La Croce del Mare

Articolo di Bartolomeo Di Giovanni

Il mare custode del tempo, custode di sogni, ricordi, desideri, quando siamo in prossimità di una spiaggia chi non è attratto dal continuo movimento delle onde, dall’orizzonte, chi non viene rapito dalla bellezza che si esprime con il silenzio?

il Mare Mediterraneo è un mare che ha contrassegnato la storia di molti popoli, uno dei mari che racconta molto, in questi anni stiamo assistendo a tragedie oltre le umane sopportazioni, triste palcoscenico di anime alla ricerca di un territorio ove piantare un chicco di grano.

il 25 febbraio scorso una imbarcazione non ha mai toccato riva, hanno perso la vita innocenti alla ricerca di un po’ di pace, guardare le loro bare una dietro l’altra con la disperazione dei sopravvissuti, è una immagine da Via Crucis, La passione di Cristo quest’anno è avvenuta a Cutrò in provincia di Crotone, davanti a questo

insostenibile dolore ogni parola perde di significato, solo una grande fede e tanta speranza possono riuscire a lenire le dolorosissime ferite.

il mare ha consegnato alla riva i resti della barca inabissata, un probabile segno espresso attraverso il linguaggio mistico, quasi a voler gridare al mondo il sopravvento della indifferenza, si ha necessità di fare risorgere la bellezza degli abbracci, Il pianeta, nonostante le diversità culturali, appartiene a tutti, l’uomo ne è custode e non padrone.

Impossibile dimenticare, soprattutto in questo periodo di riflessione, dovremmo sentire quella voce interiore che deve condurre ad una profondo raccoglimento,

in questi giorni i media stanno comunicando qualcosa di straordinario, un segno di speranza perché si costruisce una umanità dove l’unico imperativo è l’ Amore e la condivisione, è stata realizzata una croce con i resti dell’imbarcazione che il mare ha portato a riva, probabilmente l’anima del mondo, e delle vittime, gridano davanti una opulenza creatrice di divisione tra i popoli, tra la gente.

Maurizio Giglio è l’artista di Le Castella, che ha realizzato la croce suscitando clamore a coloro che ancora una anima ce l’hanno, infatti Maurizio ha impiegato le sue capacità, ma ci sono coloro che hanno raccolto i resti, gente che ancora sa commuoversi, riconoscere sé stessa attraverso l’altro. Una Croce che viene dal mare, con un particolare, ovvero un solo braccio, l’altro è proprio sulla terra a raccogliere le lacrime silenti che non hanno nessuna colpa, il braccio evidente è l’attesa di poter accogliere l’umanità redenta. Padre Francesco Loprete è il sacerdote che ha pensato ad una Via Crucis con quella stessa croce quale rappresentazione più significativa della quaresima. Infatti non è una croce esclusiva ma appartiene a tutti, simbolo ecumenico che rappresenta tutti, adesso l’opera è stata consegnata al parroco di Cutrò, ma già sono state rese note le richieste di parrocchie e associazioni per la via crucis, organizzate dalle parrocchie di appartenenza, da Crotone a Rende, a Carfizzi addirittura fino a Molfetta.

Qualche poeta, mosso da una profonda commozione ha scritto dei componimenti:

Braccio di Speranza
E ancora un chiodo sul polso
di un braccio stanco, e l’altro
tra i mari della vita a raccogliere
lacrime di addolorati naviganti.
Ci sarà la resurrezione,
anche un solo cuore che bacerà
la forza di Cristo redimerà
quegli occhi bassi e miseri
davanti a schegge che
hanno urlato alla vita.

(Stefania Russo).

Via Crucis
Tu mi dirai di sorridere,
piangerò ancora ai piedi
di una croce levigata
da anime aggrappate
nel seno della vergine speranza.
Darò ogni fetta di pane
lascerò per me le briciole,
donerò le mie mani,
non ho paura di entrare
in fraudolente dimore.
Non potrò dormire fino
A quando non sarà
la Pasqua di quei Kristo
che non trovano pace.
E tu dove sei? A sventolare
giustizia nei grandi edifici?
(TheoScalzo44)

Cosa ci si aspetta adesso? Maurizio Giglio, con voce commossa ha detto:

“Dobbiamo risvegliare molti cuori, tanto dolore e troppa indifferenza”.

Sicuramente bisogna scendere dalle altezze e camminare in mezzo a chi ancora non conosce il sorriso, in mezzo a chi non ha colpa di essere nato in luoghi sempre più colpiti dalla sofferenza, meno parole e più azione, ma anche parole che seguono l’agire del cuore.

Si ringrazia l’autore dell’opera, Maurizio Giglio e P. Francesco Loprete per la concessione della foto.

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