La democrazia e la libertà sono in pericolo

Articolo di Massimo Rossi

Mi ero proposto di non scrivere nulla sul conflitto in atto in Ucraina. Non ho alcuna competenza né in geopolitica né in sistemi di difesa o altro che attenga alla guerra in se. Ma credo che chi affronta la guerra parlando di questo, in realtà, fa come quel medico che, invece di capire qual è la malattia per individuare la cura, si limita ad osservare il decorso della malattia stessa. La guerra nel XXI secolo è un atto immorale, criminale ed inaccettabile. Questo, in ogni luogo della Terra la guerra sia e si concretizzi uccidendo e violando i diritti di persone inermi e disarmate.

Forse perché sono europeo, forse perché ho sempre guardato alla Russia (e all’Ucraina) come paesi europei questa guerra mi pare, ancora di più, immorale, crudele e criminale. Vi è un invasore e vi è un aggredito. Ma io non mi voglio occupare di ciò, non ne sono in grado. Voglio occuparmi del degrado culturale ed etico in cui questa guerra trova le radici. Prima di tutto, va detto che in quell’area, all’oscuro di tutto il mondo occidentale, si combatte da nove anni una “guerra localizzata”. Non meno immorale, non meno inaccettabile e non meno criminale. Guerra che i mezzi di comunicazione del mondo intero hanno, in sostanza, obliato. Ma questa non è una spiegazione.

Io credo che alla base di questo conflitto vi sia una povertà culturale di tutti i governanti occidentali (nessuno escluso) ed una “voracità” tipicamente dittatoriale di uno ZAR di nome Putin. Non è pensabile nel XXI secolo che i dissapori tra Stati si debbano “risolvere” sulla pelle del popolo. Non è pensabile perché la guerra, come tale, in un mondo che dovrebbe essere rispettoso dei valori di civiltà sanciti nelle varie carte internazionali e nelle convenzioni internazionali dovrebbe essere bandita e ostracizzata. La prima domanda che mi pongo è: per quale motivo non si è attivata la diplomazia visto che vi era una “guerra localizzata” da ben 9 anni?

I temi del dissidio erano noti e le soluzioni diplomatiche erano possibili. In nove anni l’Europa (sede della cultura democratica) non è riuscita a comprendere la “polveriera” ucraina? Ecco perché, io ritengo che la guerra attuale sia grave, immorale e criminale perché le diplomazie avrebbero dovuto accorgersi di quanto era in atto molti anni fa. Un grave ritardo, una grave mancanza e, soprattutto, una miopia che ha generato “mostri”. Ad oggi si parla di 21.000 morti (stima che non sappiamo se reale) e le TV di tutto il mondo non ci risparmiano i modi in cui le diverse truppe si sono comportate con vittime inermi. La evitabilità della guerra, che riteniamo fosse possibile, fa nascere altre domande. Cosa, in verità, si va cercando?

L’attacco della Russia all’Ucraina è, per certo, un segnale. È il segnale per cui la Russia vuole ristabilire quegli equilibri di tensione che hanno fruttato alla stessa potere e prestigio in netto calo negli ultimi decenni. Ma forse vi è di più e non è immune la potenza americana. Anche gli USA sono in caso di “potere” mondiale e solo ritornando in auge una “guerra fredda” tra i due blocchi può sperare di riprendere quel ruolo egemone che aveva nell’occidente. Mi posso sbagliare, ma a me pare che da questa sporca e criminale guerra vada a vantaggio di Putin come prestigio personale (il popolo russo non vuole la guerra, ma lui lo ha represso) e di Biden (in discesa con i consensi essendo un Presidente del tutto inadeguato).

A contorno di tutto ciò vi è l’aspetto economico che significa per Putin andare ad acquisire un Paese (l’Ucraina) molto ricco di risorse naturali e per gli USA (che hanno raggiunto la totale autonomia energetica) la concreta possibilità di vendere gas e petrolio all’Europa. La vittima sacrificale ora è l’Ucraina con i morti civili e militari (ed i militari al macello), ma in realtà è l’Europa ed i valori di civiltà che essa esprime. L’Europa che si è allargata a Paesi che non facevano parte del “patto europeo” iniziale ha fatto paura all’”orso bianco”. La Russia ha perso (a vantaggio della Cina) un ruolo egemone e questo, per un despota (e criminale) come Putin, era inaccettabile.

Non è solo in gioco l’economia della vecchia e cara (ma solo per alcuni) Europa, ma sono in gioco i valori, i diritti, le libertà ed i principi di civiltà che l’Europa (sebbene disunita) promana, conserva e tutela. La guerra deve finire e Putin deve essere processato insieme a tutti i “consiglieri”, ministri e generali per crimini di guerra e per crimini contro l’umanità. Farlo è necessario perché l’ordine politico e dei principi di democrazia e libertà è molto più importante dell’arido e privo di valore ordine economico.

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