Scritto e diretto da Marco Segato (Padova, 1973), unico film di fiction a parte due documentari, interpretato da Marco Paolini, non si è visto molto al cinema, ma è stato riproposto su Rai Play e su Rai 5. Rai Cinema è tra i produttori di un opera cha ha avuto un buon successo di critica, riscosso pure al Festival del Cinema Italiano di Annecy. La storia è ambientata sul finire degli anni Cinquanta in un paesino di montagna delle Dolomiti venete (Forno di Zoldo) e vede protagonista Pietro Sieffi, un vedovo da poco uscito di galera che vive con il figlio Domenico (Mason), un quattordicenne con cui non lega molto. Tutti al paese lo considerano un perdente, ma lui cerca di riscattarsi proponendo una scommessa a Crepax (Pierobon) – il suo datore di lavoro – sul fatto che ucciderà l’orso che massacra il bestiame degli allevatori. L’avventurosa caccia all’orso avrà esisti cruenti che non anticipo, soprattutto permetterà a padre e figlio di spiegarsi tante cose e di riavvicinarsi l’uno con l’altro grazie a un dialogo costruttivo. Un film interessante, valorizzato dalla stupenda fotografia alpina di Daria D’Antonio (Globo d’oro, 2017) e da una regia accorta, tanto sofisticata da apparire esperta e da meritare una candidatura al David di Donatello per il debuttante Marco Segato. Marco Paolini è convincente nei panni del padre reduce da esperienze negative, che ha visto morire la moglie annegata nel lago e che non riesce a legare con il figlio. L’attore partecipa alla scrittura del film, collaborando in fase di sceneggiatura con il regista e con Enzo Monteleone. Il montaggio di Paolo Cottignola ed Esmeralda Calabria deve avere tempi compassati, ma i 92’ sono perfetti per narrare le poche cose da dire di questo film e dirle bene. Tutto è incentrato sulla voglia di riscatto di un padre fallito e sul rapporto da recuperare con un figlio che il genitore non conosce. Colonna sonora adeguata e mai invasiva curata da Andrea Felli. Effetti speciali molto buoni, soprattutto le scene in cui entra in azione l’orso (alcune davvero efferate) e una sequenza che vede il figlio di Pietro cadere in un crepaccio. Premio Flaiano come miglior opera prima (più che meritato) e molti riconoscimenti prestigiosi ad Annecy. Purtroppo un fallimento al botteghino: ha incassato pochissimo, a fronte di un budget milionario. Per chi (come me) se lo fosse perso, il consiglio è di recuperarlo su Rai Play.
Regia: Marco Segato. Soggetto: Marco Segato. Sceneggiatura: Enzo Monteleone, Marco Paolini, Marco Segato. Fotografia: Daria D’Antonio. Montaggio: Paolo Cottignola, Esmeralda Calabria. Musiche: Andrea Felli. Scenografia: Leonardo Scarpa. Costumi: Silvia Nebiolo. Trucco: Andrea Leanza. Distribuzione (Italia): Parthénos. Casa di Produzione: Jole Film con Rai Cinema. Paese di Produzione: Italia, 2016. Interpreti: Marco Paolini (Pietro Sieff), Leonardo Mason (Domenico Sieff), Lucia Mascino (Sara), Paolo Pierobon (Crepaz), Maria Paiato (signora Dal Mas), Mirko Artuso (Franco), Valerio Mazzucato (Bruno), Massimo Totola (Toni Dal Mas), Silvio Comis (Santin), Sergio Bonometti (parroco).