“Sono davvero felice e spero di poter dare, con la mia esperienza, un umile contributo che possa anche essere, grazie a Confassociazioni, di arrichimento per il nostro Paese”.
In queste ultime ore, una nota ufficiale del Presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana, ha annunciato che il Prof. Francesco Pira è il nuovo Presidente di Confassociazioni Comunicazione, Media, Informazione.
Il Presidente Deiana ha spiegato le motivazioni della nomina del Prof. Francesco Pira. “Abbiamo affidato il timone di questa branch a Francesco Pira, che è anche il Presidente dell’Osservatorio sulle Fake News della nostra Confederazione. È un momento storico importante poiché, essendo nell’era dell’intelligenza artificiale generativa, l’impegno contro la disinformazione e per la verità rimane al centro dei nostri valori. Nel ringraziare l’ex Presidente della branch, Alessandro Conte che ha avuto un nuovo prestigioso incarico per l’eccellente lavoro svolto finora, riteniamo che è il momento di dare nuova propulsione alla nostra grande rete (1 milione e 270mila iscritti e 762 organizzazioni di manager, professionisti e imprese) che ha aperto da tempo l’iscrizione anche alle testate digitali e loro aggregazioni, associazioni, syndication e network, come pure a singoli professionisti che esercitano attività media come blogger, content manager e social media manager. Francesco Pira da anni milita in Confassociazioni e oggi inizia questa nuova avventura al vertice di Confassociazioni Comunicazione, Media, Informazione”.
Il Professore Francesco Pira, siciliano, è Professore associato di sociologia e Direttore del Master in Esperto della Comunicazione Digitale dell’Università di Messina. Autore di oltre 70 numerose pubblicazioni scientifiche e saggi, si è sempre occupato di comunicazione sociale. È stato Coordinatore e Responsabile Scientifico per l’Italia del Progetto OIR – Erasmus + (Open Innovative Resources) che si è concluso a maggio del 2023.
È Presidente nazionale So.San, associazione del Lions Club International che si occupa di solidarietà sanitaria. Nel Lions Club International, è nel Comitato di Redazione della rivista nazionale ed è Delegato Lions Help Lavoro Giovani. Nel giugno 2008 è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Professore Pira, le è stato conferito questo autorevole incarico. Cosa significa per lei ricevere questa nuova e importante nomina?
«Ringrazio il Presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana, per questo incarico prestigioso nazionale di Presidente di Consassociazioni Comunicazione, Media, Informazione. Avevo ricoperto, all’interno di questa branch di Confassociazioni, il ruolo di Vicepresidente, ma anche il ruolo di Presidente dell’Osservatorio nazionale contro le Fake News. Confassociazioni è una grandissima famiglia, una rete con un milione e 270mila iscritti e 762 organizzazioni di manager, professionisti e imprese che ha voluto allargare da tempo alle aziende, alle testate digitali, alle aggregazioni e alle associazioni la possibilità di poter dibattere di quelli che sono i grandi temi del nostro tempo. Quindi, sono particolarmente contento di questa nomina. Lavorerò, continuando il lavoro che ha fatto il precedente Presidente, Alessandro Conte, che ha avuto ulteriori incarichi, e lo farò convinto che c’è una sfida in atto legata ai contenuti e alla conoscenza. Dobbiamo lavorare tutti giorni per dar vita ad un nuovo “Umanesimo”. Una sfida che va affrontata ed è necessario l’impegno di tutti. Una grande struttura come Confassociazioni può certamente contribuire, come fa tutti giorni, grazie al dinamico Presidente, Angelo Deiana, ad un nuovo dibattito e alla crescita di un nuovo senso di responsabilità. Sono davvero felice e spero di poter dare, con la mia esperienza, un umile contributo che possa anche essere, grazie a Confassociazioni, di arricchimento per il nostro Paese».
Professore, lei è anche il Presidente dell’Osservatorio nazionale delle Fake News. Ormai, il verosimile sembra vero. Disinformazione, emotivismo e Fake News sono al centro del dibattito pubblico. L’era della “piattaformizzazione” ha stravolto ogni certezza e le bufale del web rappresentano il grande nemico della credibilità dei media e il motore della post verità. Purtroppo, queste dinamiche impattano sui processi identitari degli individui. Le sue analisi cosa hanno registrato? E qual è la fotografia dei fattori chiave in atto?
«Quella della nostra società è una fotografia che appare dinamica e allo stesso tempo molto complessa. Le prospettive sono diverse e accendono i riflettori su differenti aspetti che riguardano non solo chi esercita la professione di giornalista, ma anche chi lavora nel campo della media relation, della divulgazione dei contenuti, della gestione delle relazioni istituzionali, dei rapporti con la stampa e del consumatore mediale di oggi. Nel volume “Giornalismi”, testo che ho scritto insieme al collega Andrea Altinier, è stata presentata l’analisi che ha portato alla definizione dell’esagono delle Fake News che mette insieme sei caratteristiche che definiscono la loro forza e la loro persistenza nel sistema mediale che originano misinformation e disinformation. Le peculiarità delle Fake News sono: l’Appeal: notizie che incuriosiscono la maggior parte delle persone e hanno una capacità attrattiva, perché riescono a cavalcare l’onda dei temi di attualità e penetrare nell’agenda setting; la Viralità: notizie che riescono a diffondersi con grande efficacia e raggiungere un grande numero di persone. Le Fake News hanno una redemption molto alta; la Velocità: la diffusione delle Fake News è rapida e incontrollata; la Crossmedialità: questa tipologia di notizia è in grado di essere trasversale, ovvero passare da un media all’altro tanto che, in moti casi, la notizia appare su Facebook e successivamente viene ripresa dai media; il Flusso: le Fake News rappresentano un flusso, ovvero sono una serie di informazioni orientate a dimostrare una tesi o veicolare l’opinione pubblica verso una posizione chiara che non rispecchia la realtà; la Forza: le Fake News, anche se smascherate, riescono a lasciare una traccia profonda nella memoria dei lettori e dell’opinione pubblica. Le Fake News hanno una dimensione globale e interessano tutti i campi e tutti i settori. Riescono a generare conseguenze pesanti sulla politica, sull’opinione pubblica, sull’economia, sul vissuto quotidiano. Bisogna riscoprire l’importanza del fact checking. Tramite il fact checking è importante giungere a costruire contenuti veri, di valore e verificati. La scelta della diffusione di informazioni attraverso comunicati stampa deve rispettare le buone regole della notiziabilità. Nel senso che vanno messe in circolazione informazioni in quanto tali e non solamente per alimentare la una visibilità senza alcun tipo di contenuto. Le guerre stanno mostrando il vero volto del fenomeno delle Fake News. A complicare la situazione ci pensa ChatGPT, un chatbot sviluppato da OpenAI. I risultati di numerose ricerche dimostrano che l’intelligenza artificiale è in grado di generare narrazioni false. Allora, come contrastare il fenomeno delle Fake News? Il dibattito è aperto e le soluzioni sono ancora lontane. Per fronteggiare questo fenomeno serve sicuramente un salto culturale da parte di tutti gli attori in campo. Non possono mancare il metodo, l’organizzazione, gli strumenti e la misurazione dei risultati. Una buona comunicazione è possibile ed è la strada giusta per rilanciare il mondo dell’informazione, fondato sui media classici, come evidenziato dalle Lezioni americane di Calvino. Il perno centrale da cui ripartire è la qualità. La qualità dei professionisti, la qualità degli investimenti, la qualità dei contenuti e in questo momento storico è fondamentale».
Negli ultimi mesi, tutti parlano di intelligenza artificiale e i grandi proprietari delle piattaforme stanno incontrando i politici, per cercare di comprendere i pericoli e le opportunità dell’intelligenza artificiale. Il mondo osserva il percorso intrapreso dalla scienza e si pone tanti interrogativi. Quali sono i dubbi dell’uomo, rispetto all’intelligenza artificiale e al suo sviluppo?
«La paura è quella di non riuscire a controllare l’intelligenza artificiale e che l’uomo non sia capace di gestirla. Si teme che l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata per alcuni scopi che certamente non servono ad aiutare l’umanità. Quando si discute sulla possibilità di “educare” l’intelligenza artificiale, c’è un tema che deve essere trattato: l’etica dell’intelligenza artificiale ovvero la necessità di indurre l’intelligenza artificiale al rispetto delle norme e dell’uomo. Il problema è stato analizzato dal Professore Luciano Floridi nel suo libro “Etica dell’intelligenza artificiale – Sviluppi, opportunità, sfide”. Floridi ci ricorda che “il dibattito etico è vecchio. Negli ultimi anni i notevoli progressi nelle capacità e nelle applicazioni dei sistemi IA hanno portato maggiormente all’attenzione le opportunità e i rischi dell’IA per la società”. Chiara Panciroli e Pier Cesare Rivoltella nel loro volume “Pedagogia algoritmica – Per una riflessione educativa sull’intelligenza artificiale” hanno affrontato la questione dell’etica dell’intelligenza artificiale e hanno scritto che: “Il primo framework per inquadrare il problema può essere trovato proprio in Floridi, in particolare in due distinzioni che riguardano il campo di applicazione dell’etica e la sua portata, ovvero il tipo di interventi e gli effetti che essa predispone. La prima distinzione è tra etica per gli algoritmi ed etica degli algoritmi”. In particolare, “l’etica degli algoritmi indica i problemi etici che gli algoritmi nel loro funzionamento comportano”. Basti pensare alla disinformazione e alle Fake News che influenzano la vita delle persone. Un progresso inarrestabile, ma questa rivoluzione deve necessariamente rispettare l’uomo e la sua dignità».
Questo progresso straordinario ci regala nuovi mondi come ad esempio il Metaverso. Cosa dobbiamo aspettarci e come mai sta trasformando le nostre vite?
«È vero la tecnologia ci ha riservato una sorpresa eccezionale. Ho letto e approfondito il volume “Metaverso” scritto da Matthew Ball e tradotto da Giuliana Mancuso. Matthew Ball è partner di Makers Fund e dal 2016 al 2018 è stato responsabile della strategia globale di Amazon Studios. La sinossi del libro mette subito in evidenza l’idea di partenza dell’autore: “La parola «Metaverso» è improvvisamente ovunque: compare sulle prime pagine dei giornali, è continuamente citata come la nuova tendenza all’ultima moda, ricorre nei discorsi degli amministratori delegati di ogni settore economico. Ma cos’è, esattamente? Secondo Matthew Ball – uno dei più autorevoli e influenti esperti in materia – il Metaverso è la prossima evoluzione di Internet: un mondo a tre dimensioni, una rete di esperienze interconnesse che vanno ben al di là della realtà virtuale come la conosciamo oggi. Questo sviluppo che finora è stato limitato alla fantascienza e ai videogiochi modificherà ogni settore, compresi i più piccoli aspetti della quotidianità: dal lavoro all’assistenza sanitaria, dall’istruzione alle relazioni personali. Indagando prospettive e rischi di questa nuova realtà, Metaverso rivela come si configurerà l’Internet di domani, cosa comporterà questa trasformazione e, soprattutto, chi saranno i vincitori e chi i vinti di quella che si preannuncia come una rivoluzione irreversibile”. Ball offre un’interpretazione diversa del Metaverso rispetto a quella di Mark Zuckerberg, il papà di Meta. Zuckerberg ha precisato che “il Metaverso è un insieme di spazi virtuali da creare ed esplorare con altre persone che non si trovano nel tuo stesso spazio fisico”. Mentre Ball ritiene che il Metaverso sia “una rete massiccia e interoperabile di mondi virtuali 3d con rendering in tempo reale che possono essere vissuti in modo sincrono e persistente da un numero effettivamente illimitato di utenti con un senso di presenza individuale e con continuità di dati quali identità, storia, diritti, oggetti, comunicazioni e pagamenti”. In poche parole Ball racchiude innumerevoli significati interessanti che meritano di essere approfonditi. Un mondo da scoprire e che ancora risulta essere poco conosciuto. Di fatto, l’indifferenza e l’odio hanno trovato spazio anche nel Metaverso. La polizia britannica ha condotto, nel mese di gennaio, le indagini sul primo stupro virtuale di gruppo, subito da una giovane inglese. La ragazza ha deciso di giocare nel Metaverso e, dopo aver indossato il suo visore, è entrata nella realtà virtuale. Purtroppo, il suo avatar è stato aggredito. Dobbiamo cogliere gli aspetti positivi dell’ipercomunicazione e sfruttare le nuove tecnologie a vantaggio dell’uomo. È inaccettabile che l’etica e la morale non vengano rispettate. Servono regole precise ed occorre educare le nuove generazioni, e anche gli adulti, ad un utilizzo responsabile della rete».
Ringrazio il Professore Pira per questa intervista, perché le sue conoscenze e le sue competenze sono sempre fonte di ricchezza per chi lo ascolta e per chi lo legge.
Desidero ricordare uno dei pensieri più intensi di Marie Curie, la prima donna insignita del premio Nobel nel 1903, “Niente nella vita va temuto, dev’essere solamente compreso. Ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno”.
Abbiamo il dovere di prepararci ai grandi cambiamenti che ci attendono, ricordandoci sempre quanto sono importanti i valori umani e la ricerca della verità.