Già da un bel po’ di tempo, sempre con più frequenza, si ascolta menzionare il vocabolo empatia, utilizzandolo a volte anche con grande facilità… Ma cos’è veramente l’empatia? La genesi del vocabolo è greca, significa: sentire profondamente l’altro, ed è, evidentemente, un’abilità che non tutti sviluppano al meglio. Se l’umanità percepisse veramente l’altro con tutte le sue emozioni, sicuramente non farebbe guerra… L’empatia rimanda a quella capacità di entrare all’unisono con l’alterità, in filosofia, e ricordiamo che il concetto di empatia è stato introdotto verso la fine del XIX secolo da Robert Vischer, studioso di arti figurative secondo i canoni dell’estetismo, per definire le capacità della fantasia umana di cogliere il valore simbolico della natura. Utilizzava, egli, il termine ‘einfuhlung’, che fu poi tradotto con il termine ‘empaty’.
Lipps, inoltre, introdusse l’empatia nella dimensione della psicologia, parlando delle profondità dell’esperienza dell’altro e introducendo così il problema dell’alterità ripreso dalla Scuola Fenomenologica e quindi da Husserl.
Successivamente la neurobiologia introdusse il fenomeno dei neuroni a specchio (cui molto si deve al “Maestro Empatico” del Movimento Giacomo Rozzolatti) ovvero l’altro percepito in noi stessi.
Illuminato dal proprio sentire artistico a 360 gradi e capendo che l’unico modo per potersi completare fosse la riunione con gli altri, il poeta e scrittore Menotti Lerro avvia nel 2019 un intenso percorso di riunificazione delle arti stesse, dando vita al nuovo Movimento della Contemporaneità: l’Empatismo. Lo stesso nasce con la creazione del Centro Contemporaneo delle Arti, proprio nel 2019, in collaborazione con docenti dell’Accademia di Brera e di vari artisti del territorio Cilentano. Il discorso inaugurale “Sulle Arti” viene percepito dal Maestro filosofo Remo Bodei come innovativo Manifesto, affermando che tutto ciò poteva segnare una nuova epoca per le arti nel mondo. Preso atto di questo, un anno dopo, nel 2020, l’Empatismo nasce come risposta alle grandi chiusure, quindi ai lockdown nei quali l’uomo, ritrovatosi solo, cerca l’altro. Decade in questo modo l’idea che fossimo già completi e, di rimando, Lerro sentì di dover affermare che l’Unità poteva arrivare specie attraverso la congiunzione con l’altro. Il poeta salernitano, milanese di adozione, scrive tra l’altro la storia di Unus (l’Artista Totale) figlio di Zeus e di una donna mortale; un semidio che incarnava ogni arte nel suo corpo e nella sua voce. Unus che fu barbaramente ucciso e smembrato per invidia, e i suoi resti (arti disunite) furono gettati nel fiume del Cilento denominato Alento.
Attraverso questo nuovo mito, inventato da Lerro come storia esemplare, si narra la separazione forzata e violenta delle Arti alla quale però Eros non resta indifferente, benedicendone la riunificazione che oggi, possiamo affermare, è simbolicamente avvenuta attraverso il sentire empatico e la riunione degli artisti che il movimento determina (da esempio per una riunione dei popoli). Ecco l’epifania dell’Empatismo, dove ognuno attraverso il proprio sentire, che l’altro percepisce, diventa fautore della costruzione dell’Universalismo del Sapere; Immagine, colore, riflessione e soprattutto parola creano i presupposti per la Parusia. Unus ritorna a vivere e a splendere attraverso coloro che si percepiscono come frammento del semidio e si riuniscono…
Per capire la forza del Movimento Empatico bisogna inoltre ricordare che 2020 nacque l’epicentro territoriale attraverso la cosiddetta “Piramide Culturale del Cilento”: un territorio storicamente rurale che diventa di colpo (attraverso il protocollo con 25 borghi neo culturali, come ad esempio Salento “Paese della Poesia” o Omignano “Paese degli Aforismi”, ecc) territorio di alta cultura, offrendo una grande possibilità di sviluppo a chi lo abita (uso esemplare delle arti…)
Il vertice del Monte Stella, punta della Piramide, diviene l’empireo dove la settima essenza completa la via del percorso da seguire: chi arriverà in cima alla Piramide per dialogare con gli antichi dèi empatici, i magaliti presenti o “dispersi” del luogo? Forse qualcuno, forse tutti, ma il coraggio è riscendere, raccogliere I pensieri e I sentimenti e salire ancora, fino al termine del percorso terreno.