L’Italia è unica e indivisibile ma l’economia è traballante da sempre lungo tutto il territorio. La città che più di tutte perde d’immagine, di credibilità, di pathos sociale e di amore antropologico post pandemia sanitaria è Milano.
Milano sta crollando e la sua economia è destinata a schiantarsi con l’evidenza dell’attualità: senza i meridionali la città non cresce. Il trasferimento e la fuga dei lavoratori e degli studenti fuori sede rientrati subito dopo la riapertura con la fase 3 nei luoghi di origine ha fermato Milano.
Grazie allo smart working e ad un lavoro professionale e specializzato, autenticamente smart e alla portata di professionisti veri, molti lavoratori e studenti hanno deciso di continuare a procedere con la propria attività da casa.
Il virus ha riscritto le logiche sociali facendo divenire pesante e non accettabile “l’affitto a nero o rivisto” che a Milano e a Roma sono una consuetudine, senza che nessuno dica nulla e senza dimenticare i prezzi esagerati di ristoranti, palestre, bar e tante mille attività ubicate nel cuore economico della speculazione.
Ora la macchina è inceppata. In molti hanno disdetto gli affitti, restituito le chiavi di monolocali che costano quanto una reggia e con tutto quello che comporta sul territorio: bar e ristoranti senza i clienti fissi, senza turisti e palestre e negozi quasi vuoti.
Quello che poteva essere un fenomeno momentaneo legato al subito dopo la fine del lockdown si sta prolungando anche perchè gli esami all’università sono a distanza, il lavoro negli uffici ancora in smart working e dunque che senso ha andare via da casa per tornare in posti dove lavorare e studiare comunque da dentro casa?
Il risultato è la desertificazione e la crisi economica di quelle città che sui fuori sede hanno costruito un’economia. Gli innumerevoli meridionali al Nord con la pandemia sono rientrati nella propria terra, continuando a lavorare online, ma non consumando più a Milano. “In questo momento, è difficile calcolare una perdita media del comparto in città, perché ogni quartiere fa storia a sé”, ha spiegato a Business of Milan Carlo Squeri, segretario generale di Epam-Confcommercio.
“In pieno centro, la perdita di fatturato per alcuni locali si può misurare nell’ordine del 75% e la situazione peggiore è legata alle attività diurne, proprio perché gli uffici sono chiusi e i dipendenti non escono a pranzo”, conclude il segretario. Se al Nord si piange per questo fenomeno, al Sud si sorride: i cervelli in fuga sono rientrati e possono diventare un motore economico importante.
Che prospettive per il futuro? Una rivoluzione dell’urbanistica e della società, uno svuotamento delle metropoli aggressive, ricche di malaffare e imbrogli fiscali e ritornare a vivere in una società più adatta e confortevole alla vita umana, dove avere un appartamento dalle misure “normali” e avere almeno un balcone dove poter affacciarsi. Come descritto da Armando De Lucia, avvocato casertano esperto di tecnologia e web, il futuro delle nostre città è da rimodulare.
Piccoli/medi conglomerati urbani, per uno stile di vita sano ad alto benessere psico fisico e attenzione per l’ambiente, con efficienti infrastrutture di trasporto per muoversi alla velocità della luce e ottima governance per semplificare e velocizzare i rapporti con la pubblica amministrazione e, non da ultimo, forniti di buona connessione internet, per lavorare in serenità ed assicurare la stabilità e sicurezza del lavoro a distanza.
Il viaggio nelle metropoli sarà occasionale e legato agli incontri che comunque sono in diminuzione grazie alle modalità online. Il futuro quindi ci aspetta grandi novità, causate, nolenti o volenti, da questa rivoluzione in atto. Starà a noi coglierle in tempo. Al proprietario di casa milanese o romano che guarda con attenzione al fenomeno, iniziando a piangere davvero, l’appello è all’umanità e alla sincerità.
Gli affitti che proponete a chi ha l’urgenza di una casa dovete renderli umani e dovete anche renderli legali perchè, oltre che essere illegali, ora divenite anche non appetibili e i vostri vuoti e statici appartamenti semplicemente non servono più.