Giorgia Cecere (1961) è una regista pugliese che ha diretto solo tre pellicole (Il primo incarico, 2010 e Sulla giostra, 2021), oltre a In un posto bellissimo (2015), ma è anche una sceneggiatrice diplomata al Centro Sperimentale che ha lavorato con Gianni Amelio (candidata al David di Donatello per Il ladro di bambini) e a diverse serie televisive popolari. Sulla giostra – lavoro teatrale sul rapporto tra due donne che dopo tanti anni s’incontrano nella Puglia Salentina – l’abbiamo apprezzato grazie a Rai 5, canale televisivo che trasmette film senza pubblicità, come avrebbe voluto Fellini, che adesso ci ha regalato anche la programmazione de In un posto bellissimo. In sintesi la trama. Lucia è comproprietaria di un negozio di fiori nel centro di Asti, il marito Andrea è un affermato dirigente d’azienda, il figlio Tommaso è un adolescente ribelle. Lucia ricorda la scomparsa della sua migliore amica avvenuta in un tragico incidente stradale e vive quel fatto come una ferita profonda, a un certo punto conosce Feysal – un venditore ambulante straniero – e il rapporto con il marito (che l’ha sempre tradita, ma lei fingeva di non sapere) va in crisi. Lucia scopre che si potrebbe fare a meno di molte cose inutili, come un matrimonio di facciata, per vivere in un posto bellissimo, insieme alla presenze importanti della sua vita, anche se di loro ormai restano solo i fantasmi. Non tutto è risolto alla perfezione in questa pellicola, la regia risulta monocorde, la fotografia giallo ocra è monotona, il montaggio è fin troppo compassato, la sceneggiatura presenta alcune incongruenze, ma il tentativo di dar vita a una soluzione originale per una crisi di coppia ambientata nella provincia italiana, con finale metaforico e persino fantastico, merita la visione. La regista – insieme a Pierpaolo Pirone – racconta la fine di un amore e il coraggio che la donna trova nel sapersi abbandonare alla sua parte più intima, sulle onde dell’amicizia perduta e ritrovata, in una storia di tolleranza e di apertura verso il diverso. Il film narra la presa di coscienza di una moglie che abbandona un matrimonio finito per andare a vivere da sola, in un luogo di sogno tutto da costruire, dove si deve ripartire da zero, soprattutto dall’amore. Un altro difetto del film è il suono in presa diretta che rende molte battute poco comprensibili, danneggiando la recitazione di Isabella Ragonese (dai toni bassi). Il film è ben ambientato nel centro storico di Asti e dintorni periferici, gode del sostegno della locale Film Commission oltre ai contributi ministeriali riservati al cinema d’autore. Attori tutti molto bravi, da un arrogante Alessio Boni (il marito Andrea) a una sin troppo comprensiva Isabella Ragonese (Lucia), passando per Piera Degli Esposti (Adriana) e Paolo Sassanelli (Angelo), mentre l’amico extracomunitario è il non professionista Faysal Abbaoui (Feysal). Il film si può apprezzare su Rai Play e merita la visione, considerata la pochezza della cinematografia italiana, per originalità e buona cura tecnica.
Regia: Giorgia Cecere. Soggetto e Sceneggiatura. Giorgia Cecere, Pierpaolo Pirone. Fotografia: Claudio Cofrancesco. Montaggio: Annalisa Forgione. Musiche: Donatello Pisanello. Scenografia: Giorgio Barullo. Costumi: Daniela Ciancio. Produzione: Donatella Botti. Distribuzione (Italia): Teodora Film. Durata: 100’. Genere: Drammatico. Paese di Produzione: Italia, 2015. Lingua: Italiano. Interpreti: Isabella Ragonese (Lucia), Alessio Boni (Andrea), Piera Degli Esposti (Adriana), Paolo Sassanelli (Angelo), Tatiana Lepore (Carla), Michele Griffo (Tommaso), Faysal Abbaoui (Feysal), Teresa Acerbis (madre di Lucia).