La vita familiare di Rudolf Hoss si svolge quieta in una villa di campagna poco fuori città. Il padre lavora, la mamma svolge le faccende e i figli giocano tranquilli. Particolare non da poco è che di là dal muro c’è Auschwitz. Il direttore del campo tiene fuori tutti dalle attività “lavorative” mantenendo una pace per i suoi cari ormai assuefatti alla situazione. La zona d’interesse è un film del 2023 diretto da Jonathan Glazer. D’ambientazione storica tristemente nota la vicenda si rivela un perfetto ritratto del disinteresse umano. Con un’introduzione a tratti lenta il regista dimostra come la tragedia che si sta consumando non tocchi minimante le vite di una famiglia che procedono in maniera normalmente noiosa.
Attraverso un sapiente uso del montaggio si entra nella dimensione di una soggettività che diventa oggettiva. Stacchi di macchina e movimenti leggeri mostrano come la realtà possa essere negata da un semplice muro. Glazer non ha interesse nella ricostruzione dei fatti ma osserva la reazione degli Hoss . La verità è negata attraverso un comportamento disinvolto e normale della moglie, brava donna di casa, e dei bimbi impegnati a vivere giocando. Del campo di concentramento non si sente altro che urli o spari così vicini da sembrare lontani. La Zona annulla, volutamente, qualsiasi tipo di empatia nello spettatore per concentrarsi sul distacco insito nei personaggi.
Attraverso racconti semplici, come l’arredo della casa o la carriera del marito, si assiste al più assoluto abbandono della morale. Un gruppo si limita a vivere reinventando una morale di quieta esistenza. Sceneggiato in maniera eccellente il film è costruito sui dettagli di un egoismo silente che s’insinua nelle menti fino a scomparire. Il regista racconta come sia possibile decidere di dimenticare l’esistenza di compassione per giustificare alcuni privilegi. Una storia d’istinti che insegna quanto ancora oggi sia possibile dimenticare un dramma a patto di non viverlo in prima persona. La zona d’interesse è un film intimista che riflette sul valore soggettivo dell’etica usando un esempio estremo per raccontare la normalità .