“La proprietà dei metalli”, una regia in grado di creare attenzione senza variare eccessivamente i ritmi

Articolo di Paolo Quaglia

Ragazzino vive con il padre, vedovo e spiantato, nella provincia emiliana degli anni 70. Pietro ha perso la mamma e al papà non sembra importare molto di lui. La sua vita cambia quando scopre di avere un talento particolare come saper piegare il metallo. Questo dono lo porta all’attenzione di un professore universitario che vorrebbe farne oggetto di studio. L’interesse del docente potrebbe portare Pietro a vincere una somma di denaro in grado di risollevare le sorti della famiglia. La proprietà dei metalli è un film del 2023 diretto da Antonio Bigini.

Esordio atipico per il regista che propone una favola di costume usandola come pretesto per raccontare la solitudine. Alla metà degli anni settanta si diffusero molti casi analoghi a quello della storia perlopiù provenienti da famiglie disagiate vogliose di una rivalsa impossibile. Il film si dimostra attento nel creare atmosfera storica e raccontare le derive umane e personali dei protagonisti. Il padre è in lutto perenne per la scomparsa della moglie e vede il figlio come uno spiacevole ricordo dell’amore perduto. Il docente vorrebbe utilizzare Pietro per compiacere la sua carriera senza preoccuparsi dell’aspetto umano di un giovane difficile.

Pietro vive da esule la sua esistenza cercando di aiutare un genitore che non lo vuole e senza comprenderne la ragione , il tutto in un momento storico difficoltoso e in una provincia poco amichevole. La vicenda dei metalli e soprattutto dei soldi avvicina padre e figlio ma senza stabilire alcun rapporto che non sia basato sul denaro ipotetico. Girato con una buona purezza formale La proprietà vive di dialoghi accurati e di una regia in grado di creare attenzione senza variare eccessivamente i ritmi.

L’anaffettività regna come la solitudine nel film , sentimenti di cui tutti sono preda perfino dell’uomo dotto. Il Prof una volta realizzato l’inutilità di quello studio abbandona Pietro al suo destino per fronteggiare la cattiveria di colleghi e persone comuni. Cinema chiuso dove i sentimenti si devono cercare e le atmosfere intuire ma dotato di onestà e un sano azzardo creativo.

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