Mani di fata (1983) è un Renato Pozzetto movie, interpretato anche da Eleonora Giorgi, Sylva Koscina, Maurizio Micheli e Felice Andreasi. Steno ironizza sulla vita di una coppia dove la moglie (Giorgi) fa carriera nel lavoro, mentre il marito è un ingegnere vittima della crisi petrolifera che viene licenziato. Pozzetto si dedica alla casa, sostituendo la collaboratrice domestica e intascando il suo stipendio, ma per guadagnare di più finisce per impiegarsi come cameriere presso una ricca contessa (Koscina). Il figlio viene mandato a studiare in un collegio svizzero che sembra un lager tedesco, mentre la moglie in carriera viaggia per il mondo con un’amica in odore di omosessualità. Mitica la scena a letto dove si capovolgono i ruoli consueti: la Giorgi legge Capital e studia finanza, Pozzetto indossa un pigiama sexy e chiede di essere spogliato. Siamo nel campo della commedia sofisticata, all’americana, con molti riferimenti alla realtà contemporanea. Steno spezza una lancia a favore dell’emancipazione femminile, parla persino di omosessualità, anche se per apprezzare le intenzioni del regista dobbiamo storicizzare il suo lavoro, senza fraintenderlo. Nel 1983 Mani di fata precorre i tempi, infatti viene poco compreso dal pubblico e bistrattato dalla critica, mentre il discorso femminista è ancora interessante, anche se le parti gay tra Micheli e Pozzetto sono stereotipate. Renato Pozzetto si produce in diverse gag tipiche della sua comicità lunare e strampalata, mai volgare, sempre sopra le righe. Maurizio Micheli è divertente nei panni di un omosessuale che ci prova con il domestico soprannominato mani di fata. Sylva Koscina ha cinquant’anni (ben portati) e interpreta uno dei suoi ultimi film nei panni di una contessa che mantiene un giovane amante nella villa sul lago. Giovanni Frezza è il bambino prodigio dell’horror italiano (Quella villa accanto al cimitero, Dèmoni, La casa con la scala nel buio …), recita dagli 11 ai 13 anni, poi si dedica ad altro, qui si produce in un unicum da rampollo di buona famiglia. Elenora Giorgi è al massimo della bellezza, molto brava come donna in carriera così innamorata del marito che non lo tradisce neppure quando pensa che sia diventato omosessuale. Il sospetto (infondato) è comunque reciproco. Lieto fine assicurato, con l’ingegnere che torna in auge, grazie a un’invenzione strepitosa promossa da un ammiraglio da burletta come Andreasi, ricattabile per via della sua passione per le ragazzine. Il soggetto di Mani di fata ispira la commedia statunitense Mister Mamma (1983) di Stan Dragoti, interpretato da Michael Keaton, dove vediamo la solita dinamica di un manager licenziato che diventa angelo del focolare, mentre la moglie fa carriera nel lavoro. Girato a Cernobbio, Milano, Gignese, Stresa. Si notano Villa Ducale di Verbania (palazzo Balongaro) e Villa Bellinzaghi a Como. Non è il film migliore di Steno, ma la classe del regista non è acqua, si nota anche in un film commerciale e di puro intrattenimento. Invecchiato bene, si rivede con piacere. Passato di recente su Rai Movie.
Paese di Produzione: Italia, 1983. Lingua: Italiano. Durata: 92’. Genere: Commedia. Regia: Steno. Soggetto: Laura Toscano, Franco Marotta. Sceneggiatura: Enrico Vanzina, Steno, Renato Pozzetto. Fotografia: Lamberto Caimi. Montaggio: Raimondo Crociani. Musiche: Giancarlo Chiaramello. Scenografia: Vincenzo Morozzi. Costumi: Tony Randaccio. Trucco: Gianfranco Mecacci. Produttore: Achille Manzotti. Produttore Esecutivo: Luciano Luna. Casa di Produzione: Faso Film. Distribuzione (Italia): Titanus. Interpreti: Renato Pozzetto (Andrea Ferrini), Eleonora Giorgi (Franca Ferrini), Maurizio Micheli (Piero Persichetti), Sylva Koscina (contessa Irene), Felice Andreasi (l’ammiraglio), Giovanni Frezza (Mariolino Ferrini), Stefano Mingardo (Manolo), Eleonora Grippo (Jacqueline), Elena Roverselli (Nicoletta), Elena Mazza (Monica, amica della contessa), Andrea Montuschi (il pescivendolo), Guido Spadea (il direttore del collegio), Carla Monti (acquirente del pescivendolo che parla con Andrea).