Era il 1972 quando mi sono imbattuto in Morbius per la prima volta, in un luogo insolito, tra l’altro: la Spagna franchista, dove mi trovavo in gita con mio padre, ero in un’edicola di Madrid, quando la mia attenzione fu catturata da un albo pocket in bianco e nero. Un vampiro anda suelto, diceva il titolo, avrei capito pochi mesi dopo, in Italia, dall’Uomo Ragno Corno che quella frase significava Un vampiro in libertà, un pericoloso vampiro che si aggirava per le strade di New York e impegnava a fondo il mio supereroe preferito. In Italia Morbius non aveva ancora fatto la sua comparsa nell’albo a colori dedicato a Spider Man, subito comprai quel fumetto, così diverso dai nostri, che ancora conservo gelosamente, pure se non conoscevo una parola di spagnolo. Roy Thomas soggetto, Gil Kane sorprendente disegno, che nella versione italiana a colori rendeva ancora di più, grazie a quei chiaro scuri intensi e alla retina degli inchiostratori. Morbius l’ho sempre amato, quando la Comic Art gli dedicò un albo, negli anni Novanta, seguivo la serie, perché quel suo modo d’essere un tragico antieroe mi affascinava, la condizione di vampiro involontario, costretto a bere sangue umano, dopo aver cercato di curare una rara malattia genetica, lo rendeva un super criminale con super problemi, come da lezione Marvel. Ecco perché sono andato a vedere senza alcuna esitazione il film dello svedese – cileno Espinosa, convinto di trovare identici ingredienti nel personaggio cinematografico. Inutile dire che sono rimasto profondamente deluso, forse per la mia condizione di vecchio fan del fumetto, forse perché il nuovo prodotto cinematografico è destinato alle nuove (inconsapevoli) generazioni. Tutta la profondità delle storie su carta si perde in una soap-opera sceneggiata in salsa nordamericana, inventando un rivale (l’amico d’infanzia) mutato in vampiro e una fidanzata che segue le sorti del protagonista, oltre a un medico che aiuta Morbius da bambino, ma fa una brutta fine. Il fumetto risulta tradito in più parti, ma la cosa peggiore è la resa scenica, sia del polpettone ignobile a base di dialoghi ai minimi storici, sia (e soprattutto) degli scontri tra vampiri, noiosi e ripetitivi, tra ralenti ed effetti speciali per niente originali. Jared Leto è un bel Morbius, credibile come aspetto, piuttosto bravo nell’interpretazione, così come Matt Smith è un degno avversario succhia sangue e Adria Arjona un’affascinante fidanzata. Fotografia cupa, musica assordante e fastidiosa, montaggio sincopato (ma non troppo), effetti speciali scadenti. Tra le cose interessanti un breve istante in cui si vede la scritta Roy Thomas – Gil Kane sopra un manifesto della metropolitana, come citazione omaggio a due autori storici, creatori di un personaggio purtroppo volgarmente banalizzato. Consiglio al pubblico adulto appassionato di fumetti di non andare a vedere questo sottoprodotto Marvel, mentre ai giovani dico di avvicinarsi alle storie su carta, dopo aver visto un pessimo film.
Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzione: Stati Uniti D’America. Anno: 2022. Durat: 108’. Genere: Fantastico, Horror. Regia: Daniel Espinosa. Soggetto: Roy Thomas, Gil Kane. Sceneggiatura: Mark Sazama, Burk Sharpless. Fotografia: Oliver Wood. Musiche: Jon Ekstrand. Scenografia: Stefania Cella. Produttore: Avi Arad, Lucas Foster, Matt Tolmach. Produttore Esecutivo: Louise Rosner. Case di Produzione: Columbia Pictures, Marvel Entertainment, Arad Productions, Matt Tolmach Productions. Distribuzione (Italia): Sony Pictures. Interpreti: Jared Leto (Michael Morbius), Matt Smith (Milo Morbius), Adria Arjona (Martine Bancroft), Jared Harris (Nicholas Morbius), Tyrese Gibson (Simon Stroud), Al Madrigal (Albert Rodriguez), Roksana Wegiel (loona Croft), Michael Keaton (Adrian Toomes / Avvoltoio).