Il cinema è come la vita ha bisogno di facce. Ci sono attori nati e ottimi talenti, ci sono incapaci fortunati o capaci dolenti e poi ci sono i mostri sacri. Il 17 luglio del 1899 nasceva a New York James Cagney. Figlio di un barista e di una casalinga il futuro protagonista di Nemico Pubblico cresce in un quartiere popolare della città, adattandosi a fare ogni mestiere. Dare una mano alla famiglia e specialmente ai due fratelli è stata una prerogativa per Cagney fin da piccolo. La passione per il teatro e la danza sono delle condizioni accessorie, attraverso le quali il giovane James vede la possibilità di guadagnare un salario decente. Una gavetta sudata per strada e sui palcoscenici del vaudeville lo renderà l’attore totale. Prima di qualsiasi metodo Stanislavskij, andrebbe citato un metodo Cagney. Il suo approccio alla recitazione era reale, per niente artefatto e in grado di cambiare secondo il ruolo. Sebbene sia conosciuto al grande pubblico per i suoi ruoli da gangster, Cagney ha dimostrato negli anni come i suoi “tought guy” siano stati personaggi carichi di quelle contraddizioni che li hanno resi eterni. Orson Welles sosteneva che Jimmy fosse l’attore più reale e più disarmante di sempre. Gli aneddoti sulla sua carriera, pur breve si sprecano: dal suo esordio come ballerino en travesti in una commedia musicale per arrivare alla profonda influenza esercitata su stelle del futuro. Senza il protagonista di Amami o Lasciami non ci sarebbero Robert De Niro o Al Pacino; Jack Nicholson o Marlon Brando. Sposato con la stessa donna per sessantaquattro anni, aveva una personalità riservata che lo portava a dividere il lavoro dalla famiglia senza avere particolare interesse per la vita sociale della stella. Nel 1961, dopo aver lavorato con Billy Wilder nella commedia 1,2, 3 Cagney decide di abbandonare le scene e di ritirarsi. Trentuno anni di carriera sono stati sufficienti a creare un mito del cinema che ancora oggi gode di grande stima. Negli anni a venire le proposte non mancheranno e i rifiuti, da parte dell’attore, nemmeno. Proposte di gran classe come quella di Coppola per Il padrino, lasciavano l’artista grato ma indifferente. Si dice che le persone intelligenti sono quelle in grado di tacere, per qualche anno il cinema non è più stato la casa di Cagney. Tornerà solo per Ragtime nel 1981, per la regia di Milos Forman .
Nemico pubblico William Wellman 1931
Nella New York di inizio novecento Tom Powers è un ragazzino dei quartieri popolari che comincia la sua formazione nella malavita. Passano gli anni e l’adolescente diventa un criminale a tutto tondo. Nonostante la sua anima malavitosa Powers vive di grandi slanci umani cui si alternano atti d’incredibile violenza. Molto legato alla famiglia il gangster ingaggerà una guerra per il controllo della città. Film che ha fatto conoscere James Cagney al grande pubblico è la storia di una formazione e di una disgregazione causata dalle circostanze. Regia efficace e gran ritmo ne garantiscono la godibilità e la profonda innovazione. L’interpretazione del protagonista è reale ed esplosiva, come un personaggio simile richiede. Un esempio di cinema delle origini che ha influenzato il genere dettandone le regole.
Jimmy il gentiluomo Michael Curtiz 1934
Simpatico giovanottone va a caccia di dote utilizzando ironia e una buona intraprendenza con l’altro sesso. Dopo anni di onorato mestiere la sua attività è messa a dura prova da un’affascinante signorina interpretata da Bette Davis. Commedia romantica di ottima fattura dimostra come Cagney sia in grado di interpretare personaggi buffi e sgangherati. L’attore, smessi i panni del criminale, diverte il pubblico prendendosi in giro e utilizzando le sue abilità di trasformista. Una sceneggiatura divertente è esaltata dalla coppia di attori protagonisti e dalla regia attenta di Michael Curtiz. In antitesi alla commedia sofisticata, molto in voga negli anni trenta, Jimmy il gentiluomo è di stampo popolare utilizzando la risata in maniera romantico situazionista per intrattenere il pubblico.
La città del peccato Anatole Litvak 1940
Nell America degli anni trenta un camionista accetta la proposta di diventare pugile per migliorare la sua situazione economica. La carriera sembra decollare ma in un incontro andato male l’uomo perde la vista ed è costretto a reinventare tutta la sua vita, non potrà far altro che vendere giornali. Dramma di stampo classico ottimamente confezionato dove si affrontano i problemi legati al ceto popolare di una città come New York. In antitesi al personaggio di Nemico Pubblico qui Cagney recita in maniera compassata accentuando la bontà di un uomo che vorrebbe vivere serenamente. Responsabile verso il fratello riuscirà a farlo diventare un grande compositore scoprendo che la vita da sempre una seconda occasione. La regia di Litvak è compassata e funzionale alla vicenda e i dialoghi entrano nel dramma senza tirare la lacrima e dando esempio di come la classicità possa ancora emozionare. La città del peccato è un film costruito per esaltare la pacatezza di Cagney e apprezzarne i cambi di ritmo secondo le scene, uno dei finali più emozionanti del cinema anni 40.
1,2,3 Billy Wilder 1961
In una Berlino cadenzata dalla guerra fredda il vicedirettore della Coca Cola cerca di allargare le vendite nella parte a trazione sovietica. Purtroppo i risultati non arrivano perché la figlia del suo capo vorrebbe sposarsi con un attivista comunista, toccherà al povero dirigente preoccuparsi di evitare il disastro. Il film è l’esempio assoluto di come un attore possa trainare l’intero prodotto. James Cagney recita senza sbagliare un colpo, la sua performance rimane al limite del credibile. Lo spettatore non può che rimanere a bocca aperta dalla parlata straordinariamente comica ed efficace dell’attore newyorkese, qui in stato di grazia. La sceneggiatura di Wilder, politicamente scorretta, e un preciso impianto teatrale rendono il film godibilissimo. Punzecchiature e caricature per americani, russi ed ex nazisti, desiderosi di mascherarsi, esprimono la simpatica goliardia degli autori.
Ribalta di gloria Michael Curtiz 1942
Vita e miracoli del poliedrico George M Cohan, fu cantante, ballerino e scrittore. Il film narra la vita dell’artista dagli arbori nel vaudeville passando per il suo impegno nella guerra del ‘15-18, fino ad arrivare all’onorificenza attribuitagli dal presidente Roosevelt. James Cagney vinse l’oscar come miglior attore per la sua duttilità. Il protagonista passa dal ballo alla danza alla recitazione ironica alternando toni drammatici al proverbiale entusiasmo che l’ha reso un vero eroe americano. Il regista riesce ad accompagnare lo spettatore in questa epica americana, dove il sogno non sembra mai sbiadire. Volere è potere nel paese della libertà e Cagney ricopre perfettamente tutti i talenti di cui Cohan era dotato. Un film classico, quasi totale, dove il ballo si fonde perfettamente con la storia e dove i personaggi cambiano seguendo lo scorrere degli eventi. Questa pellicola ha ispirato molte generazioni di artisti rimanendo un punto di riferimento per le anime creative.