“No Other Land”, un film utile per capire

Articolo di Gordiano Lupi

Non un’altra terra, è la traduzione del titolo. I palestinesi che vivono in Cisgiordania non vogliono un altro posto dove vivere, pretendono il loro luogo dell’anima, dove si sono insediati dalla fine del 1800. Un collettivo israelo-palestinese dimostra che un altro mondo sarebbe possibile se le intelligenze di due paesi si unissero per far capire che prevaricazioni e ingiustizie portano solo nuove incomprensioni e odio intergenerazionale. Il film documenta dieci anni di espropri forzati da parte dell’esercito israeliano dell’insediamento di Masafer Yatta in Cisgiordania, con case distrutte, abusi di ogni genere, minacce, sparatorie, persone ferite a morte e rese invalide per sempre. I coloni israeliani (spesso soldati travestiti da civili) fanno incursioni notturne per scacciare i palestinesi, impegnati a ricostruire grazie all’oscurità le case distrutte di giorno. Altri palestinesi vivono nelle grotte, ma l’esercito stacca la corrente elettrica, sequestra generatori, spacca tubi dell’acqua potabile e cementifica pozzi artesiani. L’amicizia tra il reporter improvvisato palestinese Basel Adra e il giornalista per i diritti umani israeliano Yuval Abraham è il filo conduttore di un film che si propone di far capire che le cose potrebbero cambiare. L’amicizia tra i due ragazzi – entrambi impegnati in una causa comune, quella della pace – contrasta in modo palese con l’odio che separa i due popoli. Inutile pensare, però, che con l’attuale governo al potere in Israele e con i terroristi di Hamas possa esserci uno spiraglio di pace e condivisione tra le due fazioni in lotta. Non solo denuncia sociale in un film girato con mezzi di fortuna e tanta macchina a mano, anche puro cinema con una stupenda fotografia delle zone rurali della Cisgiordania e alcune immagini evocative, riprese da un’ispirata regia. Tra tutte ricordiamo Basel sdraiato tra le rocce, al sole della sua terra, mentre sullo sfondo (in salita) arranca una camionetta dell’esercito israeliano che si stempera in dissolvenza. Presentato al Festival di Berlino – premio per il Miglior Documentario e Premio del Pubblico – visto poco in Italia per l’importanza che avrebbe, ma in zona maremmana l’hanno programmato sia il Piccolo Cineclub di Follonica che il Cinema Teatro Metropolitan di Piombino, due realtà benemerite, da conservare e proteggere come gli animali in estinzione. Una storia di amicizia e di resistenza in un paese sotto occupazione.

Regia, Soggetto, Sceneggiatura, Montaggio: Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor. Fotografia: Rachel Szor. Musiche: Julius Pollux Rothlaender. Produttori: Fabien Greenberg, Bard Kioge Ronning, Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor, Hamdan Ballal. Case di Produzione: Yabayay Media, Antipode Films. Distribuzione (Italia): Wanted Cinema. Paesi di Produzione: Norvegia, Palestina, 2024. Genere: Documentario. Durata: 95’. Interpreti: Basel Adra, Juval Abraham, Nasser Adra, Shamiya Abu Aram (tutti nei ruoli di loro stessi).

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