Morto Stefano Di Marino, scrittore di noir

Articolo di Gordiano Lupi

Stefano Di Marino lo conoscevo come lettore. Tutte dentro! scritto con Corrado Artale, edito da Bloodbuster è uno dei suoi libri che conservo con cura in biblioteca, perché è una delle cose migliori mai scritte sul mondo del Women In Prison, genere che a molti non piacerà, ma che è stato sviscerato benissimo in queste pagine che consiglio di recuperare. Libro per cinefili, interessante, ci trovate pure una breve sintesi del nazi – erotico, oltre al sottogenere conventuale. Stefano Di Marino era noto come autore di Segretissimo, genere da edicola, dove spesso si firmava Stephen Gunn,  vendeva molto, per i parametri attuali della narrativa tascabile di pronto consumo. Il Professionista resta il suo personaggio più noto. Ha curato antologie di gialli per la Mondadori (Il mio vizio è una stanza chiusa), come il sottoscritto amava il nostro cinema di genere e ne scriveva con grande competenza. Una notizia triste, inattesa, quella della sua morte, avvenuta a Milano, per suicidio. Aveva solo sessant’anni, avrebbe potuto scrivere ancora decine e decine di libri. La sua bibliografia è sterminata, basta consultare la pagina Wikipedia che riporta le sue caratteristiche basilari di scrittore. Saggistica sulle arti marziali – altra passione – dizionari di cinema (noir, fantasy, poliziesco …), romanzi thriller e d’azione, racconti a puntate pubblicati su settimanali femminili, in una parola Stefano Di Marino era lo scrittore di genere fatto persona, un piccolo Scerbanenko che insegnava scrittura e mandava avanti collane e riviste per editori digitali (Delos Book). Traduttore, sceneggiatore di fumetti, giornalista culturale, faceva di tutto Stefano Di Marino. Non voglio indagare i motivi della sua morte, non sarebbe neppure giusto, dico soltanto che si è trattata di una scelta, adesso siamo tutti un poco più soli. Avevo avuto modo di parlare con Di Marino in occasione di una collaborazione con la Casa Editrice che dirigo, per un libro di cinema da scrivere, ne avevo riportato l’impressione di una persona modesta e molto per bene. Riposa in pace, amico mio.

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