Patrizia Viotti non è una grande attrice, è la classica starlet anni Settanta ricordata solo gli appassionati del cinema di genere che l’hanno vista all’opera in due film girati nel 1971 da Filippo Walter Ratti come Erika e La notte dei dannati. Nel 1972 la Viotti interpretadue decamerotici come Beffe, licenze et amori nel Decamerone segreto di Giuseppe Varie Canterbury proibito di Italo Alfaro. La sua breve carriera di meteora si chiude con La morte scende leggera di Leopoldo Savone (1972) e Charlys Nichten di Walter Boos (1974).
Patrizia Viotti fa parlare ancora di sé una mattina del 1975, quando quattro uomini del nucleo antidroga dei carabinieri sequestrano nel suo elegante appartamento di via Pascal dieci grammi di eroina, una sigaretta all’hashish, alcune pipe per l’oppio, un bilancino di precisione, lecci emostatici, siringhe e cartine. La bionda attrice sta festeggiando il suo venticinquesimo compleanno quando viene arrestata insieme al marito Claudio Biondi, un disegnatore di copertine di dischi noto come militante di Potere Operaio. L’accusa è quella di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e pare provata dalla presenza della droga nell’appartamento e soprattutto degli attrezzi del mestiere. La Stampa di Torino scrive che moglie e marito “si incontravano con una certa frequenza in diversi punti della città con noti spacciatori di droga e tossicomani” (1). Sono molti gli indizi su cui si appuntano le indagini e gli appostamenti dei carabinieri, soprattutto sul fatto che dalla loro casa vengono visti uscire ed entrare personaggi noti della droga e poi il tenore di vita della coppia è troppo alto per due persone solo saltuariamente occupate. E poi c’è una soffiata che parla di un pesce grosso del narcotraffico che dovrebbe uscire del loro appartamento. I carabinieri invece catturano soltanto loro, due pesci di poco conto, ma in ogni caso la bionda starlet finisce a Rebibbia mentre il marito viene recluso a Regina Coeli (2).
Patrizia Viotti è nota al pubblico dell’erotismo solo per un breve momento di celebrità come interprete di Lunella, un fotoromanzo erotico pubblicato da una rivista per soli uomini. Patrizia è sorella di Piera, pure lei stellina di un fotoromanzo erotico come Menelik e interprete di pellicole per adulti come Isabella duchessa dei diavoli di Bruno Corbucci (1969) e Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno di Bitto Albertini (1970). Patrizia e Piera Viotti compaiono insieme su Playboy di Adelina Tattilo come playgirl in un servizio abbastanza castigato di Augusto Sanchez Queirolo del novembre 1967.
Patrizia Viotti nasce a Roma nel 1950 da una famiglia proletaria e deve la sua notorietà soprattutto alla breve ma burrascosa storia con il cantante Mal dei Primitives. Patrizia incarna la sua generazione ed è una ragazza ribelle ma sconfitta che da tutti ormai è ricordata come la prima tossicomane famosa (pure se non lo era così tanto). Patrizia ha solo diciannove anni e comincia a frequentare il Piper, noto locale di una Roma bene da dolce vita. Nel night incontra Alberto Marozzi, un amico di Patty Pravo, che le fa conoscere il giovane cantante gallese Paul Bradley Courling, in arte Mal. Comincia tra i due un flirt intenso che si consolida a Milano, dove entrambi vanno a risiedere per motivi di lavoro. Mal è un cantante emergente, Patrizia invece raggiunge la sorella Piera e fa la fotomodella, copertine dei dischi, fotoromanzi tradizionali e infine erotici, accompagnati da servizi osé su riviste per soli uomini. La Viotti diventa la stella sexy di Lunella, un fotoromanzo mensile per adulti edito da Pinta srl, che racconta le avventure erotiche di una ragazza trovata sulla luna da un gruppo di esploratori e poi coinvolta in una serie di situazioni sexy sempre più scabrose che prendono spunto dalla vita di personaggi dell’attualità. Il fotoromanzo erotico si ispira a Barbarella e cessa le pubblicazioni dopo cinque numeri. Fa in tempo a irritare i moralisti e a scatenare le ire dei censori che provocano una denuncia per oscenità da parte del solito zelante giudice Cattani che non si perde un numero delle riviste erotiche per poterle vivisezionare e sequestrare (3).
In questo periodo la stampa rosa segue con interesse la storia d’amore tra il famoso cantante Mal e la bionda interprete di Lunella. Pare che il cantante voglia esibirsi solo in Lombardia per poter stare vicino alla sua bella Patrizia. La giovane fotomodella pare voler sfruttare una storia d’amore così intensa con un personaggio famoso e divulga alla stampa tutti i particolari della loro storia. “Mal visto da vicino sembra quasi un essere irreale… è il ragazzo che ogni donna vorrebbe vicino a sé per tutta la vita… se il nostro amore dovesse finire ne morirei…” (4) sono soltanto alcune delle esternazioni romantiche di Patrizia Viotti. La storia d’amore però non contempla progetti di lunga durata, non si parla di fidanzamento o matrimonio, si tratta solo di un flirt, un amore che dura lo spazio di un anno o poco più, nonostante le grandi parole si tratta solo di due ragazzi di diciannove e ventiquattro anni ed è presto per impegnare il futuro. Tutto finisce quando la stampa divulga la notizia che presto Mal diventerà padre e si sposerà con Patrizia. Il cantante è l’idolo delle adolescenti e il fatto di sapere Mal sposato con prole non giova alla sua popolarità, le teen-agers si sentono tradite da un simbolo vivente, pure se lui pare deciso a fare il grande passo (5). A complicare le cose ci si mette anche la madre di Patrizia Viotti che non vede bene un matrimonio tra una figlia di proletari e un divo come Mal, pure se si rassegna alle nozze per il bene del bambino che non può nascere senza un padre. Mal ci ripensa da solo, soprattutto perché piovono consigli interessati da ogni parte e tutti dicono la stessa cosa, cioè che in quel momento sposarsi è controproducente per la carriera. Mal e Patrizia rispettano l’interesse dei produttori e non si sposano, il loro rapporto continua e la bionda starlet porta in grembo il frutto del loro amore, ma di nozze per il momento non si parla. Mal debutta nel cinema con un musicarello intitolato Pensiero d’amore e basato sulla sua famosa canzone. Patrizia intanto viene ricoverata per complicazioni relative alla gravidanza e Giuseppe Viotti, il padre della starlet, presenta querela contro Mal per sottrazione consensuale di minore. La denuncia serve soprattutto a mettere il cantante di fronte alle sue responsabilità di futuro padre e Giuseppe Viotti può farla perché al tempo la maggiore età è fissata in anni ventuno. Comincia una querelle tra Mal e Patrizia intorno al figlio, pare che il cantante offra addirittura centomila lire pur di averlo, ma che non voglia impegnarsi con un matrimonio nocivo per la sua carriera. Patrizia si dice contraria alla querela nei confronti di Mal e ne addossa le responsabilità al padre. Mal non è un mostro di diplomazia e la sua risposta è molto dura quando afferma che non può sposare una ragazza che non conosce perché l’avrà vista dieci o venti volte. “Non capisco perché i suoi genitori si siano decisi a far valere solo adesso la patria potestà, dopo che l’hanno lasciata libera di fare ciò che voleva per tanto tempo, anche di posare nuda per fotografie e fumetti” dice Mal (6). In definitiva Mal si presenta come un bigotto tradizionalista che non può sposare la ragazzina che fa i fotoromanzi erotici e posa nuda sulle pagine di riviste per soli uomini. Soprattutto non può impegnarsi in un matrimonio nel momento migliore della sua carriera quando le sue fans lo vogliono libero. L’amore per la ex fidanzata è finito e forse non c’è mai stato, visto che il cantante fugge dalle sue responsabilità, accetta lo scandalo oggi per evitare un matrimonio infelice domani. Finisce che mentre Mal partecipa a Canzonissima (e gli va molto male perché non entra neppure in finale), Patrizia viene ricoverata d’urgenza al Fatebenefratelli di Roma dove viene sottoposta a un delicato intervento. I medici non riescono a salvare il bambino che viene abortito al settimo mese di gravidanza e la notizia viene pubblicata dalla stampa cinica e inclemente accanto ai risultati finali di Canzonissima. Patrizia è affranta per la perdita del bambino, che voleva ad ogni costo pure se Mal non l’avrebbe mai sposata, ma l’istruttoria del processo contro il cantante va avanti lo stesso. Adesso la bionda starlet detesta l’idolo delle teen-agers e lo considera il solo responsabile di tutti i suoi guai (7). Mario Amendola dirige Mal nel suo debutto cinematografico in quel Pensiero d’amore (1969) che incassa molto ed è un grande successo anche per la presenza della bella Silvia Dionisio (che pare abbia un flirt con Mal), Pippo Franco, Carlo Delle Piane, Francesco Mulè e Umberto D’Orsi. Mal interpreta altri due musicarelli di Amendola che hanno un buon successo: Lacrime d’amore (1970) e Amore formula 2 (1970), poi la sua stella cinematografica comincia a calare.
Il 16 gennaio del 1970, il fratello sedicenne di Patrizia Viotti muore in un incidente stradale e la famiglia dona reni e cornee del ragazzo ad alcuni malati in attesa di un trapianto di organi. Il bel gesto altruistico segue la volontà scritta del giovane ma la magistratura romana mette gli occhi sopra i chirurghi che hanno effettuato gli espianti. Si parla di violazione del codice penale per aver fatto i prelievi mentre la salma del giovane era ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria e quindi senza il nulla osta della magistratura. Una nuova bega giudiziaria per la famiglia di Patrizia che pare non avere pace e che non è certo baciata in fronte dalla fortuna. Il frangente è triste e Patrizia polemizza con Mal: “In questa circostanza per me tanto dolorosa non si è fatto vivo” (8). La causa intentata dal padre della bionda starlet contro Mal va avanti, anche perché Giuseppe Viotti viene licenziato, a suo dire per colpa del clamore della storia tra sua figlia e il cantante e perché lui ha cominciato a bere qualche bicchiere di troppo. Fallisce un tentativo di conciliazione stragiudiziale e le udienze proseguono tra le grida dei genitori di Patrizia che accusano Mal di essere un padre snaturato che ha abbandonato la compagna quando aveva più bisogno di lui. Nonostante tutto il 18 marzo del 1970 il pretore Gianfranco Amendola assolve con formula piena il cantante dall’accusa di sottrazione consensuale di minorenne. Viene accolta la tesi condivisibile del difensore di Mal, avvocato Adolfo Gatti: “Come si può parlare di sottrazione di minore a proposito di una ragazza che viaggiava da sola, frequentava i locali notturni, era abituata cioè a essere la custode di se stessa?”. Il pretore motiva così la sua sentenza: “il controllo dei genitori sulla ragazzina era solo nominale, per loro ammissione ignoravano il genere delle sue compagnie e dei fotoromanzi per cui lavorava”. Una sentenza maschilista che afferma il diritto di Mal a passare qualche ora libera e spensierata con una ragazza, senza per questo sottrarla al vincolo della famiglia. La sentenza viene impugnata dalla Procura della Repubblica ma viene confermata nei successivi gradi di giudizio (9).
Tutta questa faccenda ha un grande risalto sulla stampa scandalistica e quotidiana. Escono articoli come: La fidanzata di Mal era molto libera (Il Messaggero del 8 aprile 1970) e Assolto Mal (Il Giorno del 19 marzo 1970) che raccontano per filo e per segno le udienze, commentano la sentenza e ricordano la storia d’amore tra Mal e Patrizia. La notorietà viene raggiunta a prezzi molto alti ma consente a Patrizia di lavorare in alcuni film di genere erotico che subito le vengono proposti. Walter Ratti (si firma Peter Rush) nel 1971 gira con lei protagonista sia Erika che La notte dei dannati, due film sceneggiati da Aldo Marcovecchio e pensati per il mercato estero molto più permissivo del nostro. Patrizia Viotti in Erika è la seducente eroina che si porta a letto tutti i membri di una famiglia siciliana e li conduce poco a poco sul baratro della follia. Il film è molto scabroso per i tempi e la commissione ministeriale di censura lo approva ma solo con un divieto ai minori di diciotto anni. Per lo sceneggiatore Ernesto Gastaldi “il film è decisamente porno è passa solo perché il rappresentante della casa di produzione regala a un intermediario trecentomila lire”. L’accusa di Gastaldi è grave ma è contenuta nel libro Voglio entrare nel cinema. Storia di uno che ce l’ha fatta, edito da Mondadori nel 1991. Secondo Gastaldi i membri della commissione censura sono otto e basta comprarne quattro per avere via libera, visto che il rappresentante dei produttori vota sempre a favore del film (10). Il film della Viotti non è così porno come dice Gastaldi, ne esiste una versione più spinta per il mercato estero addizionata di scene non presenti nella copia italiana. La prassi degli inserti porno per il mercato estero è frequente e avviene sempre dopo il visto della censura. Erika è passato di recente in televisione a notte fonda, però quella versione non fa testo perché è la solita copia sforbiciata dai censori televisivi che massacrano le pellicole prima di mandarle in onda. La rivista Cinesex pubblica un fotoromanzo estratto dal film che non contempla scene presenti nella versione italiana e da questo di deduce l’esistenza di una versione più spinta del film. Erika non è un buon prodotto, soprattutto per la modesta qualità recitativa degli attori, ma il pubblico lo accoglie abbastanza bene e Ratti continua sulla stessa strada. Il regista gira La notte dei dannati, un horror morboso interpretato da Patrizia Viotti e da Pierre Brice nel quale la bionda starlet viene ripresa in effusioni saffiche. La casa di produzione del film fallisce ma la pellicola circola lo stesso e come al solito ci sono due versioni dello stesso prodotto. La notte dei dannati che ottiene il visto da parte della censura è un film innocuo con poco sesso e molto horror. Nei mercati esteri invece circola una versione addizionata di scene dichiaratamente porno che per un mero errore distributivo viene proiettata al cinema Smeraldo di Genova nel dicembre del 1971. Ci sono due versioni per l’estero di questo film arricchite di alcune sequenze molto scabrose che vedono la bella Patriza impegnata in un rapporto lesbico con Angela De Leo nei panni di una strega, in alcuni nudi integrali e un un’ammucchiata finale. Al solito le parti aggiunte si notano per la diversa colorazione della pellicola e per l’eliminazione di parti normali a vantaggio di sequenze porno. Secondo Franco Grattarola di Cine 70, che ha visto la pellicola e ne parla a ragion veduta, pare che Patrizia se la cavi molto bene nelle scene lesbiche e orgiastiche e che la sua sia una vera e propria propensione verso l’erotismo estremo (11).
Patrizia Viotti interpreta nel 1971 il thriller erotico Alla ricerca del piacere dell’esperto Silvio Amadio, pigmalione della Gloria Guida prima maniera, film promosso dalla censura ma con il divieto ai minori di anni diciotto. Il film vede protagoniste indiscusse le bellissime Barbara Bouchet e Rosalba Neri, mentre Patrizia Viotti è relegata in una parte secondaria che prevede una piccante scena lesbo con la Bouchet. La carriera cinematografica della Viotti prosegue nel 1972 con due decamerotici vietati ai minori di anni diciotto come Beffe, licenze et amori nel Decamerone segreto di Giuseppe Vari e Canterbury proibito di Italo Alfaro. Pure in questi film la sua parte è secondaria e la vediamo soprattutto nuda e impegnata ad amoreggiare con il protagonista di turno. La morte scende leggera è un giallo girato nel 1972 da Leopoldo Savona ma scomparso quasi subito di circolazione, tanto che l’hanno visto in pochi. L’ultimo film della Viotti è Charlys Nichten di Walter Boos (1974) e la vede protagonista insieme a Orchidea De Santis di un lavoro inedito in Italia. Patrizia si ritira dall’ambiente cinematografico subito dopo essere apparsa in un paio di nudi integrali sulla rivista per adulti Playmen come playgirl di maggio. L’articolo che introduce le pagine ricche di foto di una Patrizia Viotti molto bella e disinibita la presentano come attrice ma soprattutto come personaggio della cronaca (12).
Il 25 giugno del 1975, Patrizia torna purtroppo alla ribalta della cronaca a causa delle manette di un poliziotto che scattano ai suoi polsi per una brutta storia di droga. La bionda starlet trascorre 27 giorni al carcere di Rebibbia, poi viene ammessa alla libertà provvisoria chiesta dal suo avvocato difensore. Al marito va meno bene perché viene trattenuto in carcere, pure se è reo confesso e ammette di dover fiutare la droga perché tossicodipendente (13). Patrizia Viotti non rientra più nel mondo dello spettacolo nel quale è stata rapida meteora che non ha fatto in tempo a brillare, resta per tutti l’eterna fidanzata di Mal e se qualcuno ancora oggi la ricorda è solo per quel motivo. Le sue disavventure giudiziarie invece continuano e nel 1977 si vede sospendere la patente di guida dopo aver avuto una diffida. Nel 1980 è denunciata a piede libero per detenzione di stupefacenti e viene arrestata con le accuse di spaccio, associazione per delinquere e possesso di droga oltre la modica quantità. Nel 1984 sconta quindici giorni di galera per gli stessi motivi ma quando torna alla sua vita non cambia registro. Il 24 agosto 1994 Patrizia Viotti muore alla giovane età di quarantaquattro anni dimenticata da tutti. La ragazzina del Piper ex fidanzata di Mal con la sua vita sfortunata ha incarnato i mali di una generazione che cercava nelle droghe un impossibile riscatto a troppi fallimenti (14).
Note
(1) Redazionale – “Festeggia il compleanno con la droga l’ex fidanzata di Mal – da “La Stampa” del 27 giugno 1975
(2) Redazionale – “Manette e non auguri per i 25 anni di Patrizia Viotti – da “Il Tempo” cronaca di Roma del 26 giugno 1975
(3) Lietta Tornabuoni – “I giovani crociati contro i film sexy” da “L’Europeo” n. 27 del 1969
(4) Patrizia Viotti – “Perché amo Mal” – da “Giovani” del 17 luglio 1969
(5) Redazionale – “Che disastro! Mal si sposa” – da “Giovani” del 28 agosto 1969
(6) L. Madeo – “Mal dimentica la sua ragazza sedotta e parla del suo fascino sulle donne” – da “La Stampa” del 7 settembre 1969
(7) Redazionale – “Ripudio Mal” – da “Giovani” del 27 novembre 1969
(8) G. Poggi – “Sono straziato sì, ma anche tanto felice” – da “Oggi illustrato” del 3 febbraio 1970
(9) Redazionale – “Assolto Mal” – da “Il Giorno” del 19 marzo 1970
(10) Ernesto Gastaldi – “Voglio entrare nel cinema. Storia di uno che ce l’ha fatta” – Mondadori, 1991
(11) Franco Grattarola – “Alla ricerca di Patrizia” – da “Cine 70” – Anno 3 – N. 5 – Coniglio Editore, 2005
(12) Patrizia in “Playmen” – articolo con foto – maggio 1973 p. 79
(13) Si vedano i redazionali: “Libertà provvisoria per l’ex di Mal” – da “Il Tempo” cronaca di Roma del 22 luglio 1975 e “Patrizia Viotti libera. Il marito no” da Il Messaggero cronaca di Roma del 22 luglio 1975
(14) Franco Grattarola – “Alla ricerca di Patrizia” – da “Cine 70” – Anno 3 – N. 5 – Coniglio Editore, 2005