Alcuni artisti da sempre vengono definiti locali e noi pensiamo che abbiano importanza solo per un determinato territorio perché ci hanno sempre vissuto, magari rappresentandolo, facendo del luogo natio il momento più importante della loro opera. Molto spesso sbagliamo. Non per questo sono artisti locali, spesso sono artisti tout court. Uno di questi per certo è Carlo Guarnieri, pittore e incisore su legno, disegnatore di fama europea, soprattutto per la padronanza della tecnica che lo vede lavorare con lo scalpello e inchiostrare fino a trasformare il soggetto in opera d’arte. Bene ha fatto Gianluca Camerini, da tempo impegnato nella salvaguardia storica del territorio, a realizzare con Archivinform e con il sostegno del Comune di Campiglia un documentario di dieci minuti scarsi (ma intensi) sul grande artista campigliese.
Il lavoro è diviso in due momenti ben distinti, subito dopo i titoli di testa, sui quali scorrono alcuni dei quadri più interessanti conservati al Palazzo Pretorio di Campiglia, nel Museo Guarnieri, costruito per volontà della famiglia che ha donato le opere del pittore al Comune.
Il primo momento, più emozionale, vede in primo piano la nipote Luisa Guarnieri che ricorda il nonno immerso in uno studio pieno di luce che filtrava dal lucernario, intriso di profumi di pittura, sempre prodigo di consigli nei confronti dei suoi piccoli disegni. Luisa rammenta quei pennelli artigianali fatti con setole di cinghiale e il colore che il nonno applicava su tela con le mani per conferire al quadro un aspetto tridimensionale. La sua voce fuori campo ricorda le abitudini di Guarnieri, tra passeggiate in mezzo agli olivi e partite a carte; vediamo il ritratto di Luisa bambina, sentiamo quasi il fischiettare delle solite note di un motivetto che il nonno amava ripetere. Carlo Guarnieri era una persona gioviale e brillante, gentile con tutti, esortava sempre a lavorare cercando di fare il meglio, indipendentemente dai risultati, aveva sempre una buona parola per chi veniva a chiedere consigli oppure solo a parlare d’arte. Riceveva molti studenti, con loro era ancor più indulgente, amava insegnare e mostrare le varie tecniche di pittura, anche se aggiungeva che ognuno doveva trovare un modo personale per esprimersi. Non amava parlare della sua storia, anche se aveva attraversato due guerre e di cose da dire ne avrebbe avute tante. Il suo modo di dipingere non cavalcava le mode, come ogni grande artista, ma si poneva fuori dalle mode e dalle correnti, il suo motto da seguire era: Bisogna rendere giustizia all’arte come una causa da non tradire mai.
Il secondo momento del breve documentario vede una parte più tecnica curata dal critico d’arte Andrea Baldocchi, per spiegare il posto di Carlo Guarnieri nel panorama artistico nazionale. Siamo di fronte a un autore che è stato prima di tutto un disegnatore interessante, in secondo luogo un pittore, ma soprattutto un grande incisore su legno, uno xilografo di fama europea. Guarnieri crea una forma, la inchiostra, le conferisce vita, caratterizzando la tecnica con uno stile personale.
Un documentario che potere vedere a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=26nTrgSqUTA. Un lavoro davvero interessante, ben dosato tra musica, colori, dipinti dell’artista e informazioni biografiche e critiche.