Piraterie – Riflessioni brevi di vita Social edito da Medinova, casa editrice di Favara presieduta da Antonio Liotta, è uno degli ultimi libri di Francesco Pira, sociologo e docente di Comunicazione e Giornalismo all’Università di Messina. In questo volume, il professor Pira, giornalista e columnist de La Voce di New York, ha raccolto 81 articoli, pubblicati dal 17 gennaio 2017 al 16 settembre 2018, sul quotidiano “La Sicilia” in un’apposita rubrica, denominata PIRAterie, che ogni domenica si è meritata la Terza Pagina del giornale. La prefazione porta la firma del giornalista Antonello Piraneo, Direttore Responsabile del Quotidiano “La Sicilia”, mentre la postfazione porta la firma di Cristina Graziano, docente di Lettere e giornalista.
Il testo è suddiviso in dodici sezioni che analizzano ed evidenziano la società del nuovo Millennio dove le nuove tecnologie e la rete occupano, sostanzialmente, la vita di tutti noi. “La nostra vita – scriveva Zygmunt Bauman – è scissa tra due universi online e offline.” Ebbene, il Prof. Pira ha svolto un’attenta analisi scientifica delle dinamiche relazionali tra due universi paralleli: la vita reale e la vita virtuale. Gli articoli che ha selezionato, per questa silloge, mostrano non solo il cambiamento in atto nell’era dell’informatica e della robotica ma anche, e soprattutto, la spersonalizzazione dell’identità dell’individuo. Il binomio apparire ed essere, di pirandelliana memoria, diventa il Leitmotiv del testo dove la paura è quella di non essere notati e proprio per questo perdiamo di vista la realtà. Un continuo esibizionismo mediatico fatto di selfie e una continua “vetrinizzazione dell’identità”, ma poi questa vetrina ci ritrae davvero per quello che siamo? Sappiamo rinunciare ad una vita in vetrina senza Social e senza le chat istantanee, come Whatsapp, o siamo perduti? Gabriel García Márquez ci fa riflettere: “tutti gli essere umani hanno tre vite pubblica, privata e segreta.” Noi abbiamo Whatsapp. Tutto questo è sconcertante e a tratti disarmante. Ma come si è giunti a tutto questo?
Me lo sono chiesta più volte, durante la mia lettura. La sensazione costante, analizzando tutte le tematiche del sociologo Pira, è quello di individuare “tante maschere e pochi volti”, perché la rete, molto spesso, porta alla perdita di ogni freno inibitore e a manifestare una delle nostre tante identità nascoste. Fa paura, sì fa paura!
Gli articoli espongono fatti di cronaca, interviste, dati precisi, percentuali scientifiche e ricerche condotte in diverse parti del mondo che il docente dell’Università di Messina, da buon sociologo e giornalista, ha saputo restituire ai lettori grazie ad una scrittura fluida e comprensibile a tutti. I toni usati dall’autore sono goliardici e a tratti esilaranti. Le figure retoriche sono create ad effetto ed è possibile rintracciare ardite analogie e metafore. Azzeccata e graditissima la presenza del linguaggio iperbolico. Ho costantemente sorriso, man mano che continuavo a leggere,pensando: “è tutto terribilmente vero!.” In alcuni casi il mio sorriso si è fatto “amaro” anzi per dirla alla Vasco Rossi “ e va bene così… senza parole.” Proprio per questo il lettore, anche quello più distratto e disattento, riflette e si interroga, incessantemente, pagina per pagina. Il grande sociologo Zygmunt Bauman ha spesso parlato di “relazioni liquide” e di “società liquida” e questo concetto è facilmente individuabile nel testo del Prof. Pira, poiché gli uomini, oggigiorno, tendono a istaurare “legami in connessione”, soggetti ad ogni tipo di fragilità ed instabilità. Questo il lettore lo avverte, lo comprende e lo sente arrivare, come un morso, dentro alla sua anima e al suo cuore, perché connettersi e disconnettersi è un gioco da ragazzi, ma il problema è saper mantenere qualsiasi tipo di legame fuori dallo schermo. Ogni relazione deve rimanere unica e priva di paure, sostanzialmente “i sentimenti vanno coltivati.” E noi ci riusciamo ancora? …. Tanti gli interrogativi che ci pone, e che ci lascia, il libro del professor Pira.
Il Francesco Pira ha deciso di devolvere tutti i diritti d’autore alla LCIF Lions Clubs International Fondation, destinando la somma alla lotta contro il morbillo “Campagna 100”. Pertanto, traspare l’animo di un uomo che, molto spesso, ha trasformato il suo lavoro in un vettore ricco di umanità per aiutare i più deboli e i più bisognosi.