Quanti leggeranno questi racconti riusciranno a viaggiare con la fantasia e comprenderanno, grazie al linguaggio chiaro e diretto dell’autore, la grandezza della spiritualità dell’autore.
Il libro di cui voglio parlarvi ha come leitmotiv uno degli elementi naturali che amo di più: il mare. Osservare il mare per me significa riuscire a comprendere il valore della parola pace. La quiete del cuore e dell’anima che abbraccia il ciclo della vita, dei giorni e delle ore.
La mia passione nei confronti del mare può riassumersi nelle parole libertà e poesia. Proprio la letteratura ha visto poeti e scrittori confrontarsi sul mare e spesso è diventato il protagonista di romanzi, testi poetici e racconti.
Il mare ti chiama e ti entra dentro così come è successo al mio giovane amico e bravo giornalista gelese Domenico Russello.
“C’è sempre il mare” è il romanzo d’esordio di Domenico Russello, edito da L’Erudita di Giulio Perrone ed è già disponibile in tutte le librerie d’Italia e negli online store.
Domenico Russello è nato a Catania nel 1990, vive e lavora a Gela. Ha iniziato la sua carriera come giornalista fin da giovanissimo. Ha collaborato con le principali testate locali. Oggi, è uno dei più bravi collaboratori locali per La Sicilia e per il Gazzettino di Gela. Nel 2020 ha ideato e condotto in streaming su Today24 Still Lif – Foto di Sicilia, raccontando storie della sua terra tra TV, musica, arte e nuovi media. Appassionato di teatro e musical, si è laureato in Lettere all’Università degli Studi di Catania. Un uomo che ha sviluppato un’enorme passione per la scrittura e che ama esprimere sé stesso attraverso la penna.
In questo testo ha raccolto i suoi ricordi e le storie nate durante il primo lockdown. Sette racconti che esplorano il suo passato e il suo presente. Stati d’animo ed emozioni che colorano ogni singola pagina. Un’ispirazione cresciuta piano piano e mai studiata strategicamente. Il mare di Domenico custodisce la memoria più delicata, i segreti più nascosti, è l’osservatore assoluto delle vicende più belle e anche più amare e soprattutto colma le assenze.
Un mare che diventa sicurezza per le persone che vivono gioie e drammi. Una cornice che diventa fondamentale nel delineare amore, violenza, inquietudine e razionalità.
In una intervista, rilasciata al Quotidiano di Gela, Domenico ha spiegato come è nato il suo volume: “Mano a mano che le prime storie di questo libro prendevano forma, mi è venuta l’idea del mare come filo conduttore. Il periodo risale al primo lockdown, il cosiddetto lockdown “duro”. In questo isolamento tutti abbiamo notato le cose che ci mancavano e che in quel momento sembravano irraggiungibili. Il mare è stato tra queste e ho riconsiderato il mio rapporto con il mare. Ho ripensato a quanto il mare fosse presente nella mia vita e alla sua importanza. Ho cercato di portare i miei ragionamenti in questi racconti, consegnati al mio primo libro”.
L’incanto e la magia, l’estasi della bellezza che ci avvolge, anche quando non riusciamo a trovare il tempo per contemplare la magnificenza della natura.
L’autore non ha scritto un romanzo autobiografico, ma nelle sue parole si percepisce con forza la presenza della città di Gela, attraverso innumerevoli sensazioni e suggestioni. Lo scopo è quello di aiutare il lettore ad immedesimarsi nei racconti e devo dire che Domenico è riuscito a raggiungere il suo obiettivo. La lettura evidenzia il forte legame dell’autore con la sua terra e il suo senso di appartenenza.
“Gela è presente nel mio libro, perché Gela è la mia città ed è la città in cui lavoro. Gela è la città che amo e sono profondamente innamorato di questo territorio”- ha detto Domenico.
Lo scrittore ha dichiarato che c’è un racconto che ha un sapore particolare ovvero “Le sue mani bianche”, dedicato a sua nonna che non è più in vita. Un ricordo nato in maniera spontanea e sincera che Domenico è riuscito ad esternare, benché non sia facile per lui condividere emozioni cosi intime e profonde.
Nel racconto “La tempesta si attraversa” la protagonista è una giovane donna vittima di violenza. Il femminicidio è un argomento di cui ho tanto parlato e che resta, purtroppo, di stringente attualità. Nonostante tutto quello che è stato fatto, in termini legislativi, nonostante le iniziative di prevenzione, non si riesce a fermare questa ondata di omicidi. Si parla quasi di una donna uccisa ogni giorno nel nostro paese.
L’ultimo racconto dal titolo “Ti racconto una storia” è dedicato a Gela e conclude il libro. Quanti leggeranno questi racconti riusciranno a viaggiare con la fantasia e comprenderanno, grazie al linguaggio chiaro e diretto dell’autore, la grandezza della spiritualità di Domenico.
Da sociologo della comunicazione ho affrontato il tema della migrazione, dove il mare diventa scenario di morte per tanti uomini, donne e bambini.
Papa, Francesco continua a ripetere che siamo tutti fratelli, con qualunque colore della pelle, e che senza l’altro non siamo niente. Purtroppo, non sempre ce ne ricordiamo. Viviamo nell’illusione di un’effimera condivisione che sfortunatamente non riesce ad affermarsi. In questo contesto si innestano gli altri, i migranti, che in qualche modo tentano di usurpare quella fragile identità, con i quali appare inverosimile dover condividere lo stesso sentire globale.
Le urla del razzismo e del rifiuto sono la colonna sonora del nostro quotidiano. Il fenomeno non è governato, lavoriamo sull’emergenza e non sulla progettazione. Viviamo all’insegna della paura dell’altro e non dell’accettazione. Ma se non comprendiamo la necessità del cambiamento, la società continuerà ad essere divisa. Ecco che il mare ci mostra il binomio paura/odio e ci presenta il conto di questa diffusa intolleranza.
Ringrazio Domenico per la sua amicizia e per quanto è riuscito a donarmi, attraverso il suo libro. Alla luce del “cattivismo” diffuso, che affligge la nostra esistenza, ha fatto bene Domenico a dedicare il testo a chi nel buio ci aiuta a trovare la luce e la speranza.
A quelle persone che, con poche parole, riescono a starci accanto anche da lontano e a darci conforto rendendosi presenza viva.
Allora “immergetevi” nella lettura di questo volume, seguendo il pensiero di Jacques-Yves Cousteau: “Il mare, una volta lanciato il suo incantesimo, ti tiene per sempre nella sua rete di meraviglia”… proprio come questo libro!