“Piccole labbra”, un film quasi introvabile oltre che inconcepibile

Articolo di Gordiano Lupi

Mimmo (Domenico) Cattarinich (Roma, 1933 – Roma, 2017, per anni si è creduto che fosse morto in nuova Guinea), di professione fotoreporter; negli anni Settanta fotografo di scena sui set di alcuni registi: Pasolini (I racconti di Canterbury), Scattini (La ragazza dalla pelle di luna, La ragazza fuori strada), Schiraldi (Baciamo le mani), Pavoni (Amore libero), Bolognini (L’eredità Ferramonti), Tarantini (Stringimi forte papà), Mattei (L’altro inferno, La vera storia della monaca di Monza). Dirige un unico film, Piccole labbra (1978), forse una storia che sente l’urgenza di raccontare. Soggettista e sceneggiatore – sotto pseudonimo – per Aristide Massaccesi di Paradiso blu, girato sull’onda del successo internazionale di Laguna blu. Muore in circostanze poco chiare, a soli 62 anni, in Nuova Guinea.

Piccole labbra veniva considerato fino a pochi anni fa un film quasi introvabile oltre che inconcepibile (Mereghetti), per la storia morbosa e immorale che racconta. Paul (Clementì), un reduce austriaco della Grande Guerra, torna nel suo casolare di campagna, zoppo e impotente per una grave ferita riportata in battaglia, ma ritrova la voglia di vivere nell’amicizia affettuosa con Eva (Berger), una bambina di 12 anni, abbandonata dalla madre, che vive in casa sua, con gli zii, che fanno i domestici.  Il rapporto con la piccola è morboso, anche se non ci sono scene di sesso il tono della pellicola è pruriginoso e perverso, molto simile al romanzo Lolita di Nabokov. Paul ritrova l’ispirazione da scrittore e pubblica con successo la storia della riscoperta voglia di vivere grazie alla presenza della bambina nella sua esistenza. Inevitabile la conclusione efferata, con il suicidio del protagonista, quando la bambina viene circuita da un ragazzo zingaro (Soavi) che fa parte di una compagnia di artisti di strada. Il film – uscito poco e male, poco diffuso in TV e quasi sempre tagliato -, scritto e sceneggiato da Mimmo Cattarinich, con la collaborazione di Daniel Sanchez (per motivi di coproduzione italo – spagnola), fotografato benissimo da Mancori, con la suggestiva colonna sonora di Cipriani. Non gode di buona critica. Mereghetti concede una sola stella, lo giudica inconcepibile, imputandogli uno stile estenuato e accademico tra Eriprando Visconti e David Hamilton. Non lo salva neppure Marco Giusti che ci vede un’aria perversa e maniacale, un tono mitteleuropeo rovinato dalla presenza di attori come Ugo Bologna e Raf Baldassarre, per finire trova da ridire anche sulla musica di Cipriani. Il film avrebbe dovuto chiamarsi La storia di Eva, sul modello di Pretty Baby di Louis Malle; in Spagna è uscito come Historia de Eva e in Gran Bretagna con il puro e semplice Eva. In Italia esce con il penalizzante divieto ai minori di anni 18, cosa che lo trasforma in oggetto irreperibile in forma integrale, perché nei circuiti televisivi deve passare la versione vietata ai minori di anni 14. Mimmo Cattarinich non indica il nome nei titoli di testa, limitandosi a una M., non fa mistero di ispirarsi a lavori come Maladolescenza (1977) di Pier Luigi Murgia, interpretato da un’acerba Eva Ionesco, che qui lascia il posto alla giovane figlia di William Berger. I pregi del film sono la ricerca fotografica (vero mestiere del regista), la poesia di alcune sequenze (si veda il tramonto che scurisce il giorno del protagonista), la delicatezza con la quale si raccontano certi sguardi senza indulgere con riprese inopportune e la suadente colonna sonora di Stelvio Cipriani. Sceneggiatura prevedibile, soprattutto il finale, dialoghi perfettibili, mentre quando il regista sceglie il racconto per immagini lascia il segno e inserisce la sua cifra stilistica. In definitiva un film elegante e ben confezionato, che avrebbe potuto avere un montaggio più serrato, ma non sarebbe stata la pellicola fotografica ricca di toni romantici che il regista voleva girare. Piccole labbra (titolo dal doppio senso evitabile) non si può definire erotico anche se resta dotato di un clima torbido e pruriginoso. Da rivedere integrale.

Regia: Mimmo Cattarinich. Soggetto: Daniele Sanchez, da un’idea di Mimmo Cattarinich. Sceneggiatura: Daniele Sanchez, Mimmo Cattarinich. Fotografia: Sandro Mancori. Montaggio: Rafael De La Queva. Scenografia: Ramon Ivars. Costumi: Alessandro Dell’Orco. Trucco: Giuseppe Ferranti. Musiche: Stelvio Cipriani. Produttori: Josè María Cunilés, Félix Tussell. Case di Produzione: Alba Cinematografica, Estela Films, Films Dara. Doppiaggio: Nc, Doppler. Genere: drammatico. Durata: 86’. Interpreti: Pierre Clémenti (paul), Katya Berger (Eva), Barbara Rey (Christa), Michele Soavi (zingaro saltimbanco), Ugo Bologna (Franz), Maria Monti (Anna), Tom Felleghi (medico), Raf Baldassarre (zingaro violinista), Paul Muller (sacerdote), José Luís López Vázquez (editore), Cesare Di Vito, Walter Colombaioni, Eros Buttaglieri.

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