Leonardo da Vinci, il genio italiano

Articolo di Pietro Salvatore Reina

Il 15 aprile del 1452 nasce nella piccola frazione di Anchiano del comune di Vinci (FI) Leonardo di ser Piero detto appunto da Vinci. Leonardo è una delle più complesse personalità nel campo della Storia dell’Arte e, tout court, della Cultura. È oggetto di studi di ogni genere. Per l’infinita e poliedrica varietà di interessi, si presta ad apparire assolutamente «straordinario» ed «irripetibile»: è pittore, scultore, architetto, orafo, letterato, musico, scienziato, precursore di molte scoperte successive. Per capire appieno e veramente Leonardo occorre collocarlo – insegnano alcuni tra i suoi maggiori studiosi come Piero Adorno, Carlo Vecce, Carlo Pedretti – entro il suo àmbito storico, «spogliandolo dell’alone mitico che nel corso dei secoli, gli si è venuto formando attorno» (Piero Adorno, L’arte italiana). Egli è un uomo del suo tempo. È un uomo del Rinascimento: la «fabbrica del futuro». L’atteggiamento universalistico è fondamentale nel Rinascimento: per dominare razionalmente la realtà si deve conoscerla in tutti i suoi aspetti.

La formazione iniziale di Leonardo si compie dapprima nel borgo natale di Vinci, dove fin dalla più tenera età, avviene per lui il primo contatto con quella cultura popolare e sotterranea, carsica, dei motti, delle novelle. Delle favole, delle facezie tra cui spicca la Commedia dantesca. Cultura carsica che attraversa e si manifesta non solo nello «sfumato» ma in ogni suo colore e disegno. Cultura che si perfeziona a Firenze, negli anni di Lorenzo il Magnifico, per poi proseguire a Milano e in altre città italiane al servizio di diversi signori mantenendo sempre un rapporto privilegiato con la Francia dove, nel 1517, si trasferisce su invito del re Francesco I nel castello di Cloux (Amboise) dove continua la sua multiforme, poliedrica e geniale attività fino alla morte che avviene il 2 maggio 1519. In questo viaggio porta con sé tre quadri: la Gioconda, Sant’Anna con la Madonna e il Bambino e il San Giovanni oggi tutti e tre esposti al Louvre.

Il principio ispiratore dell’opera artistica, letteraria e scientifica di Leonardo è l’«esperienza», un principio che rifiuta ogni sapere astratto e mediante il quale Leonardo – osserva con acume Giulio Ferroni – si intende accostare alla natura, concepita come un organismo animato, carico di energia.

Leonardo diceva di essere un «uomo sanza lettere» ma non è vero, asserisce Carlo Vecce, il suo sapere è ispirato dall’osservazione della natura («La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. Adunque queste due poesie, hanno scambiati i sensi, per i quali esse dovrebbero penetrare l’intelletto» afferma lo stesso Leonardo nel Trattato della pittura, 16). Il professore Carlo Vecce in occasione di una mostra allestita al Museo Galileo di Firenze sulla raccolta di libri del genio toscano afferma che Leonardo è un uomo sempre in dia-logo con l’antichità classica e con il suo tempo. Un uomo aperto al sapere, all’unità del sapere che oggi, invece, è sempre più diviso e specializzato.

Scrivere di e/o su Leonardo da Vinci non è facile né semplice. Ma ciò che qui importa sottolineare è il vertiginoso e inafferrabile insegnamento leonardesco, secondo il quale, l’Arte, la Scienza, la Letteratura, ecc… sono sempre una continua scoperta, investigazione, ri-creazione da cercare, esplorare, seguire, vivere come il nostro stesso respiro.

Foto: tuscanypeople.com

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