“Oltre la neve“ di Antonio Corona (La Vita Felice, 2022 pp. 68 € 12.00) contiene l’incisività della scrittura interiore, rivolge una profonda riflessione sulle congiunture inattese e miracolose delle relazioni umane, sottintese nella curva emotiva dell’esistenza. La poesia di Antonio Corona nobilita la sostanza sublime della meraviglia, sussurra la magia delle attese, offre il dono di una sequenza lirica scandita dall’immediatezza di una confidenziale, intima verità e dalle occasioni di felicità inaspettata. Genera la volontà dell’innocenza, dà vita allo svolgimento migrante dello spirito, rapito dall’incoraggiamento della sensibilità. Antonio Corona sostiene l’interezza dei propri pensieri rivolgendo il candore del suo sguardo sull’umanità, elogia, all’interno della seduzione quotidiana, l’interrogativo esistenziale, assegna all’essenza delle incrinature e dei tormenti la sensazione istintiva del vuoto. Ascolta l’invisibile forza evocativa del silenzio, riempie la saggezza del cuore attraverso il profumo di un abbraccio, la gentilezza di una complicità, celebra la permanenza seducente dell’amore. Leggere “Oltre la neve” significa assistere a un insegnamento di consapevolezza, oltrepassare tra le pagine la limpida ispirazione dei ricordi, apprezzare l’intonazione serena della consistenza, trascendere la bellezza dell’immaginazione. I testi sprigionano oscillazioni sentimentali, suggeriscono la loro efficace intuizione dalla forma interpretativa dell’esperienza vissuta, arricchiscono, nell’ordinamento stilistico di quattro suddivisioni esplicative: Sublimazione, Caduta, Riposo, Ritorno alla terra, il credito del sentire. La memoria emotiva circonda la sincerità dei versi, spinge la personale crescita intellettiva dell’autore verso una compiuta elaborazione della propria maturità artistica, rintraccia l’estensione della comprensione e della vicinanza al senso di appartenenza, ritrova il percorso affettivo dell’anima. “Oltre la neve” è anche una metafora introspettiva in cui le parole restituiscono il suono ovattato della tenerezza, rendono più vivo il desiderio, raggiungono l’equilibrio e il conforto, alleggeriscono i risentimenti quando il velo del passato non oscura il presente. Il significato simbolico del candido manto che imbianca l’orizzonte ricopre l’atmosfera incantata del sogno e va oltre la destinazione di ogni speranza. Il poeta spiega una rinascita capace di rigenerare la pace con noi stessi, rilassare la natura delle cose, riconciliare l’armonia degli incontri e delle relazioni. Ogni immagine cristallizzata riempie la mente con lo spazio inconscio, scioglie la fragilità, intensifica la fortunata e protetta risorsa dei vincoli romantici. La scrittura delicata e raffinata di Antonio Corona rinnova il percorso sovrumano della commozione, nel legame indissolubile con un linguaggio autentico e parla attraverso l’espressione traslata di un’aderenza mediatrice tra spiritualità e carnalità come nel contatto divino tra cielo e terra, nella dolce lusinga del trascorrere del tempo. Infine mi permetto di dedicare ad Antonio Corona un’ispirata esortazione, nella piacevole suggestione delle parole del poeta Tito Balestra, con l’augurio che ne farà tesoro nel momento opportuno: “Se hai una montagna di neve tienila all’ombra”.
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