Il 5 Giugno, in tutto il mondo, si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Da quando è stata introdotta, nel 1974, è diventata uno dei più grandi eventi globali delle Nazioni Unite. Una giornata davvero speciale, come dimostrano i temi affrontati negli anni passati.
E anche nel 2020 gli argomenti da approfondire non mancano. A cominciare da quelli suggeriti dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che nel suo messaggio ha parlato di degrado dell’habitat e di perdita di biodiversità che stanno accelerando, “le perturbazioni climatiche stanno peggiorando”. E “per prenderci cura dell’umanità, dobbiamo prenderci cura della natura”.
Inevitabile poi suo il riferimento alla crisi sanitaria globale legata al Covid-19: Guterres ha ammesso che, “con la popolazione raddoppiata negli ultimi 50 anni e l’economia globale che è quadruplicata nello stesso periodo, il delicato equilibrio della natura è stato interrotto, creando le condizioni ideali per il diffondersi di agenti patogeni come il Covid-19”.
Di ambiente, a dire la verità, si è parla poco (e spesso solo in occasione di eventi occasionali o di comunicati stampa). Pochi, in questa “giornata”, hanno scavato a fondo su argomenti importanti legati alla sopravvivenza stessa dell’uomo. Nessuno, ad esempio, ha ricordato che l’Earth Overshot Day cade sempre prima sul calendario. Per tutto il pianeta, nel 2020, questa data cadrà il 22 Agosto. Segno che siamo “ben lontani dal cambiamento intenzionale necessario per raggiungere sia l’equilibrio ecologico che il benessere delle persone, due componenti inestricabili della sostenibilità”. Ma se la situazione generale è grave, quella di molti paesi sviluppati è preoccupante:: in Italia, l’Overshot Day è stato il 14 Maggio, negli USA ancora prima, il 14 Marzo. E così in Canada, in Australia e in molti altri paesi. In tutti questi paesi, le risorse naturali disponibili in modo “sostenibile” sono state consumate in pochi mesi: per il resto dell’anno sarà necessario “rubare” le risorse delle generazioni future. O prenderle da altri paesi. Eppure, nemmeno oggi, nemmeno in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, nessuno parla di compensazione delle emissioni: la pratica diabolica con la quale molti paesi “sviluppati” inquinano più di quanto potrebbero in cambio della promessa di altri paesi (spesso sottosviluppati) di farlo molto meno delle loro possibilità.
Di ambiente si parla troppo poco. E si fa ancora meno. Nemmeno la piccola Greta, dopo essere stata inserita tra gli esperti ambientali planetari di una emittente americana (ed essere stata proposta addirittura tra i candidati al Premio Nobel) è apparsa in Tv o sui media.
E nessuno ha dedicato una parola alla cancellazione della conferenza sull’ambiente, la COP26, inizialmente prevista a Glasgow a Novembre, e spostata d’ufficio al prossimo anno. Incontrarsi (magari in videoconferenza) per parlare di ambiente a Novembre sarebbe più pericoloso che riprendere subito il campionato di calcio…. Nemmeno le grandi associazioni ambientaliste internazionali, quelle che un tempo finivano su tutti i telegiornali per le loro denunce e per i tentativi di fermare chi inquinava anche a costo della vita, hanno detto molto. Di loro in televisione ormai si sentono solo gli spot in cui chiedono alla gente di versare soldi.
Forse la colpa di tutto questo è da cercare nella pandemia di Covid-19. E dire che di argomenti legati all’ambiente di sicuro ce ne sarebbero. A cominciare proprio dalla pandemia e dal rapporto tra uomo e ambiente: “Almeno il 70{4b17928d5b020eda99092df6404d8c5fed75328874c76bb9411b476d5f081a38} delle malattie infettive emergenti” come Covid-19, si stanno spostando dalla natura selvaggia alle persone e “sono urgentemente necessarie azioni di trasformazione per proteggere l’ambiente e i diritti umani”, ha dichiarato David Boyd, relatore speciale indipendente delle Nazioni Unite sui diritti umani e l’ambiente. Secondo Boyd i paesi dovrebbero agire con urgenza per proteggere l’ambiente e fermare le perturbazioni climatiche, la perdita di biodiversità, l’inquinamento tossico e le malattie che passano dagli animali all’uomo.
Ma nessuno ne vuole parlare. Alcuni eventi, come quello avvenuto pochi giorni fa in Siberia dove, il 29 Maggio scorso, è crollata cisterna di carburante riversando oltre 20mila tonnellate di gasolio e lubrificanti nel fiume e nel vicino lago, sarebbero temi da approfondire e analizzare a fondo. Secondo le prime analisi, il cedimento sarebbe stato causato dall’aumento delle temperature medie del pianeta che hanno causato lo scioglimento del permafrost. Una sorta di vendetta della natura sull’utilizzo smodato delle risorse naturali.
Un rapporto tra uomo e ambiente sottolineato anche dall’UNEP: finito il periodo di pandemia, le disuguaglianze torneranno ad aumentare e peggioreranno rapidamente le condizioni di degrado del pianeta.
A nessuno pare interessare molto dell’ambiente. Di sicuro non ai governi che consci delle conseguenze sulla salute umana e sull’ambiente, continuano a elargire aiuti a diciotto zeri per i combustibili fossili. A confermarlo pochi giorni fa, è stata l’amministratore delegato del Fondo monetario internazionale (FMI), Kristalina Georgieva: “E’ il momento di porre fine ai sussidi per i combustibili fossili e creare un’economia più verde e più equa per il futuro” e cioè “mettere in atto i giusti investimenti e incentivi e rompere con quelli insostenibili. Sono particolarmente desiderosa di sfruttare i bassi prezzi del petrolio per eliminare i sussidi dannosi”. I “sussidi dannosi” sarebbero quelli emersi nel documento “Global Fossil Fuel Subsidies Remain Large: An Update Based on Country-Level Estimates” pubblicato dal FMI nel quale si parla di aiuti economici concessi a questo settore per la stratosferica cifra di 5,2 trilioni di dollari! Anche paesi “verdi” come l’Italia non hanno dimenticato di elargire fondi a questo settore: secondo il dossier “Stop sussidi alle fonti fossili – Stato dei sussidi e dei finanziamenti diretti e indiretti, al settore Oil&Gas” di Legambiente, ammonterebbero a “circa 18,8 i miliardi di euro che sono arrivati in un anno in Italia al settore delle fonti fossili, tra sussidi diretti e indiretti al consumo o alla produzione di idrocarburi”.
Anche di questo, stranamente, durante la Giornata Mondiale dell’Ambiente nessuno ha parlato. Non lo ha fatto Guterres. E nemmeno Greta. E neanche molte delle maggiori associazioni ambientaliste. Alcuni hanno preferito distogliere l’attenzione verso la biodiversità. O non parlare affatto.
Tra poche ore la Giornata Mondiale dell’Ambiente 2020 sarà solo un vago ricordo e tutto potrà tornare come prima: si potrà parlare di nuovo di Covid-19, di pettegolezzi legati alla politica e …di calcio.