Per alcuni è stata una donna lussuriosa, seduttrice, frivola, cattiva, viziata, trasgressiva, passionale, ammaliatrice, dissoluta, pazza; per altri è stata semplicemente una donna innamorata, altruista e generosa, la regina Giovanna II di Napoli – soprannominata Giovannetta – ha fatto molto parlare di sé durante il XV secolo, soprattutto nei corridoi del Maschio Angioni; nei vicoli di Napoli e a Capo di Sorrento, dove era solita andare in vacanza nei mesi estivi – in quel meraviglioso posto che oggi si chiama “Bagni della Regina Giovanna” – portando con sé i suoi numerosi amanti. Si racconta che nelle notti di plenilunio, ai Bagni della Regina Giovanna, appare lo spirito di un cavaliere nero che insegue una fanciulla vestita di bianco e pare che quest’ultima sia proprio Giovanna.
Chi non ha sentito almeno una volta alcune di quelle leggende che girano intorno alla regina Giovanna II di Napoli? Quella più popolare vede come sfortunati protagonisti i bellissimi uomini di ogni età e ogni strato sociale caduti nella passione assassina dell’insaziabile Giovanna che, dopo aver soddisfatto la sua fame sessuale nelle stanze reali del Castel Nuovo, per preservare il suo buon nome, faceva gettare quei poveri amanti all’interno di una botola che finiva direttamente in mare, dove i malcapitati morivano annegando o, secondo altre tradizioni, mangiati da un coccodrillo affamato che la regina si fece portare dall’Africa.
Giovanna era sorella del re di Napoli Ladislao I e, quando quest’ultimo morì prematuramente nel 1414, ella si trovò di botto ad essere regina di Napoli (l’incoronazione avvenne nel 1419). Quando salì al trono, Giovanna aveva superato da poco i quarant’anni ed era già vedova del primo marito, il duca Guglielmo I d’Asburgo, morto 5 anni dopo il matrimonio. Fino a quel momento aveva vissuto una vita fatta di abiti scintillanti, feste, amori, intrighi e banchetti di corte, cacce, giostre, ma ora con in braccio lo scettro, la situazione andava cambiando. Giovanna si accerchiò sempre di molte personalità di spicco di sesso maschile e molti di questi uomini furono probabilmente suoi amanti, tra cui il gran Camerlengo Pandolfello Piscopo, un nobile completamente calvo. Tuttavia i consiglieri della Corona la spingevano perché prendesse marito per assicurare una discendenza al trono generando, cioè, un erede. Giovanna, allora, sposò Giacomo II di Borbone seppur non lo amasse. Infatti questo matrimonio – celebrato con grande pompa il 10 agosto 1415 – non portò armonia tra le mura del Maschio Angioino. Innanzitutto Giacomo II fece uccidere Pandolfello; portò nella corte napoletana dei funzionari francesi di sua fiducia perché si intromettessero nei fatti di Stato e costrinse la moglie a nominarlo re consorte di Napoli.
Tuttavia i nobili napoletani, tutti molti affezionati alla regina, reagirono malamente e lo costrinsero ad accettare le loro condizioni: i funzionari francesi furono cacciati via; venne negato il titolo di re consorte; il trattamento nei suoi confronti era di grande ostilità e Giacomo decise di tornarsene da dove era venuto, facendosi frate francescano. Intanto Giovanna si innamora pazzamente di Sergianni Caracciolo, politico italiano e suo personale consigliere, anche se i due non andavano per niente d’accordo. Infatti, il Caracciolo, per certi versi, inclinerà i rapporti tra la regina e papa Martino V, sostenitore di Luigi III d’Angiò, il quale rivendicava il trono napoletano per un atto di Stato che aveva firmato, anni addietro, la regina Giovanna I.
Luigi III, infatti, tentava continuamente di appropriarsi del trono del Regno di Napoli, ma Giovanna II contò, in cambio della nomina ad erede al Regno, sull’appoggio di Alfonso V d’Aragona, il quale riuscì a sconfiggere Luigi III. Purtroppo, però, anche i rapporti tra Giovanna e Alfonso erano destinati ad inasprirsi: la regina andò ad abitare nel più antico Castel Capuano e Alfonso si stanziò al Maschio Angioino che prese con la forza. Dopo una serie di peripezie, di accordi e disaccordi con altri sovrani, Giovanna II visse relativamente in tranquillità, in termini politici, i suoi ultimi anni di regno. Tuttavia soffrì moltissimo per la morte del Caracciolo che era stato ucciso nelle camere reali di Castel Capuano e il mandante fu probabilmente la stessa regina, stanca di quell’uomo che aveva messo al primo posto il potere piuttosto che l’amore per l’amata. La morte raggiunse Giovanna la notte del 2 febbraio del 1435, quando aveva 62 anni. Venne seppellita nella Basilica della Santissima Annunziata Maggiore della città. Non ebbe mai figli e questo segnò la fine della dinastia degli Angiò Durazzo sul trono di Napoli.