Leggo in diversi autorevoli testi che Luigi Cozzi avrebbe fatto parte del cast tecnico de La gemelle erotica (1980) di Alberto Cavallone. Il primo libro ad affermarlo è Stracult di Marco Giusti – non nuovo a fraintendimenti – ma segue a ruota persino Il Mereghetti 2014. Secondo gli illustri autori, il regista milanese autore di Starcrash (1978) e Contamination (1980) avrebbe terminato il film erotico abbandonato da Cavallone. Per confutare tali tesi che poggiano su equivoci e su notizie non di prima mano abbiamo intervistato Luigi Cozzi, che ci ha rilasciato una lunga dichiarazione.
La riportiamo integralmente, perché articolata e gustosa.
“Ti rispondo e questo che ti dico puoi pure citarlo o riportarlo, se ti serve. Dunque, Marco Giusti è un caro amico ma, come ho già avuto modo di far presente a lui stesso incontrandolo di persona, alcune volte gli capita di fidarsi troppo (senza controllare: questa è la sua unica colpa!) di quello che gli riferiscono alcuni suoi assistenti/collaboratori non sempre attendibili. In effetti, in questo caso, dato che Marco mi conosce bene di persona e lui stesso capita di frequente qui a Roma a Profondo Rosso, a Giusti prima di avallare col suo nome l’affermazione secondo la quale io avrei collaborato in qualche modo a La gemella erotica del rimpianto Alberto Cavallone, gli sarebbe bastato di chiedermelo direttamente anche solo per telefono… e così avrebbe saputo subito che non era assolutamente vero, che era una grossa balla, un errore, in altre parole. Preciso infatti che io non ho mai collaborato a nessun film o ad altro lavoro di qualsiasi tipo fatto da Alberto Cavallone, compresa, per l’appunto, la lavorazione di questa per me misteriosa gemella erotica. Intendiamoci, Alberto Cavallone lo rispetto molto come autore (e tra poco spiegherò il perché), mentre come persona l’ho solo incrociato casualmente per un paio di volte nel corridoio di uno stabilimento di doppiaggio dove aspettavo che lui finisse di lavorare (al synch di alcuni film porno da lui importati) nella stessa sala che avevo prenotato per montare le mie puntate di Special Fantascienza TV.
In uno di quei due (forse tre…) nostri incontri casuali lì dentro, ci siamo parlati per un poco (del più e del meno). Poi basta, non ho mai più visto o sentito Alberto Cavallone in vita mia, finché non ho letto su un giornale che purtroppo era prematuramente scomparso. E spiego adesso perché prima ho detto che rispetto Cavallone come autore: lo stimo e rispetto molto infatti non per via dei suoi film, erotici e no, dei quali poco so e che comunque non ho mai visto, ma perché mi sono sempre piaciute (e molto!) le sue davvero ben fatte e suggestive ricostruzioni dei delitti e dei casi criminali più discussi, dirette (e firmate) per anni proprio da Alberto Cavallone in televisione per il popolare e ottimo programma Chi l’ha visto? che seguo da sempre: quello per Chi l’ha visto?, infatti, è stato davvero un lavoro esemplare svolto da Cavallone come regista e trovo sbagliato che nessuno lo ricordi mai quando scrive di questo autore! (Colmiamo la lacuna, nda).
Tornando infine al buffo caso (?) della mia ipotetica partecipazione alla lavorazione de La gemella erotica, chiarisco, spero per l’ultima volta, che io con questo film non ho mai avuto proprio niente a che fare. E che sia così lo si capisce facendo ricorso alla logica più semplice, perché questa fantomatica gemella erotica è del 1980 e non credo fosse un kolossal o una produzione economicamente di portata rilevante, mentre, dal marzo del 1979, dopo i grandi incassi appena ottenuti nel mondo (soprattutto nelle sale degli Stati Uniti d’America) dal mio film Starcrash, io ovviamente richiedevo (e ricevevo) come regista e sceneggiatore compensi piuttosto elevati di livello internazionale, vale a dire che il mio cachet cinematografico era decisamente consistente e di molto superiore alla media di quelli allora concessi alla maggior parte dei registi italiani. Inoltre, dal maggio del 1979 la Canon America mi aveva messo sotto contratto per realizzare prima Starcrash 2 con Klaus Kinski, poi Space Vampires, quindi mi pagavano regolarmente e stavo lavorando per loro.
Ti sembra logico, conveniente e possibile che quasi contemporaneamente avrei abbandonato tutto questo (oltre alla gestazione di Alien Contamination e del primo Fantafestival a Roma con Vincent Price!) per andare a lavorare con Alberto Cavallone, che allora neppure conoscevo, per fare niente meno che il collaboratore o l’aiuto – o che altro ancora – in una pellicola intitolata La gemella erotica? E comunque, se qualcuno proprio ci tenesse – chissà perché – ad attribuirmi a tutti i costi la lavorazione di almeno un film erotico, che si citi l’unico di questo genere che ho veramente fatto e che di conseguenza non rinnego di sicuro: La portiera nuda (1975, nda) (oppure, se lo preferite, i copioni di un paio dei film sexy di Joe D’Amato).
E se volete intervistarmi a questo proposito, non ci sono problemi, sono qui a disposizione: ma ricordatevi io ho sempre firmato col mio nome, o comunque con pseudonimi più che trasparenti, ogni lavoro che ho fatto nella mia carriera, dal 1962 a oggi, sia nel cinema che nel campo dei fumetti e della letteratura. Garantisco che per campare di porcate in tutti questi decenni ne ho fatte e tante, ma perché nasconderle o vergognarmene, se comunque le ho fatte? Tanto tutti prima o poi le devono fare per forza in questi settori, se si vuole sopravvivere. Però, per favore, in futuro non attribuitemi più le porcate che hanno fatto gli altri. Io rispondo solo per quello – bello o brutto – che ho fatto. E con questo spero di aver chiarito una volta per tutte il grottesco caso di mala-informazione relativo a La gemella erotica, che non so se sia proprio una porcata oppure no, ma che comunque e di sicuro non ha assolutamente nulla di mio”.