Il 21 febbraio, dal 1999, si celebra la Giornata Internazionale della Lingua Madre indetta dall’UNESCO per promuovere il valore della lingua madre. Il 21 febbraio è stato scelto per ricordare il 21 febbraio 1952, quando diversi studenti bengalesi dell’Università di Dacca furono uccisi dalle forze di polizia de Pakistan (allora comprendente anche Bangladesh) mentre protestavano per il riconoscimento della loro lingua madre bengalese come lingua ufficiale.
La linguamadre è la «capostipite di una famiglia di lingue» (Devoto-Oli, Vocabolario della lingua italiana). L’italiano è una lingua romanza o neolatina parlata principalmente in Italia ma nella Repubblica di San Marino, in una parte della Svizzera, nello Stato della Città del Vaticano e nell’isola di Malta.
Dal punto di vista storico, l’italiano è una lingua basata sul fiorentino letterario usato nel Trecento (V. Coletti). Per noi Italiani Dante è il «fabbro della lingua» (G. Patota-V. Della Valle). Il vocabolario fondamentale della nostra lingua – spiegava e osservava con acume Tullio De Mauro – è costituito da circa duemila parole di larghissimo uso: milleseicento di queste parole sono già tessute e presenti nella Commedia, il più importante «pozzo», «tesoro» a cui attinge la nostra lingua. Raccontare la lunga avventura della nostra meravigliosa e bellissima lingua è un modo anche per celebrare l’Unità dell’Italia: il «bel paese là dove ‘l sì suona» (Inferno XXXIII, vv. 79-80).