Signora delle pulizie decide di concedersi un viaggio a Parigi dopo aver spiato un vestito altrui. La donna vive nella Londra degli anni cinquanta senza marito e con problemi economici. Le clienti non pagano spesso e la collaboratrice fatica ad arrivare a fine mese. Dopo aver lanciato una moneta, la Harris parte per ritrovare quel vestito e se stessa. La signora Harris va a Parigi è un film del 2022 diretto da Anthony Fabian. Tratto da un romanzo di Paul Gallico questo dramma a tinte ironiche racconta un episodio ordinario reso straordinario. La signora Harris è un individuo anonimo che rimane affascinato dall’atmosfera delle case in cui presta servizio e vorrebbe farne parte. L’espediente del vestito è solo un pretesto per recuperare quel rispetto e quel fascino in dote all’agiatezza.
Il regista sceglie un’introduzione drammatica alla vicenda per virare alla commedia quando la voglia di emancipazione della protagonista prende il sopravvento. Un film senza alcuna pretesa che riesce a far sorridere grazie all’ottima interpretazione della protagonista e a comprimari di talento. Disposta a tutto per quel capo, la signora Harris è una rappresentate di quegli “ultimi” in grado di credere ancora nei sogni. Attraverso una regia puntuale e attenta Fabian segue le gesta della sua eroina senza marcare le tinte e alcun sentimentalismo. Il film nasce come un divertimento ben confezionato che presenta gli anni cinquanta in maniera profondamente superficiale. Le ricostruzioni e i costumi di scena sono un valore aggiunto al film perché in grado di rendere il fascino che la protagonista subisce.
Moda come ricerca di se e voglia di migliorarsi al servizio di una missione quasi impossibile. In scena vanno personaggi divertenti al servizio di un film che ricorda il cinema classico, dove i comprimari erano necessari quanto il protagonista. Le figure che incrociano la Harris sono ben strutturate e forniscono fascino al racconto di una donna. La signora … avrebbe potuto essere un soggetto di quel Frank Capra le cui commedie hanno salvato generazioni d’individui facendo più bene della realtà. Una menzione è obbligatoria alla performance di Lesley Marville nel ruolo della protagonista. L’attrice non si limita a recitare una donna che decide di prendere in mano la sua vita, lo diventa. Cameo di Isabelle Huppert nel ruolo della direttrice di un atelier che dimostra quanto l’eclettismo della francese.