Era il lontano 1993. Esattamente ventisette anni fa se ne andava per mano della mafia, nel quartiere palermitano di Brancaccio (feudo prima dei Contorno e poi dei Graviano) il sacerdote Pino Puglisi, da molti considerato un vero esempio di moralità; un uomo che ha fatto dell’altruismo, della semplicità, della dedizione, della lotta alla malavita, la sua principale bandiera, la sua missione di vita, anche a costo di perderla.
Il presbitero dopo una serie di “avvertimenti” e minacce ripetute ad opera di Cosa Nostra, tra i quali figuravano anche Gaspare Spatuzza e Salvatore Grigoli (suo uccisore) è stato assassinato, e non in un giorno qualunque; si, perché quel 15 settembre era proprio il giorno del suo compleanno, il 56esimo. Da molti della malavita era considerato un uomo “scomodo” per il semplice fatto che negli anni ha sempre cercato di fare il suo dovere strappando alla criminalità organizzata molti giovani, insegnando loro un’altra possibile strada, un’alternativa rispetto alla corruzione: quella della legalità.
Si spendeva sempre per gli altri, non si risparmiava mai e non abbassava mai la testa di fronte alle ingiustizie sociali e morali. Era un uomo dalla spiccata empatia, che cercava sempre di mettere al primo posto l’ascolto dell’altro, che dietro lo sguardo del singolo sapeva intravedere le piccole grandi fragilità, coglierne l’essenza e la preziosità, l’unicità e l’irripetibilità, secondo i dettami del Vangelo. Un grande maestro di umanità prima ancora che un grande pedagogo.
“Se tutti, preti e non, laici e credenti, atei e devoti, facessimo il nostro dovere di esseri umani e cittadini, la mafia sarebbe solo oggetto di film di fantascienza, anche di pessimo gusto”. Queste le parole del presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra nel ricordare don Puglisi.
E’ passato molto tempo, ma come si sa il tempo non cancella nulla, semplicemente ci insegna che le persone che contano, che hanno lasciato il segno in questo mondo, che si sono battute per ideali importanti non ci lasceranno mai…perché ci hanno in-segnato, anche indirettamente il nostro modo di essere e di stare al mondo, di rapportarci con l’altro. Le persone come lui sono delle icone immortali.
E proprio di queste persone che hanno sacrificato la loro vita per degli ideali, parla oggi il Santo Padre, Papa Francesco: persone comuni divenute modelli di eticità anche per i più giovani che ci ricordano quanto sia importante educare le nuove generazioni alla cultura, ai valori e soprattutto all’umanità, che resta oggi il più grande di tutti i valori: difatti senza una buona dose di quest’ultima e di empatia, non si può avere la pace nel cuore.