Il presepe: alle origini della nostra storia

Articolo di Pietro Salvatore Reina

Il presepe o presepio (dal latino praesepe, praesepium, recinto chiuso, greppia) è una forma dell’arte religiosa, nata in Palestina e diffusa, soprattutto a partire dal Medioevo, in Italia, in Europa e, oggi, nel mondo globalizzato.

Secondo la testimonianza dei cosiddetti «vangeli dell’infanzia» presenti in Matteo e Luca, Gesù nacque, al tempo del re Erode (che morì nel 4 a.C), a Betlemme di Giudea, nota all’epoca come piccola ma nobile borgata per essere stata la casa natale del re Davide. In ebraico il toponimo Betlemme (Beth-Lehem) – che dista solo 10 km da Gerusalemme – significa «casa del pane». Gesù è nato qualche tempo prima della morte di Erode in un arco di tempo compreso tra il 7 e il 5 a.C.

È nel IV secolo che la Chiesa sceglie come data il 25 dicembre. Quattro giorni dopo il solstizio di inverno (21 dicembre) durante il quale nell’antica Roma si celebrava la festa del Sole invictus, una festa, questa del Natale del Sol invictus, fissata, nel 274 a.C., dall’imperatore Aureliano.

La più antica o una delle più antiche rappresentazioni iconografiche del presepe e/o della Natività si trova in Sicilia, al Museo Archeologico «Paolo Orsi» di Siracusa: il sarcofago di Adelfia (IV sec. a.C.). In uno dei due lati di questo sarcofago che accoglie le spoglie mortali di Adelfia, la moglie del conte Valerio, si riconoscono i tre Re Magi che visitano il piccolo Gesù avvolto in fasce tra il bue, l’asinello, Maria e Giuseppe. L’«antropologia del presepio» è narrata con acume e dovizia di particolari nel bellissimo libro, che invito a leggere, del professore di Filologia classica Maurizio Bettini, Il presepio.

Nella notte di Natale del 1223 a Greccio, sulle alture sovrastanti la piana di Rieti, san Francesco d’Assisi allestisce la prima rappresentazione vivente della Natività. Settant’anni dopo Arnolfo di Cambio realizza, su commissione del papa francescano Niccolò IV, il più antico presepe della Storia dell’Arte.

Il primo presepio napoletano, realizzato con figure di legno a grandezza quasi naturale, è opera dei fratelli Giovanni e Pietro Alemanno nel 1470. È san Gaetano di Thiene, che all’inizio del Cinquecento, immette nel presepe personaggi secondari, vestititi secondo le fogge dell’epoca.

Nel Settecento, in vari paesi europei, i presepi si stampano su carta. Celebre è il settecentesco presepe di Vienna (Janfenthaler) composto da ben 459 pezzi.

Nel 1952 il poeta Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura nel 1959, scrive una poesia che celebra la bellezza e il «mistero» di un presepe ligneo:

Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?

Una poesia che custodisce un interrogativo. Una poesia che è un invito ad ascoltare i tanti pianti e drammi che ancora oggi si levano e a cercare di trovare «pace nel cuore» di ogni uomo.

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