Che bello questo Napoli – New York! La magia di una storia scritta da Federico Fellini e Tullio Pinelli incontra il genio cinematografico di Salvatores, regista abile nel far recitare giovani attori e capace di costruire dal niente fantasmagoriche scenografie. Siamo a Napoli nel 1949, la casa di Celestina crolla, la zia muore e la bambina resta sola – la sorella è partita per New York a inseguire l’amore della sua vita -, unico compagno un amico più grande come Carmine (innamorato di lei), che vive di espedienti in una Napoli poverissima. La storia comincia qui e prosegue da clandestini per caso a bordo di una nave che viaggia alla scoperta degli Stati Uniti, di un mondo dove gli italiani sono brutti, sporchi e cattivi come in un film di Scola, sono gli emigranti che nessuno vuole. Molto importante l’amicizia tra i ragazzi e il comandante Garofalo (un bravissimo Favino), uomo burbero ma dal cuore d’oro, che alla fine vorrebbe adottarli, così come è sconvolgente l’incontro con la sorella di Celestina, accusata di omicidio. Non vado oltre con la trama, che va scoperta al cinema, seguendo una pellicola sceneggiata benissimo dal regista e montata con i tempi giusti (124’) da Panzarasa, che gode di una suggestiva colonna sonora a base di pezzi d’epoca di De Robertis e di un’azzeccata fotografia anticata curata da Indraccolo. Pare quasi impossibile che il film sia stato girato tra Napoli, Trieste e Fiume, oltre che negli studi di Cinecittà, perché Salvatores (e la sua compagna, la scenografa Rita Rabassini) è così bravo a ricostruire in studio New York – memore di insegnamenti felliniani – che non ci sfiora nemmeno per un attimo il dubbio che sia tutto finto. Il soggetto ha la leggerezza di una fiaba e la sceneggiatura è condotta ai margini della credibilità, ma tutto questo interessa poco a un regista che compone poesia su celluloide. Napoli – New York vuol essere anche un monito agli italiani (razzisti) di oggi che non ricordano come sono stati discriminati i loro antenati nel recente passato. Un film che fa bene al cuore, recitato con l’incanto tipico dei ragazzini da Dea Lanzaro (Celestina) e Antonio Guerra (Carmine), guidati da un Maestro (lo scrivo con la lettera maiuscola) come Salvatores. Tra gli attori adulti sempre all’altezza Favino, divertente Catania nella caratterizzazione del giornalista italo americano, perfetto Arana come capitano amante della bottiglia, discreta Anna Ammirati nei panni di una madre desiderosa di avere figli. La regia dire che è matura e compiuta non rende l’idea, Salvatores passa dal primo piano alla soggettiva, introduce piani sequenza funzionali alla storia, infonde tenerezza e lievità nei movimenti di macchina. Una pellicola che dopo la prima visione vien voglia di rivederla. Salvatores torna ai tempi di Mediterraneo e meriterebbe un Oscar. Grande pubblico per vedere il film, persino in provincia …
Regia: Gabriele Salvatores. Soggetto: Federico Fellini, Tullio Pinelli. Sceneggiatura: Gabriele Salvatores. Fotografia: Diego Indraccolo. Montaggio: Julien Panzarasa.
Musiche: Federico De Robertis. Scenografia: Rita Rabassini. Costumi: Patrizia Chericoni. Produttori: Isabella Cocuzza, Vlaho Krile, Claudio Lullo, Arturo Paglia, Marco Patrizi, Francesco Ruggeri. Produttore Esecutivo: Massimo Monachini. Case di Produzione: Paco Cinematografica, con la collaborazione di Rai Cinema, Friuli Venezia Giulia Film Commission, Film Commission Regione Campania. Distribuzione (Italia): 01 Distribution. Lingua Originale: Italiano, Napoletano, Inglese. Paese di Produzione: Italia, 2024. Durata: 124’. Genere: Drammatico, Commedia. Interpreti: Pierfrancesco Favino (Domenico Garofalo), Dea Lanzaro (Celestina), Antonio Guerra (Carmine), Anna Ammirati (Anna Garofalo), Omar Benson Miller (George), Anna Lucia Pierro (Agnese), Tomas Arana (il capitano), Antonio Catania (Joe Agrillo).