Nuova puntata sul crimine internazionale a Radio Time con Angela Ganci

Articolo di Domenico Letizia

Proseguirà anche a dicembre, la Rubrica di Radio Time curata dalla dottoressa Angela Ganci, psicologa, psicoterapeuta, giornalista e scrittrice di Palermo, e dedicata ai crimini seriali. Nel corso della nuova puntata di dicembre, la discussione verterà sull’analisi di due casi che hanno scritto pagine importanti della storia del crimine internazionale: il mostro di Cleveland e la storia di Aileen Wuornos. Il 13 e il 20 dicembre i due casi dei serial killer saranno analizzati in diretta con possibilità di intervento da parte degli ascoltatori e collegandosi al website www.radiotime.it. Ancora oggi, non passa giorno che Michelle Knight non pensi a suo figlio. Non lo vede da quando il piccolo aveva due anni. Non per colpa sua: il 22 agosto del 2002 è stata rapita da un mostro che l’ha tenuta prigioniera per undici anni. Michelle è una delle vittime di Ariel Castro, l’uomo di Cleveland, nello Stato americano dell’Ohio, che tra il 2002 e il 2013 rapì e tenne prigioniere tre ragazze. Ariel Castro, condannato all’ergastolo e a più di mille anni di carcere senza possibilità di libertà condizionale, si impiccò all’interno della struttura penitenziaria ove scontava la pena. Inoltre, “Il mostro di Cleveland” è divenuto un titolo di un film scioccante del 2015 che potete trovare su Netflix. Tratto dalla terribile storia realmente accaduta in America, in questa pellicola, tratta dal libro autobiografico scritto da Michelle Knight, intitolato “Finding Me”, in cui la donna racconta di come Ariel Castro, l’insospettabile autista di autobus, abbia rapito lei e altre due donne, usando contro loro violenza fisica e psicologica, soggiogandole per anni. Una vicenda molto cruda che non solo sta scuotendo gli animi degli spettatori di Netflix, ma che sta inoltre avendo largo seguito.

Accanto alle torture fisiche, ci sono anche quelle psicologiche. Michelle è solo una sorta di barile in cui Castro, riversa le proprie frustrazioni. Le umiliazioni che deve subire quotidianamente sono infinite, e le giornate trascorse in prigionia sono un vortice infernale interminabile. Michelle cerca inizialmente di ribellarsi al mostro di Cleveland, ma lui non dimostra avere il minimo segno di pietà e compassione nei suoi confronti. Anche in questo caso l’analisi psicologica risulta essenziale perché nel caso di personalità così pericolose, l’infanzia è un momento fondamentale per la salute fisica e mentale del futuro adulto ed è molto importante la formazione di un buon “legame di attaccamento” fra il bambino e chi si prende cura di lui. Con il procedere della costruzione del legame, il bambino s’identifica e cerca attivamente il contatto con i genitori o con chi ne fa le veci. La frantumazione o la mancata formazione del “legame di attaccamento”, può produrre un bambino, ed un futuro adulto, incapace di provare empatia, affetto o rimorso per un altro essere umano, caratteristiche queste che sono facilmente riscontrabili negli assassini seriali, non di rado affetti da disturbi di personalità in cui predomina la psicopatia, la freddezza emotiva, a fronte della preservata consapevolezza dell’atto omicidiario e della considerazione della persona in quanto “puro oggetto” da sottomettere, non soggetto umano da rispettare in quanto tale.

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