“Nope”, un film del tutto indefinibile

Articolo di Paolo Quaglia

Due fratelli addestratori di cavalli provano a salvare il ranch di famiglia dopo la morte del padre. Il glorioso passato della proprietà è in difficoltà per la scarsa richiesta e la vendita sembrerebbe essere l’unica soluzione. Un giorno i due cowboy si accorgono dell’improvvisa apparizione di un disco volante sopra il loro territorio. L’evento fa impazzire gli animali e causa la morte degli umani che lo guardano direttamente. James e Jill decidono di rischiare il tutto per tutto realizzando un filmato della navicella. Una testimonianza così diretta farebbe guadagnare molti soldi alla coppia permettendo loro di salvare l’attività.

Nope è un film del 2022 diretto da Jordan Peele . Dopo US torna il regista più eclettico di Hollywood con un lavoro del tutto indefinibile. Contenitore di almeno cinque generi narrativi Nope è l’ennesima prova dell’abilità di un creativo a tutto tondo in grado di adattare all’intrattenimento qualsiasi riflessione. La regia di Peele è personalissima perché in grado di reinventare tutte le regole filmiche mantenendo ben chiara la classicità. Una riflessione sul mondo dello spettacolo che tocca il negazionismo storico subito dagli afroamericani e lo fa parlando soprattutto dello sguardo. L’uso del filmato come espediente per salvare il ranch non è che un ritratto della necessità umana d’immagini .

Essere testimone dell’avvistamento di un Ufo diventa un motivo di celebrità per interposta persona ma uno sguardo diretto all’evento uccide. Questo porta Nope a teorizzare l’assenza di una verità assoluta e l’accettazione di una verità mediata. Teorie che Peele propone senza imporre e con un occhio vigile a confezionare intrattenimento di classe e spessore. Il film è ricco di inserti che potrebbero avere vita propria, come l’incidente della scimmia protagonista di una sit com o il cowboy dimenticato. Pillole di vita che il regista gira alternando gli stili dei grandi. In Nope c’è il cinema di Tarantino come quello di Carpenter che diventa Peele grazie a un particolare significante. Il regista non cita si fa citare , non teorizza e non utilizza retorica , fa cinema e lo rende suo.

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