Nella costa azzurra degli anni settanta la festa nella lussuosa villa dei coniugi Tranchant è in pericolo. Misteriose minacce anonime spaventano gli ospiti rischiando di rovinare l’evento. Il padrone di casa richiede aiuto al suo personale amico Jaques Chirac che interviene sollecitando il capo della polizia. Visto il periodo estivo, l’unico detective disponibile sembra essere Jean Boullin. Il commissario pasticcione si reca sotto copertura a Saint Tropez per indagare sull’accaduto. Arrivato a destinazione, l’ufficiale dimostrerà tutta la sua incompetenza mettendo in ulteriore rischio i presenti alla festa.
Mistero a Saint Tropez è una commedia francese con protagonisti Christian Clavier e Gerard Depardieu. Il film, in perfetta tradizione transalpina, rientra nel genere comicità fisica. Alle atmosfere lussuose della location si antepone la goffaggine di un poliziotto poco avvezzo al suo lavoro che da il via a un numero di siparietti degni di un vintage che cerca il tributo a un cinema del passato. Strutturato in maniera discreta Mistero ha nel cast e nell’atmosfera i suoi punti di forza che riescono a far sorridere senza però impressionare particolarmente. La vicenda vorrebbe ripresentare lo stile Pantera Rosa ma si ferma alla sola intenzione e a due o tre gag riuscite. La regia di Nicolas Benameu ricrea i fasti del periodo ma non riesce a rivederli in chiave odierna facendo risultare il lavoro a metà e senza slanci.
La componente gialla rimane accennata e l’intera storia lasciata nelle mani di Clavier che pur essendo bravo non basta a portare il risultato. Depardieu è straordinario, come sempre, nel ruolo del capo della polizia ma la sua recitazione poco indirizzata e non oltre il cameo . La fisicità nel comico necessita d’ironia e battute che in Mistero latitano riducendo l’intero film in un susseguirsi di numeri discreti che alla lunga annoiano. I personaggi sullo sfondo sono un ottimo arredamento ma senza approfondire l’effetto va non va oltre il mobile inutile. In sintesi il film sembra arrivare da un passato nel quale si richiedeva solo una caduta rocambolesca o rumori bizzarri per intrattenere. Occasione sprecata vista la presenza di professionisti quali Clavier e Depardieu ma anche dell’ottimo Benoit Poelvoorode. Tre cavalli di razza la cui improvvisazione, pur di classe, non basta ad andare oltre il semplice numero di rivista.