“Io e Spotty”, un film che trasforma un attrito della vita in passione creativa

Articolo di Paolo Quaglia

Coppia disfunzionale vive con il sorriso la condizione. Lei studentessa fuoricorso, lui animatore s’incontrano grazie al cane Spotty. Eva, convinta di dover accudire il quadrupede, scopre che in realtà l’animale non è altro che il suo sedicente proprietario. Matteo prende le sembianze del cane per esorcizzare un mondo e una socialità troppo stretti al suo animo gentile. Seganti entrambi dalla vita, i due giovani troveranno nel rapporto la ragione per tornare a sorridere.

Io e Spotty è un film di Cosimo Gomez che trasforma un attrito della vita in passione creativa. Tra la commedia e l’intimismo, l’atmosfera creata è quella di una favola moderna con protagonisti due adulti poco avvezzi a socializzare divertendosi. Il rapporto che va in scena si costruisce attraverso la comprensione e la tolleranza che Eva dimostra verso Matteo. Un ritratto gentile che diverte e fa pensare alla semplicità complessa del conoscersi. Partendo da due individui all’apparenza incerti Gomez costruisce un mondo in cui potersi identificare. Giocato su cambi di ritmo, ben scritti il film riesce ad arrivare attraverso la creatività. Una storia complessa che diventa semplice regalando la speranza del possibile. Guardando dietro le convenzioni Io e Spotty dimostra quanto le ragioni per andare avanti siano di là dai vincoli.

La dipendenza da psicofarmaci di Eva o il disincanto di Matteo sono due facce di un mondo caotico che il film lascia da parte per rappresentarne uno fantastico e per questo proponibile. La malinconia, spesso lieve, della solitudine può essere cancellata da uno scopo. L’amore è da sempre lo scopo ma la forza di Gomez è di mostrare la costruzione del sentimento e non la fascinazione immediata. Io e Spotty è un esempio di cinema personale e atipico che si può apprezzare solo se disposti a fare un passo oltre le convenzioni del genere. Ottimi dialoghi alternano le diverse fasi di un rapporto insolito che va dal dubbio alla certezza di bastare a se stesso.

Michela De Rossi e Filippo Scotti danno vita alla crescita dei due protagonisti passando dal dubbio alla voglia di andare avanti con il fluire degli eventi. Un film vero che sconfina in quel fantastico cui non resta che credere e di cui il bisogno continua a sentirsi.

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