Il nostro paese è ricco di intellettuali e di case editrici che lavorano nell’ombra, perseguendo un ben preciso programma culturale, non finalizzato a scopi economici. Maria Teresa Liuzzo, per esempio, dirige la rivista Le Muse, edita da Agar Editrice di Reggio Calabria, si occupa di musica lirica, drammaturgia, scrive romanzi e poesie, insegna nelle università statunitensi ed è corrispondente per riviste internazionali. Tra i suoi romanzi – tutti editi da Agar – consigliamo E adesso parto! (2019), Non dirmi che ho amato il vento! (2021), La luce del ritorno (2022) e L’ombra affamata della madre (2022). La scrittura di Maria Teresa Liuzzo è intensa e ricca di simboli, finisce per fare poesia anche quando scrive prosa, il suo valore lirico è assoluto, così come molti passaggi sono ricchi di simboli espressionistici e surreali. Gli uccelli cantano con voce di pianto, la notte non ha pietà, il viola cangiante della sera si allarga a valle come un fiume, la sete morde le labbra in un gioco crudele, il sangue impazzisce dentro il ventre …. La scelta lessicale è sempre molto accurata, quando si leggono queste pagine la mente vola verso la miglior scrittura ottocentesca, ricca di elementi descrittivi e di suggestioni romantiche. Tutto questo lo riscontriamo in misura superiore nell’opera in versi che abbiamo analizzato in maniera compiuta, Danza la nette sulle tue pupille, di recente pubblicazione, dove le tematiche amorose ed esistenziali sono sviscerate con passione e intensità. Parole musicali, termini insoliti, versi liberi dotati di una metrica intrinseca e di un andamento poetico naturale. Leggiamo il componimento che apre la raccolta.
Danza la notte nelle tue pupille
e sui nostri corpi avvinti
al candore di un fiato disperso
nel cuore che alita l’éllera di un sogno,
là dove l’incoscienza
s’impreziosisce del limite
lasciando dietro di sé
albe e mondi di sabbia
a farsi sangue di falene.
Il colore dei tuoi occhi
veste la solitudine dell’ora
e sgomitola la sapienza dei corpi
ombre di un desiderio mai dissolto,
sulle labbra graffi di memoria, che geme
in lenzuola di geometrie allo specchio.
Leggiamo un’altra lirica che affronta con efficacia e intensità il tema della solitudine umana, la fine di un amore, la passione perduta che si stempera in un ultimo abbraccio, un cesto di ricordi che contiene una rosa aggrappata a brividi di sangue.
Sola
come la notte e la morte …
Nel cesto dei ricordi l’ultima rosa
aggrappata a un brivido di sangue.
Piango al lume del silenzio
perché nessuno veda
il dolore dell’ultimo abbraccio,
il calore dell’ultima sfida.
Forse il profumo dell’ombra
mi è daccanto
nel suo lembo di cielo
ancora intatto.
La poetessa veste trine di spume, è il mare, se in lei ti perdi. Ricompone acque perché i sogni non anneghino, fa delle rocce pagine di parole innamorate, tiene ben stretto tra le mani il tessuto della vita. Mentre scrive un vento di gabbiani solleva orli di mare e molecole di sangue scompongono il tempo. Vera poesia, senza ombra di dubbio, che deve soltanto essere letta, senza alcun bisogno di forbite spiegazioni che fior di critici (Mauro D’ Castelli) hanno comunque dedicato a questi versi. Concludiamo il nostro intervento da lettore appassionato con una lirica sul senso del passato.
Ritornare fanciulli,
inventare amori senza volto
nelle strette dell’angoscia.
Il carminio dei gerani
dipinge bocche nuove
su ferite di nubi immacolate.
Geometrie cristalline
in un soffio di pula;
sorrisi e insidie,
io pensieri fatti sangue.
l’oro dei raggi
disegna le finestre
tra sinfonia di voci
e specchi di bottiglia.
Una considerazione finale la dedichiamo alla rivista Le Muse, giunta al ventiduesimo anno di pubblicazione, un bimestrale di grande formato che si occupa di arte e cultura, che in questo numero estivo approfondisce le figure dei classici Novalis e Vittorini, oltre alla contemporanea Antonella Di Siena, per finire con ospitare racconti, poesie, interventi critici e recensioni. Per informazioni la mail è rivistalemuse@libero.it.