Il 17 gennaio 2020, per 42 Records e Sony Music Italy, è uscito Merce Funebre, il debut album di Tutti Fenomeni.
Se è vero che il senso dell’intelligenza sta nel saper leggere fra le righe, allora possiamo affermare come questa sia un requisito indispensabile per comprendere a pieno l’immaginario artistico di Tutti Fenomeni.
Il lavoro è composto da undici canzoni, le quali presentano, alla base, una forte ispirazione new wave correlata da influenze elettro, trance (Reykjavik), post-punk (Marcel), dark pop e persino da atmosfere classicheggianti e simil-sacre che tradiscono anche una certa psichedelia tenebrosa (Marcia Funebre, Trauermarsch), distanti fra loro tanto artisticamente quanto, spesso, geograficamente e sul piano temporale. Il lavoro di produzione, ad opera di Niccolò Contessa, risulta quindi piacevole e sfaccettato, in grado di conferire colore e personalità a un prodotto dalla natura eclettica ed estemporanea.
Dal punto di vista lirico, invece, Giorgio Quarzo Guarascio (vero nome del cantante monteverdino) propone testi carichi di pensieri sconnessi e contrastanti fra loro, i quali a tratti risultano slegati e privi di un filo conduttore preciso mentre alle volte si mostrano più diretti e logici, seppur rimanendo sempre sostanzialmente ermetici.
La poetica dell’artista ha una connotazione distaccata e disinteressata, quasi apatica, verso il concetto di “espressione” o di un’eventuale necessità individuale legata a questo, e si presenta più lucida e vicina a riflessioni riguardo a differenti temi di interesse comune, siano questi il romanticismo (Diabolik) o la critica sociale (Filosofia). Tuttavia, il filo conduttore della scrittura dell’album getta le fondamenta in una miscela di irriverenza, profondità d’animo e una spiccata e persistente ironia.
Merce Funebre nasce e cresce all’insegna di un citazionismo, sonoro e testuale (oltre che visivo), quasi Tarantiniano (o Luttazziano, a seconda di quale sia la vostra opinione in merito alle ormai datate accuse di plagio verso il comico romagnolo), volto a setacciare l’estetica di opere iconiche del passato, o del presente, all’interno di un filtro futurista, conferendovi nuove sfumature e diversi significati. Un’opera di reinterpretazione audace e dissacrante, di spirito puramente punk, che, seppur a tratti un po’ acerba, risulta sempre interessante e coinvolgente.
TRACKLIST:
01. Marcia Funebre
02. Valori Aggiunti
03. Metabolismo
04. Mogol
05. Reykjavik
06. Diabolik
07. Hikmet
08. Filosofia
09. Marcel
10. Qualcuno Che Si Esplode
11. Trauermarsch