L’onorevole con l’amante sotto il letto è una tarda sexy-commedia diretta con mano sicura da Mariano Laurenti. La storia si basa su una serie di equivoci che sconvolgono l’esistenza dell’onorevole Armando Battistoni (Lino Banfi), impegnato a inseguire la bella Anna Vinci (una Janet Agren davvero in forma) e allo stesso tempo a mantenere segreta la relazione agli occhi della moglie Virginia (Marisa Merlini), a sua volta invaghita del sottosegretario Sgarbozzi (Leo Gullotta). Se poi aggiungiamo un Gigi Reder nella parte di un vescovo petulante e noioso e un Alvaro Vitali angariato da Banfi, non possiamo che ottenere una serie di gag che rendono il film degno di essere menzionato tra i molti che invasero gli schermi in quegli anni. Banfi sfoggia l’intero repertorio di schiaffoni, craniate, rime baciate, smorfie e duetti con Vitali. Nel film troviamo in una particina anche Jimmy il Fenomeno, nei panni di Suor Consuelo. La vicenda prende il via quando la bionda e statuaria Anna, professoressa di educazione sessuale, viene licenziata per aver punito i figli del sindaco. Rimasta senza lavoro, non le rimane che prendere il primo treno e partire alla volta di Roma, dove vive il suo amante, l’onorevole Battistoni, nel quale ripone la speranza di farsi assegnare una nuova cattedra. Il poveretto, però, conta davvero poco. Angariato dalla moglie Virginia, che non manca di rinfacciare che deve solo a lei la sua carriera politica e tormentato dalla bruttissima segretaria (sempre Gullotta, impegnato in un doppio ruolo, in una scena memorabile addirittura “molestato” dal solito Vitali) che nutre per lui sentimenti d’amore, sfoga la sua rabbia sul portaborse (finto) gay Teo Mezzabotta (Alvaro Vitali). Scambiata per la visagista attesa dalla signora Battistoni, la bella Anna viene inviata dalla segretaria nella villa in campagna dell’onorevole, gettando quest’ultimo nel panico più profondo, dovendo inventare una scusa per giustificare alla moglie la presenza dell’amante. Ricattato da una registrazione esibita da Anna, che minaccia di farla ascoltare a Virgina se non le procura una nuova occupazione, Battistoni non trova di meglio che far passare Anna come la fidanzata del sottosegretario Sgarbozzi. Peccato che Virginia sia l’amante di Sgarbozzi, naturalmente ignaro dell’arrivo della sua presunta nuova fidanzata. Dopo gli insulti e gli schiaffoni di rito tra Virginia e il sottosegretario, Battistoni cambia le carte in tavola dichiarando che Anna è la moglie di Teo. Complice la notte, la villa si anima di personaggi alla ricerca della propria anima gemella, nel solito gioco di rito da pochade. Vediamo così Anna buttare fuori dalla camera un Teo per nulla omosessuale, ma costretto a fingersi tale per sfuggire alle avances di Virginia, e Battistoni zampettare sopra il tetto per raggiungere la stanza dell’amante. Ovviamente, nessuno finisce nella stanza giusta … Battistoni si ritrova in quella della stuzzicante cameriera (Lory Del Santo) ove viene sorpreso dal sottosegretario, alla ricerca della camera di Virginia. Per salvare le apparenze, Sgarbozzi si finge sonnambulo e batte in ritirata, non prima però di aver allegramente passeggiato sui testicoli dell’onorevole. A sua volta Anna, alla ricerca di Battistoni, finisce nella stanza dello zio Efidio, prelato parente di Virginia. Il mattino dopo, Battistoni è di nuovo impegnato a organizzare una trama che gli consenta di incontrare l’amante senza insospettire la moglie. Inventa una finta partenza per Bruxelles con l’obiettivo di raggiungere il treno sul quale viaggiano Anna e Teo come sposini in luna di miele. Giunto in stazione, l’onorevole si lascia incastrare da un vescovo (Gigi Reder) in cerca di finanziamenti. Una serie di tragicomiche avventure in vagone letto ricordano Totò alle prese con l’onorevole Trombetta nel film Totò a colori. Alcune gag sono riprese anche da Totò a Parigi. Alla fine per il nostro onorevole sfuma ancora una volta l’occasione di trascorrere la notte con Anna. L’appuntamento viene rimandato all’albergo in montagna, dove per un beffardo gioco del destino si riuniscono tutti i protagonisti. Troviamo Teo e Anna, Sgarbozzi e Virginia – che vuole vederci chiaro sul motivo per cui la ragazza era stata fatta passare per la fidanzata del sottosegretario -, il ferroviere Teo Teocoli (giovanissimo, con baffi e capello lungo) che insegue dall’inizio del film Janet Agren e ovviamente Battistoni, impegnato come sempre a salvare le apparenze. Dopo alcune disastrose evoluzioni sciistiche in cui vediamo Banfi e Vitali irrompere rovinosamente con lo slittino dentro a un bar, per una girandola di equivoci, complice una telefonata fatta da Virginia e giunta ad Anna, si scatena il consueto carosello di coppie con scambio di camere. Battistoni cerca Anna, Virginia cerca Teo, il ferroviere cerca Anna… La bagarre la fa da padrone, come in ogni pochade che si rispetti. Alla fine, come sempre, lo sfortunato onorevole si vedrà soffiare l’amante dal prestante Teocoli. Da ricordare come scena culto quella in cui ammiriamo Janet Agren che si insapona sotto la doccia, spiata da Alvaro Vitali. Banfi canta la sigla del film composta da Gianni Ferrio e arrangiata da Detto Mariano (ottime le musiche da pochade), inoltre è l’ultimo film in cui recita in coppia con Alvaro Vitali. Non memorabile come commedia sexy, ma esempio perfetto di come si fa una pochade alla Feydeau, anche se nel nostro caso sono quasi tre film in un solo contenitore. Si parte con lo scolastico provinciale (appena accennato), si prosegue con la commedia sexy cittadina, quindi si passa al treno con gli equivoci legati al vagone letto (stile Totò) e si finisce sulla neve in un albergo di montagna. Sceneggiatura del ferroviere prestato al cinema Francesco Milizia (insieme a Silvestri e Martino che scrive il soggetto), forse ispirato ad ambientare nel suo mondo lavorativo buona parte del film. Mariano Laurenti ha fatto di meglio, qui siamo al canto del cigno di un genere che sta regalando gli ultimi prodotti, non certo geniali.
Regia: Mariano Laurenti. Soggetto: Luciano Martino, Francesco Milizia. Sceneggiatura: Francesco Milizia, Alberto Silvestri. Fotografia: Federico Zanni. Montaggio: Alberto Moriani. Musiche: Gianni Ferrio. Scenografia: Vincenzo Morozzi. Costumi: Tony Randaccio. Produttore: Camillo Teti. Casa di Produzione: Fedefilm srl, Roma. Distribuzione (Italia): Medusa. Genere: Commedia Sexy, Pochade. Durata: 87’. Paese di Produzione: Italia, 1981. Interpreti: Lino Banfi (onorevole Armando Battistoni), Janet Agren (professoressa Anna Vinci), Alvaro Vitali (Teo Mezzabotta), Leo Gullotta (segretaria Sgarbozzi / onorevole Sgrabozzi), Teo Teocoli (ferroviere), Marisa Merlini (Virginia Battistoni), Giacomo Furia (cardinale Efisio), Gigi Reder (monsignore), Galliano Sbarra (uomo sul treno), Ennio Antonelli (carrellista della ferrovia), Enzo Andronico (sindaco Pacetti), Renzo Ozzano (colonnello Clemente Corridoni), Dino Cassio (portiere albergo), Lory Del Santo (cameriera casa Battistoni), Jimmy il Fenomeno (suor Consuelo), Fabio Grossi (facchino albergo), Clarita Gatto (cliente albergo), Franca Mantelli (moglie colonnello), Roberto Ceccacci (capotreno), Fabrizio Pucci (passeggero sul treno), Rita Caldana (passeggera sul treno).