Nunzio Di Gennaro, in un romanzo la sua storia e la sua battaglia per la giustizia e la verità

Articolo di Francesco Pira

Lo scorso mercoledì 26 marzo 2025 è stato presentato il libro Impunita, scritto dal professor Nunzio Di Gennaro, presso l’Aula Magna del Liceo Maurolico di Messina, di cui è Dirigente Scolastica la professoressa Giovanna De Francesco. È stato per me un onore aver dato il mio contributo insieme a Monsignor Cesare Di Pietro, Vescovo Ausiliario di Messina, e all’avvocato Sergio Raciti, alla presentazione di questa significativa pubblicazione.

Il volume Impunita di Nunzio Di Gennaro, edito dalla casa editrice SBS Edizioni & Promozione, con la direzione editoriale di Sheyla Bobba, racconta una storia realmente accaduta all’autore. La prefazione del libro è stata scritta da Irene Testa, tesoriera del Partito Radicale e garante dei detenuti per la Regione Sardegna, che ha accettato l’invito a introdurre l’opera.

Il testo mette in evidenza la dolorosa vicenda vissuta dall’autore, una situazione che, nonostante le difficoltà, si è conclusa positivamente. Questo episodio dovrebbe stimolare la riflessione dell’opinione pubblica, invitandola a considerare che l’innocenza di un imputato deve sempre essere presunta.

L’autore è stato vittima di un adescamento virtuale: una persona, su un sito di scambi linguistici, si spacciava per esperta di portoghese e inglese. L’autore, credendo alle sue parole, l’ha ospitata a Breguzzo, dove viveva all’epoca. Purtroppo, questa donna lo ha denunciato per violenza.

Di Gennaro è riuscito a mettere insieme i pezzi della sua storia e a trasformarla in un romanzo.

Il 28 marzo 2009, nella valle di Breguzzo, una giovane ragazza tedesca denuncia una violenza. L’accusato, un amico conosciuto in chat, è incriminato per stupro e violenza. Nonostante proclami l’innocenza, subisce sei mesi e sei giorni di carcere e due condanne a causa di omissioni e ostruzioni della Corte di Trento. Dietro questa ingiustizia, la ripicca di una organizzazione criminale o l’isteria di una donna disturbata?La storia ha un lieto fine: la Cassazione rimanderà la decisione alla Corte di Appello di Bolzano che lo assolverà per non aver commesso il fatto. Successivamente il Tribunale di Trento gli riconoscerà l’indennizzo per l’ingiusta detenzione. Impunita ricostruisce questa vicenda umana piena di colpi di scena, riflettendo sulla condizione umana e sulle sentenze pronunciate in nome del populismo anziché del popolo.

Il protagonista, Macaluso, non ha un nome preciso ed è semplicemente indicato come “il professore”. Il suo nome potrebbe essere Nunzio, Giuseppe, Antonio, Renato o qualsiasi altra persona che, come lui, possa trovarsi vittima di una giustizia ingiusta. Ecco, perché Macaluso è un personaggio senza identità precisa.

La trama è avvincente e affronta diversi temi, non limitandosi alla sola ingiusta accusa o agli sviluppi che, secondo Macaluso, lo avrebbero condotto a cadere in una vera e propria trappola.

Quella di Nunzio Di Gennaro è una storia tormentata, che però si è risolta grazie alla verità. L’autore non ha mai commesso il reato di cui era accusato e, dopo una lunga battaglia giudiziaria, è riuscito a dimostrare la propria innocenza, ottenendo le scuse dallo Stato per l’errore commesso nei suoi confronti. La verità e l’indennizzo per ingiusta detenzione non potranno mai restituire quei mesi e quei giorni all’autore.

Oggi Nunzio Di Gennaro è tornato a insegnare, è diventato professore e ha vinto una selezione presso il Ministero degli Affari Esteri. Si prepara a partire per insegnare italiano all’estero. Si è sposato con una donna eccezionale con cui condivide la sua vita.

Il caso narrato nel libro Impunita di Nunzio Di Gennaro offre uno spunto significativo per un’analisi sociologica riguardante i rischi dell’adescamento virtuale, i pericoli connessi all’uso dei social network, le sfide del sistema giudiziario italiano e il tema della giustizia negata, un fenomeno purtroppo sempre più diffuso nel paese.

L’adescamento virtuale è una realtà sempre più comune nel contesto digitale. Si tratta di un processo mediante il quale una persona, spesso con l’intento di sfruttare l’altro o manipolarlo, si fa passare per qualcun altro, creando una falsa identità online per ingannare le vittime. Solitamente, l’adescamento virtuale o meglio questo tipo di inganno avviene principalmente attraverso chat, social network e piattaforme di incontri, dove è facile per chiunque creare una falsa identità e sfruttare la buona fede degli utenti.

Nella foto il Vescovo Ausiliario di Messina Monsignor Cesare Di Pietro, il professor Francesco Pira e l’autore di “Impunita” Nunzio Di Gennaro

I social network, pur avendo enormi potenzialità in termini di connessione tra le persone, espongono gli utenti a numerosi pericoli. La falsa percezione di sicurezza che deriva dall’anonimato online consente a molte persone di agire indisturbate, creando profili falsi e manipolando i sentimenti e le emozioni degli altri. La facilità con cui si può mentire online è un elemento che rende i social un ambiente fertile per attività come l’adescamento e il cyberbullismo, ma anche per truffe e manipolazioni emotive.

Social come Facebook, Instagram e Twitter sono tra i più utilizzati, ma proprio queste piattaforme possono rivelarsi tra le più rischiose quando non si è consapevoli delle insidie legate alla privacy e all’interazione con sconosciuti.

Altri social, come Tinder e Badoo, che sono specificamente indirizzati agli incontri, sono spesso teatro di truffe e adescamenti virtuali. La percezione di una relazione sicura, inizialmente avviata online, può rapidamente trasformarsi in una trappola per chi non ha consapevolezza delle possibili complicazioni.

I profili falsi sono uno degli strumenti principali per mettere in atto l’adescamento. Questi profili vengono creati con l’intento di camuffare l’identità di un individuo, solitamente per motivazioni personali o economiche. La creazione di questi “falsi” è facilitata dal sistema dei social network, che permette a chiunque di pubblicare informazioni e immagini non verificate. Spesso dietro a questi profili si nascondono persone che non hanno intenzioni positive, come nel caso della donna che ha adescato l’autore. Questo fenomeno di anonimato online contribuisce notevolmente alla diffusione di comportamenti manipolatori, spesso difficili da contrastare.

L’autore, nonostante la sua innocenza, subisce un’ingiusta detenzione di sei mesi e sei giorni, a causa di omissioni e disattenzioni da parte delle autorità competenti. La storia di Di Gennaro riflette una realtà che riguarda molti cittadini italiani: l’incapacità di un sistema giuridico di prevenire errori giudiziari, che talvolta risultano fatali per la vita di una persona.

Il sistema giudiziario italiano è spesso criticato per la difficoltà nell’affrontare i reati legati alle nuove tecnologie. L’adescamento virtuale, ad esempio, è un crimine che non ha ancora trovato piena tutela giuridica in molti casi.

Il libro solleva una riflessione sul tema della giustizia negata, un argomento che in Italia è purtroppo ancora molto attuale. La giustizia non sempre è equa e accessibile per tutti, e spesso i più vulnerabili sono i più colpiti. La vicenda dell’autore dimostra come il sistema possa fallire, anche a causa di pregiudizi, pressioni mediatiche e decisioni affrettate. La storia dell’autore, sebbene si sia conclusa positivamente, mette in evidenza un sistema che spesso punisce prima di indagare a fondo, lasciando segni indelebili nelle vite delle persone coinvolte.

Nonostante il dolore, l’autore vuole trasmettere a tutti un messaggio di speranza. Di Gennaro ha attraversato un percorso di fede straordinario, affidandosi alla spiritualità in un momento in cui non aveva altra scelta. Ha vissuto la “notte oscura” descritta da San Giovanni della Croce, per arrivare finalmente alla luce. L’autore è uscito da questo tunnel diverso, ci chiede di non arrenderci mai e di avere sempre fede nei momenti difficili della vita.

Speriamo che l’esperienza di Nunzio Di Gennaro possa trovare eco e ispirare molte altre persone, contribuendo a sensibilizzare la società sui temi della giustizia, della verità e della dignità.

Mi auguro che il coraggio dell’autore continui a essere un esempio per chiunque si trovi ad affrontare un sistema che talvolta risulta davvero ingiusto e che lui possa vivere una vita piena di pace e serenità, in cui ogni giorno rappresenti una nuova opportunità di crescita e realizzazione personale.

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