L’affermazione della legalità è imprescindibile da qualsivoglia discorso sul riscatto sociale, sulla ripresa, sulla speranza. Legalità, soprattutto tra i dirigenti pubblici, fa rima con qualità, con efficienza, con futuro. La riscossa del Sud può e deve partire da una classe dirigente preparata, umile, onesta, pragmatica.
È solo da questo momento che sarà possibile mettere in moto la macchina dello sviluppo: dotare il Sud di infrastrutture “europee”sarà la priorità, sia per rimettere in moto l’edilizia, che vale da sola l’11% del Pil, che per ridare dignità al Meridione.
Grazie alle infrastrutture sarà possibile rendere più facilmente raggiungibile il Sud, che, non dimentichiamolo, è dotato di una risorsa importante, preziosa e, soprattutto, non esportabile: le bellezze naturalistiche e architettoniche. Nel post pandemia il turismo nelle regioni meridionali deve diventare la punta di diamante per l’intero territorio. Insieme all’industria manifatturiera ed alimentare, per citare i settori con maggiore vivacità.
Due illustri meridionalisti come Don Tonino Bello e Gaetano Salvemini, in tempi non sospetti affermavano Sviluppo e solidarietà, nei loro ragionamenti che ancora oggi, e per intere generazioni, sono stati un faro. Altro tema è quello della politica intesa come servizio, come la forma più alta e più esigente di carità. È da qui che bisogna partire, dall’impegno sociale e dalla voglia di riscatto, per costruire solide basi per un futuro di crescita e benessere.