprattutto con il cuore, la necessità di non dimenticare il nostro passato e tutto il mondo dei sogni infantili. Il piccolo principe è un film per tutta la famiglia, consigliato anche ai bambini, ma non troppo piccoli, perché il soggetto è importante e le metafore non sono così esplicite come in un film targato Disney – Pixar. Gli insegnamenti del piccolo principe sono ancora attuali per le giovani generazioni capaci di sognare e di capire che la loro rosa è importante soltanto per il tempo che le hanno dedicato. Da non perdere.
Regia: Mark Osborne. Soggetto: Antoine de Saint-Exupéry, Mark Osborne, Bob Persichetti. Sceneggiatura: Irena Brignull. Montaggio: Carole Kravetz Aykanian, Matt Landon. Musiche: Richard Harvey, Hans Zimmer. Scenografie: Celine Desrumaux, Lou Romano. Produttore: Dimitri Rassam, Atom Soumache. Produttore Esecutivo: Mark Osborne, Jinko Gotoh. Case di Produzione: Onyx Films, Orange Studio, On Entertainment. Distribuzione: Lucky Red. Durata: 108’.