La carpa è un pesce forte, un animale coraggioso che si batte fino alla fine, non come gli altri pesci, la sua forza è mentale, è nel coraggio, negli occhi piccoli che chiude per tirare più forte. La lotta è reale, è una questione di vincere la propria vita, da un capo e dall’altro della lenza: un giorno in più nel suo lago, nelle acque torbide e fredde in cui è nata, per lei, o un nuovo trofeo da fotografare e mostrare agli amici, ai suoi figli talvolta, per lui.
Ma in entrambi i casi non ci saranno vincitori e vinti, soltanto due animali che giocano a dimostrare chi sa amare meglio: l’uomo, che con l’intelletto può trasformare ogni battaglia fisica in una sfida mentale, o la carpa, che compie l’operazione inversa, e si dibatte per riconquistare i fondali cui è attaccata dalla nascita? Chi può decidere quello che prova l’uno o l’altra, da un lato e dall’altro della superficie ghiacciata?
Se vedessimo meglio attraverso questa nebbia fitta che ci divide da loro, ci accorgeremmo che si stanno parlando. Il primo dice qualcosa nel linguaggio sporco degli uomini, con i denti e le labbra serrati in uno spasmo; l’altra gli mostra il dorso, lo fa per eccitarlo, per dirgli che non sarà facile averlo, quello splendore nelle sue mani, baciarlo davanti agli altri, umiliandola per la sconfitta, e poi, peggiore delle condanne, lasciarla andare, libera, verso i giorni vuoti di colui che ha perso.
A testa bassa nuoterà la carpa nel suo lago, un po’ meno suo d’ora in poi, perché avrà meritato di vivere; le sarà resa una schifosa libertà che avrebbe fatto meglio a barattare in cambio di un solo giorno in più; per un essere perfetto come lei, che è lì da oltre un secolo e nuota con la certezza del saggio e l’incauta curiosità del novizio, più forte e più veloce degli altri, regina incontrastata finora, un solo giorno può valere poco, ma può essere anche prezioso quanto il lago, pieno di piccole storie come questa, di lotte giuste e ingiuste che da millenni ci dimostrano almeno una cosa: tra gli uomini non esiste un codice preciso, a volte le vite si comprano e si vendono, si mescolano alla politica e al denaro, la gente muore e potrebbe non morire, uccide perché ha paura di essere uccisa, o si arricchisce con la vana convinzione di allontanare la morte, ma tra l’uomo e la carpa non è così, tutta la giustizia che noialtri non siamo in grado di applicare alle nostre mediocri esistenze è qui, sulla riva del lago, i piedi immersi nel fango e la calma della mattina priva di qualsiasi rumore; non ci sono inganni in questa guerra, si osserverà un silenzioso e tacito accordo tra due vittime, entrambe colpevoli di pura vita.