La pagella di Sanremo 2025 di chi non ha visto Sanremo 2025

Articolo di Alberto Maccagno

Olly vince la 75esima edizione del Festival di Sanremo con il brano Balorda Nostalgia. Secondo si classifica Lucio Corsi, il quale si aggiudica anche il premio Mia Martini, seguito a sua volta da Brunori Sas, Fedez e dal solo quinto Simone Cristicchi, vincitore del premio Lucio Dalla e che forse paga un po’ di arroganza percepita per le recenti dichiarazioni.
Una classifica inaspettata che farà sicuramente discutere per qualche giorno. Almeno finché ci ricorderemo che Sanremo esiste.
Ah, mi dicono che l’Ariston ha fischiato… ma noi de Il Salto Della Quaglia, rigorosamente, non abbiamo visto nulla.

Ed eccoci qua, cari lettori de Il Salto Della Quaglia. Io sono il vostro Alberto Maccagno (voi non vi ricordate di me ma io mi ricordo di voi <3) e anche quest’anno vi delizio con le mie opinioni non richieste sui brani in gara nella 274esima edizione del Festival di Sanremo.

Ma prima di iniziare, come sempre…

ATTENZIONE: il seguente articolo non va preso minimamente sul serio, fosse anche solo perché a tratti è scritto in prima persona singolare. Come si evince dal titolo, NON ho visto Sanremo, quindi le canzoni vengono valutate in seguito all’ascolto della versione studio e non alle performance dal vivo degli artisti in gara all’Ariston. Quindi non commentiamo dicendo che quello ha stonato, quella è caduta, quell’altro è volato via con un razzo missile tra circuiti di mille valvole perché tanto io non lo so e se lo so farò finta di non saperlo.

Tranne Fedez con gli occhi neri. Quello l’ho visto e mi è venuta l’ansia.

Ah, se leggete questa pagella intorno ad agosto è molto probabile che nemmeno io sia più d’accordo con nulla di quello che c’è scritto.

E così, tra autotune, plagi e sbadigli, si parte!

Balorda Nostalgia – Olly: 5

Con Polvere aveva fatto ben sperare, invece torna a Sanremo con un brano vetusto e soporifero a cui mancava solo l’autotune per completare il quadro. Avanti il prossimo.

Incoscienti Giovani – Achille Lauro: 8

Sfumature di tanti cantautori italiani, Lauro ha sperimentato una vocalità nuova per la sua produzione e il brano ha una bella composizione, seppur molto tradizionale. E poi io lo avevo detto che quest’anno si sarebbe presentato serio, vestito elegante e che avrebbe cantato un pezzo profondo ma nessuno mi dà mai retta sono un incompreso una mina vagante ecco visto?!

La Cura Per Me – Giorgia: 7,5

Vabbuo, a sto giro Giorgia non ha fatto nemmeno troppo Giorgia. Brano molto difficile da cantare, molto carina l’idea di mettere batteria e basso pop per spezzare un po’ la regalità istituzionale Sanremese degli archi. Buon brano seppur non particolarmente memorabile, secondo me gliela stanno un po’ troppo tirando con il fatto che debba vincere sicuramente (citofonare Ultimo) ma staremo a vedere.

Dimenticarsi Alle 7 – Elodie: 5

Elodie è una versione con più talento di Paola e Chiara, nel senso che almeno è intonata, ma è incredibile che passi come grandi artista. Brano banale e impalpabile, assolutamente prevedibile e vuoto.

Lentamente – Irama: 6,5

Non fosse che canta con in bocca il cotone che ti mettono i dentisti durante le estrazioni, Irama è sempre bravo. Tra i vari brani proposti a Sanremo negli anni, questo rappresenta indubbiamente un piccolo passo indietro ma rimane comunque gradevole e dignitoso.

Viva la Vita – Francesco Gabbani: 6,5

Non male, il brano non è trascendentale ma è cantato e interpretato bene. Lui ha un bel timbro e sa quello che fa, l’hating nei suoi confronti è del tutto ingiustificato.

Chiamo Io Chiami Tu – Gaia: 6+

Cantante ridicolizzata dal successo di quella sciagura chiamata Sesso e Samba ma che in realtà ha una vocalità molto particolare e sensuale. Il brano è un minestrone di cose: c’è la musica latina, il dembow, una punta di EDM e la musica italiana e nulla stona viste anche le origini della performer. Il brano è un po’ banale in alcuni passaggi, uno su tutti il ritornello-tormentone, e diventerà uno dei tanti brani da sentire in vacanza nella prossima estate però l’interpretazione vocale gli conferisce un bel colore, specie nelle strofe.

La Mia Parola – Shablo ft. Joshua, Gué, Tormento: 7,5

Brano di forte impronta black, con tanto di coro gospel, ammorbidito vista la situazione e il pubblico da una chitarra acustica più nostrana. Le strofe rap sono ben scritte, curate, e il ritornello è molto intenso, carico di una forte matrice soul.

Gli scratch nel finale sono il climax di tutto il pezzo, brano felicemente ribelle e fuori dal contesto Sanremese, senza esibizionismi inutili ma con la voglia di portare un po’ di hip hop sul palco più conservatore d’Italia.

Fuorilegge – Rose Villain: 5,5

Boh, come Click Boom ma con il testo più povero. Impalpabile, al massimo sufficiente. E sta cosa di “si na pret” ha già decomposto 3/4 di anima.

Il Ritmo Delle Cose – Rkomi: 4,5

Una noia mortale, brano noiosissimo che disperde anche il notevole potenziale del testo. Difficile comprendere la scelta di un arrangiamento così mediocre e già sentito. Speravo che nella serata delle cover cantasse Dasein Sollen con ospite Falco ma gli ha preferito Francesca Michielin.

Se T’Innamori Muori – Noemi: 7

Brano molto italiano, molto Sanremese ma anche intenso e ben interpretato, ricco. Noemi sempre brava, canzone di livello.

Mille Vote Ancora – Rocco Hunt: 6

La canzone è un cocktail di musica napoletana e rap che ormai ci siamo abituati a sentire e il testo è un inno ai ricordi e alla vita di quartiere tra luci e ombre.

Brano sufficiente, scelta scontata e prevedibile ma discretamente sviluppata.

Cuoricini – Coma Cose: 4,5

Brano-tormentone che prende un po’ qua e un po’ là, molto radiofonico ed estremamente tamarro. È cantato male persino in studio, non oso immaginare live. Casse dritte, sintetizzatori… ma anche a sto giro fatico a capire l’utilità del “””rapper””” nel duo.

Battito – Fedez: 7

Brano estremamente cupo, viscerale. Il testo tratta, seppur lateralmente, il tema della fragilità mentale e delle terapie a base di psicofarmaci rapportati alla ovviamente autobiografica fine di un amore e alla ricerca disperata di serotonina per non annegare. Bello il parallelismo amore-depressione, uno dei testi più belli in gara. Musicalmente ha una discreta linea vocale, la base è evocativa e sposa bene i colori del testo ma… (procedo a mettermi gli occhiali e a invecchiare di vent’anni)… c’è veramente troppo autotune, talmente robotico da togliere i colori delle emozioni nere che la canzone dovrebbe trasmettere. Peccato.

Fango in Paradiso – Francesca Michielin: 7+

Una brava cantautrice che conosce la musica, brano intenso sia musicalmente che dal punto di vista lirico, seppur segua molto lo standard Sanremese. La componente di testo è la parte in cui l’autrice mette la propria firma di personalità.

Tu Con Chi Fai L’Amore – The Kolors: 4,5

Ma perché sta cassa dritta ditemelo perché basta manco i tamarri alle giostre. Boh, il brano è una mezza chiavica da vacanza della maturità a Gallipoli ma almeno non ci si addormenta a sentirlo. Che il viaggio è pure lungo.

La Tana Del Granchio – Bresh: 7

Si sente proprio Genova nel brano, il profumo del mare. Brasi è uno di quelli che scrive testi veri e questo fa indubbiamente di lui un artista sincero. Il brano è gradevole, peccato solo… (procedo a prendere il mio bastone da passeggio e la dentiera)… per l’autotune così forte. In un brano così emozionale sarebbe bello sentire anche le imperfezioni, vista anche la chiara ispirazione De Andrèiana.

L’Albero Delle Noci – Brunori Sas: 8,5

Bellissima, cantautore bravissimo. Il testo è stupendo, evocativo e delicato. Commovente, davvero.

Musicalmente perfetta, tanto De Gregori (troppo Rimmel?), un po’ Dalla, un po’ Zampaglione. Ma, soprattutto, molto Brunori Sas.

Eco – Joan Thiele: 6

Il brano ha dei buoni spunti, una composizione molto noir di ispirazione trip hop che trova un buon legame con l’arrangiamento orchestrale. La voce di Joan Thiele è molto simile a quella di troppe colleghe e il brano non detona mai veramente, rimanendo nel limbo della sufficienza. Interessante ma troppo embrionale, c’è margine.

Damme ‘Na Mano – Tony Effe: 6-

Allora, posso dirlo? Pensavo molto molto peggio. Carina l’idea di rispolverare lo stornello romano conciliandolo con la cultura della trap, un po’ come fa Gianni Bismark da anni. Poi vabbè, a un certo punto scade nell’immaginario gangster donnaiolo del bad boy che ama soltanto a mammà, ma quantomeno il brano ha un suo spazio, una sua particolarità.

Febbre – Clara: 5

Sta tra tante, il timbro è anonimo e le capacità vocali più che limitate, il brano è la solita roba tra il melodico e il sincopato come già lo era Nero Gotico. Nulla di che ma forse poteva essere peggio. È ridicolo quanto con questo personaggio stia ancora funzionando lo sfruttamente del fattore F, ma non è l’unica.

Quando Sarai Piccola – Simone Cristicchi: 8,5

Dunque: qui occorre un commento estremamente serio.

I testi di Simone Cristicchi sono sempre molto didascalici, un po’ alla Renato Zero, e a differenza di quanto possa fare un Brunori Sas o una Michielin non lasciano grande spazio a un’interpretazione più personale dell’ascoltatore.

Ma

Se ci si immedesima nel significato del brano e si empatizza col racconto è difficile non sentire il groppo in gola, sia per le immagini, sia per l’interpretazione attoriale e di altissimo livello e sia per uno sposalizio composizione-arrangiamento che si può definire solamente perfetto. E questo non perché vi sia una romanticizzazione della malattia e altre cialtronate sentite in questi giorni, ma perché vi è una parafrasi poetica di un tema spesso ignorato. Candidato alla vittoria finale, senza dubbi.

Grazie ma no grazie – Willie Peyote: 6/7

MOMENTO MOMENTO MOMENTO, quello era il nostro vecchio burlone cuore nerazzurro Luca Ravenna voto 10 bravi tutti.

Ora inizia la valutazione;

Premettendo che il brano non è male, risulta un po’ difficile a volte, nonostante alcune belle uscite e performance, capire l’entusiasmo intorno a questo artista. Tutto molto orecchiabile e con un testo indubbiamente più interessante della media, la produzione è buona, però nell’insieme mai nulla di devastante.

Anema e Core – Serena Brancale: 4,5

Ammiro molto l’idea di aver messo le mani avanti nel testo per non farsi dire che il brano è neomelodico. In ogni caso, il brano è neomelodico ed è pure di una banalità disarmante, persino il titolo lo è.

Volevo Essere Un Duro – Lucio Corsi: 6,5

LUCIO NON MENTIRE! Aver rubato l’idea di duettare con Topo Gigio a Valerio Lundini NON fa di te un duro! Ammettilo.

Il brano è caruccio nella sua semplicità, il testo è simpatico e rispecchia un po’ tutti i crismi del cantautorato italiano indipendente degli ultimi dieci anni. Tante immagini, alcune più serie e altre più burlone, un ritornello molto orecchiabile e una composizione avvincente. Insomma, indubbiamente gradevole ma anche qui l’entusiasmo pare eccessivo.

Amarcord – Sarah Toscano: 5- –

Canta come otto sue colleghe su dieci, l’unica parte che richiedeva una minima di capacità è carica di autotune e il brano è identico ad altri mille. Bene solo in prospettiva vista l’età molto tenera. Prossimo;

Tra Le Mani Un Cuore – Massimo Ranieri: 7/8

Solita performance coi contrococks, Ranieri è il concetto di “avere mestiere” fatto persona. Canzone formidabile, in quanti degli artisti in gara la saprebbero reggere? Chiediamocelo!

Sto proprio invecchiando.

Non ti Dimentico – Modà: 4,5

Boh, solito. Un gruppo che da sempre sa fare UN tipo di canzone. Uno solo, sempre quello.

Si sono fermati, hanno aspettato anni e sono tornati con la stessa canzone di dieci anni fa. Prossimo;

Pelle Diamante – Marcella Bella: 4

Candidata all’ultimo posto in classifica, musicalità veramente tanto zarra (a un certo punto ho temuto partisse Sei Un Mito), un po’ in stile Ricchi e Poveri e testo terribile. Ma vabbè, pace.

FUORI GARA: Demoni – Emis Killa: 4,5

Brano veramente brutto. Non brutto come quello di Rkomi ma brutto. Peccato, su Emis Killa avevo pure delle aspettative buone ma sono state completamente polverizzate. Però lui manco è in gara, quindi che je frega?

E anche per quest’anno, abbiamo finito.

Ciao a tutti e alla prossima!

Forse.

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