Regia: Antonio Bonifacio. Soggetto e Sceneggiatura: Daniele Stroppa. Fotografia: Angelo Lannutti. Montaggio: Franco Letti. Direttore di Produzione: Maurizio Mattei. Assistente alla Produzione: Ada Saruis Bandiera. Art Director (Scenografie): Antonio Visone. Costumi: Alessia Mattei. Aiuto Regista: Massimo Giacchi. Assistenti Operatori: Donatella Donati, Ettore Corso. Fotografo di Scena: Carlo Lannutti. Fonico: Andrea Angioli. Edizioni Musicali: Emi Music Publishing Italia srl. Produttore: Remo Angioli. Produzione: Real Film srl. Negativo: Kodak spa. Sviluppo e Stampa: Technicolor spa. Durata. 87’. Genere: Erotico/Drammatico. Interpreti: Demetra Hampton (Kreola), Theo Losito (Andy), Cinzia Monreale (Jo Ann), John Armstead (Leon), Cristina Garavaglia (Consuelo), Marco Carbonaro (Marco), Cristina Rinaldi (Iris).
Antonio Bonifacio (Cosenza, 1957) è un tuttofare nel mondo del cinema: attore, sceneggiatore e persino regista – anche televisivo – di un pugno di pellicole dimenticabili. Aiuto di Aristide Massaccesi, fa ben sperare al debutto (Appuntamento in nero, 1989), per finire a girare opere di minor qualità: Nostalgia di un piccolo grande amore (1991), Kreola (1993), La strana storia di Olga O (1995) – con Serena Grandi -, Laura non c’è (1998, un flop!), Il delitto di via Monti Parioli (1998) e Il monastero (2004). Per la televisione realizza il serial Turbo (1999) – che imita Il commissario Rex – e La stanza della fotografia, discreto film di genere.
Kreola passa spesso su qualche televisione privata ed è visibile in rete in lingua inglese, edizione nella quale ha avuto maggior diffusione. La storia si riassume in poche righe. Kreola (Hampton) raggiunge a Santo Domingo il marito fotografo Andy (Losito), finisce per innamorarsi del rude pescatore Leon (Armstead), che aveva già intessuto una relazione con Iris (Rinaldi), fidanzata di Marco (Carbonaro). Ne viene fuori un intrigo di amori e gelosie che procede con tempi lenti e ritmo sincopato. Molto erotismo, un po’ di thriller, tensione ai minimi termini e finale scontato, con Kreola che torna dal marito.
Il motivo che spinge ancora oggi a guardare un film come Kreola è il ricordo di quel che è stato il cinema italiano, ripensando a Joe D’Amato e ai suoi erotici dominicani che Bonifacio in molte sequenze omaggia a dovere. Kreola è un esotico – erotico raffinato, fuori tempo massimo quanto si vuole, ma fotografato benissimo e girato in una location suggestiva. Santo Domingo con il suo mare, le spiagge, le case coloniali, la musica a tempo di merengue e bachata che permea di sé ogni sequenza, persino le isolette tropicali e la suggestione delle feste caraibiche. Il cast femminile non è male: Demetra Hapton – la sexy Valentina televisiva – è molto sensuale e recita senza imbarazzo intense scene erotiche. Cristina Rinaldi e Cristina Garavaglia non sono da meno, le vediamo spesso senza veli, mentre Cinzia Montreale è brava e convincente, ma non si toglie un vestito. Molte ombre sul cast maschile, tre attori da fotoromanzo, soltanto belli, poco dotati da un punto di vista espressivo. Dialoghi risibili, storia ridotta e risaputa, numeri erotici che promettono molto con un primo rapporto sotto la doccia, ma finiscono per risultare ripetitivi. Il regista dirige il cast con mano ferma, bravo nelle sequenze erotiche, soft ma eccessive, in alcuni casi ai limiti del porno. Nessun accenno alla cultura locale e ai riti vudù, come faceva Massaccesi; il film scorre sulla sceneggiatura monocorde di Stroppa che a un certo punto potrebbe presentare una deriva drammatica ma viene contenuta. Finale abbastanza scialbo, così come il film non è un capolavoro, ma in piena crisi del cinema di genere anni Novanta non c’era da attendersi molto di più. Interpretazione autentica di Antonio Bonifacio: “Un film senza sceneggiatura, uno di quei film che si fanno per pagare i buffi di quelli precedenti. Demetra Hampton tutte le mattine veniva sul set e urlava. Non le importava niente del film, che aveva fatto per soldi. Un film che non ha storia, non ha niente. E poi gli attori sono tutti sbagliati. A Santo Domingo non avevo né carrello né binario, solo la macchina da presa e la pellicola” (Nocturno Cinema). Fin troppo drastico. Kreola resta un sentito omaggio a Massaccesi, una pellicola che tenta (senza esito positivo) di rivitalizzare l’esotico erotico. Si guarda per interessi storici e per ammirare la bellezza selvaggia di Demetra Hampton.