Il sogno del piccolo Leo Lindia è diventato realtà

Articolo di Francesco Pira

In questi ultimi anni ho speso forze ed energie per parlare dei nostri giovani e dei pericoli a cui vanno incontro. Durante la pandemia i dati che ho raccolto, e pubblicato all’interno del mio saggio “Figli delle App” edito da Franco Angeli Editore, sottolineano come preadolescenti e adolescenti tendano ad isolarsi rispetto all’ambiente familiare.

Ho riflettuto tanto sui drammi che molto spesso vivono i bambini e su come diventano protagonisti di spiacevoli fatti di cronaca.

Ma questa volta voglio raccontarvi una bellissima storia, ricca di significato e valori fondamentali.

È la meravigliosa storia di Leonardo Lindia, un bambino di 10 anni, figlio di mamma Matilde che lo segue e lo sostiene, che scrive storie da quando ne aveva 6 e nutre un grande amore per il disegno. Conosce tutti i congiuntivi ed è in grado di parlare e scrivere perfettamente in inglese. Leonardo vorrebbe tanto lavorare alla Disney: “Vorrei scrivere storie e disegnare i personaggi come faceva Walt Disney” – ha detto.

Recentemente, ha esordito come piccolo scrittore, è quasi certamente, il più piccolo d’Italia, con il romanzo: “Viaggio nell’antica Grecia”.

Il testo è stato pubblicato dalla casa editrice Edas di Mimma Vicidomini che ha apprezzato l’idea del giovanissimo scrittore: “Sono rimasta colpita dalla passione di Leonardo. Ritengo sia importante investire sulla crescita culturale dei bambini”.

La copertina porta la firma del bravissimo Lelio Bonaccorso, fumettista siciliano che vanta collaborazioni con Disney, Warner Bros, Bonelli e Marvel, che durante un’intervista ha dichiarato: “Mi piace incoraggiare i bambini a inseguire i loro sogni. Quando lo facevano con me quando ero piccolo, mi sentivo invogliato a continuare”.

Leonardo ha mostrato a tutti la sua capacità di volare con la fantasia, di sognare e di far sognare quanti leggono il suo libro. Il romanzo racconta la storia di un bambino che trova una moneta d’oro che lo condurrà in un viaggio nel tempo. Insieme ai suoi compagni avrà una missione da compiere: deve svelare il mistero che si nasconde dietro la moneta e spiegare al mondo perché proprio lui l’ha trovata.

La prima presentazione del libro è avvenuta a Messina, presso il Circolo del Tennis e della Vela, e durante la presentazione sono intervenuto anch’io.

C’è già chi gli ha chiesto di pubblicare il testo sia in Grecia che negli Stati Uniti. Ma lui sta lavorando al suo prossimo romanzo ed è molto impegnato e concentrato.

In un mondo dove a questa età i ragazzi si intontiscono già sui social ascoltare il piccolo Leo che ha parla del suo libro usando congiuntivi meglio di qualche politico è un segnale di speranza per tutti noi.

Leo usa il tablet abbastanza ma non a tal punto da esserne dipendente.

L’estate evidenzia come anche in spiaggia tanti bambini arrivano con in mano tablet e smartphone. Non hanno più i secchielli, non fanno i castelli sabbia e non corrono tra gli ombrelloni.

I piccoli bagnanti 5.0 sono concentrati sui loro giochi. Guardano il calcetto posizionato nel chiosco sulla riva come se fosse qualcosa di giurassico.

Non amano ascoltare la musica se non i tormentoni. E quello che noi facevamo sembra far parte di ricordi in bianco e nero. I genitori li criticano ma forniscono gli strumenti ai più piccoli per stare in santa pace: abbronzarsi, chattare o ogni tanto fare qualche bagno…se c’è troppo caldo. I bambini? Stanno poco in acqua. Non possono staccarsi dallo smartphone, perché devono chattare o commentare su Instagram le storie dei loro amici.

I genitori li dotano dell’ultima generazione di videogiochi e li vediamo sotto l’ombrellone nella peggiore delle ipotesi con il cellulare di papà o mamma. Non bisogna trascurare il fatto che i bambini entrano in possesso di un dispositivo mobile a partire dai 5/6 anni, ma hanno già utilizzato in modo quasi continuativo i dispositivi dei propri genitori. I dati emersi da numerose ricerche sono piuttosto allarmanti e non parlo solo dei bambini italiani, ma anche dei bambini che vivono nelle diverse nazioni europee.

Un altro universo…un’altra estate… In fondo, un altro universo esiste già che ha un nome preciso: Metaverso. Una dimensione in cui è difficile distinguere la realtà dalla finzione e tutti fanno a gara per provare questa nuova dimensione.

In queste ultime ore l’ANSA ha diffuso la notizia della prima laurea nel Metaverso. Edoardo Di Pietro, di Colle Val d’Elsa (Siena), è il primo laureando in Italia del Metaverso. Il 25enne, iscritto al corso di studi magistrali in Comunicazione, Ict e Media, è arrivato al Campus Einaudi di Torino nel primo pomeriggio. Proprio sulla piattaforma Spatial.io, che ha creato a forma di arena, ha discusso la sua tesi “Tra presente e futuro: l’impatto del Metaverso sulla società. Analisi e applicazioni del caso studio Tembo su Minecraft”. La giovane fidanzata di Edoardo, Caterina ha assistito alla discussione attraverso la stanza virtuale, poiché vive in Giappone per studiare.

Il sociologo Bauman ha proposto una riflessione sulla vita moderna, sempre più spesso divisa tra online e offline, evidenziando le implicazioni più critiche della rivoluzione digitale. “Non sempre – sostiene Bauman – la migrazione della nostra vita online si traduce in un effettivo potenziamento.”

L’era digitale ha portato la creazione di reti ma non di comunità, semmai di comunità “guardaroba” dove basta poco per disfarsi di oggetti e persone. La rete ci mette in contatto più velocemente ma ci rende più deboli, aumentando il senso di solitudine portando insicurezza e, a lungo andare, infelicità. E a rendere così attraenti le reti è la loro perpetua transitorietà, la loro natura temporanea perché eternamente provvisoria, il loro astenersi dall’imporre impegni a lungo termine o una rigorosa disciplina. “Stiamo nel mondo online per sentirci meno soli”- aggiunge Bauman ed io aggiungerei che soli lo siamo davvero.

Ma per fortuna ci sono anche i bambini come Leo che ci aiutano a vivere la vita reale, perché è lì che si trova ciò di cui abbiamo bisogno: gli affetti, i sentimenti e i valori quelli veri. Io sono rimasto affascinato da questa ragazzo che non è affatto adultizzato.

Leo è semplicemente meraviglioso e va sostenuto ed emulato.

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