La sporca guerra è il primo lavoro cinematografico di Alberto Cavallone. Non ne sappiamo praticamente niente perché è rimasto inedito, a parte i commenti positivi di Giovanni Arpino e quel che raccontava il suo autore. Si tratta di un documentario di sessanta minuti sulla guerra di Algeria, prodotto da Davide Lajolo, al tempo deputato comunista ma il suo aiuto fu a titolo privato, praticamente mai distribuito.
Il regista ricorda di averlo girato a diciassette anni e di aver dovuto inventare una balla ai genitori con la complicità della nonna per poter andare in Algeria munito di una 16 millimetri Paillard. In realtà Cavallone entra in Tunisia – dove scopre location affascinanti che riprodurrà ne Le salamandre – e dal confine passa in Algeria, nei campi profughi, dove gira un po’ di materiale interessante: una ripresa nei campi delle Forze di Liberazione Nazionale, un assalto a fuoco, l’esplosione di un ponte.
In realtà questo documentario dovrebbe essere visibile perché il regista ricorda di aver consegnato una copia alla Cineteca di Milano. Le musiche sono di Pino Donaggio. Vince a Este nel 1963 il Premio Dei colli. Pare che in questo periodo Cavallone diresse anche un breve documentario sul disastro della diga del Vajont (Ultimo spettacolo).