“Dare più poteri all’ANAC per rafforzare la lotta alla corruzione nella Pubblica Amministrazione”: è questa la ricetta di Sergio Passariello, fondatore del Think Tank “Imprese del Sud”, che torna a incalzare le istituzioni in occasione della discussione attualmente in atto rispetto al Decreto Semplificazioni, che coinvolge anche la moratoria sugli appalti pubblici e possibili deroghe straordinarie al Codice in vigore. Un Codice degli Appalti nato già poco chiaro e soggetto a molteplici interpretazioni, oltre che organizzato in un groviglio di articoli che spesso rimandano ad altre leggi, difficili da interpretare e da applicare.
Codice che poi viene fatto applicare dall’Autorità Anticorruzione, che con i suoi pareri “non vincolanti” ha alimentato negli ultimi anni il mare magnum delle interpretazioni generando sempre più confusione e incertezza tra gli enti pubblici, anche per gli scarsi poteri attribuiti all’Autorità. Passariello rispolvera dunque una proposta semplice e di immediata applicabilità, già avanzata qualche anno fa senza alcun esito: l’idea è di rendere vincolanti per la Pubblica Amministrazione i pareri preventivi emessi dell’Autorità Anti Corruzione nei pubblici appalti.
“Serve riconoscere all’ANAC veri poteri di controllo e vigilanza – insiste Passariello – rendendo vincolanti i pareri emessi con sanzioni pecuniarie a carico dei Dirigenti che vi si discostano, per avere uno strumento concreto di controllo degli appalti pubblici e la garanzia che a vigilare sia un organismo terzo, che possa essere messo in discussione solo ed esclusivamente dalla Magistratura Amministrativa. Così si risolverebbero anche molte liti che vanno a intasare i Tribunali di ricorsi amministrativi presentati dagli enti pubblici”. La proposta di Sergio Passariello è a costo zero, e restituirebbe allo Stato un ruolo centrale e autorevole nel contrasto a fenomeni corruttivi che affondano le loro radici quasi sempre all’interno dei propri apparati organizzativi.